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POLITICA

Comunali, unità centrodestra in bilico e quel silenzio rumoroso dei vertici nazionali

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Centrodestra beneventano in attesa di una decisione che dovrebbe arrivare dal tavolo nazionale. Per ora – e sono giorni ormai – quello che emerge è soltanto ”un silenzio imbarazzante” in un sottofondo generale che proprio silenzioso non è, ma che, anzi, smuove equilibri che sembravano a fatica essere stati raggiunti.

In realtà, l’unità di fondo nel centrodestra beneventano non c’è mai stata, ma illusoriamente sembrava essere stata realizzata, almeno tra il partito meloniano e quello salviniano, con il passo di lato del coordinatore cittadino di Fratelli d’Italia, Federico Paolucci, per puntare sulla candidatura di De Stasio. Forza Italia, invece, ha preferito lasciare il tavolo cittadino non trovandosi d’accordo sul nome dell’avvocatessa caudina. Da qui il passaggio delle decisioni, finite con un nulla di fatto al tavolo regionale che, come si ricorderà, non ha dato la ”benedizione” alla candidatura De Stasio. La palla è poi passata al tavolo nazionale, che ancora non ha sortito effetti.

I tempi sembrano essere lunghi per consentire ai vertici nazionali di trovare un accordo sui candidati in numerosi territori italiani che si apprestano alle amministrative di autunno con la conseguenza di uno stallo generale.

A dare, però, il colpo di grazia alle già pesanti difficoltà sono state le dichiarazioni del candidato sindaco a Napoli, Catello Maresca – proposto come espressione civica per le amministrative del capoluogo partenopeo e che, però, aveva ricevuto l’assenso della Lega – che non vorrebbe vedere associati i simboli partitici al suo nome. Una situazione che ha spiazzato i partiti del centrodestra che tentano, comunque, fino alla fine di trovare la quadratura del cerchio.

Di fatto – ci dicono voci autorevoli del centrodestra beneventano – ”quello che accade a Napoli incide sulle altre grandi città chiamate al voto e sul territorio campano” e potrebbe far saltare del tutto i fragili punti di connessione raggiunti anche a Benevento.

La contesa, tutta interna all’area, richiama inevitabilmente la necessità di ogni componente di rivendicare la propria leadership, che, di fatto, potrebbe portare a una corsa del tutto solitaria dei partiti, a difesa, probabilmente, dei risultati conseguiti nelle elezioni regionali scorse.

Se cosi fosse, a Benevento tornerebbe in auge il nome di Paolucci. come espressione di Fratelli d’Italia, che – ricordiamo – è stato nelle scorse regionali i primo partito del centrodestra.

In ogni caso, a fronte di una costante e generale invocazione a trovare convergenza sul progetto di città, di cui in realtà non è dato ancora sapere, le discussioni sono andate nel tempo incentrandosi più sui nomi e, quindi, sui possibili esiti in termini di consenso e di matematica elettorale, che pure, ovviamente, non sono di secondaria importanza.

Quei nomi – che dovevano essere espressione identitaria dei valori del centrodestra o comunque di un forte civismo che desse valore aggiunto, secondo le molteplici dichiarazioni susseguitesi dai coordinatori provinciale e cittadino di Fratelli d’Italia, Matera e Paolucci, o che superassero gli steccati ideologici secondo gli esponenti di Forza Italia – che ora, una volta definiti dal tavolo nazionale, esprimeranno, a dire il vero, una fragile autorevolezza dei vertici territoriali che dovranno, volendo o nolendo, attenersi a decisioni calate dall’alto. Seppure stabilite su proposte provenienti dal territorio, questo almeno è l’auspicio.

Insomma, una situazione che evoca senz’altro una scarsa egemonia di questo o quel partito sulle città, che influenza le dinamiche interne all’area e fa emergere una debole volontà a trovare unanimità. Il tutto a fronte dell’appello di Berlusconi ad andare tutti uniti per la costruzione del partito unico del centrodestra.

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