Salute
Prurito sine materia: le caratteristiche del prurito senile

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Il prurito è una sensazione individuale molto fastidiosa che porta alla confricazione o al trattamento. Proprio perché si tratta di una sensazione soggettiva, non esiste alcuna strumentazione biomedicale che abbia la capacità di valutare in modo oggettivo e di quantificare la sua durata e la sua intensità, anche in vista di una definizione di eventuali tipologie differenti. Il problema è che il prurito è in grado di compromettere, in misura anche consistente, la qualità della vita quotidiana di chi ne soffre.
La diffusione del prurito
Il prurito insorge sia tra gli uomini che tra le donne, a partire dall’età neonatale e in tutte le altre fasi della vita, fino a quella più avanzata: si parla in questo caso di prurito senile. Non è possibile fornire una valutazione statistica né della frequenza del prurito né della sua distribuzione per fasce di età o fra i sessi. Ciò dipende dal fatto che in molti casi il problema viene sottovalutato dal soggetto interessato. Di conseguenza, il fastidio viene trascurato o al massimo automedicato; magari ci si rivolge al medico di base o al farmacista, ma fino a quando non ci si sottopone a una osservazione dermatologica non si può rientrare in una indagine statistiche.
Le varie cliniche del prurito
Il prurito patofobico, il prurito sine materia, il prurito senile e il prurito venereofobico sono alcune delle tante varietà cliniche del prurito: le altre comprendono la malattia di Ekbom, il prurito psicogeno e il prurito acquagenico. La sensazione soggettiva, in ognuno di questi casi, può essere urente o puntoria. Per quanto concerne la localizzazione, il prurito può coinvolgere tutta la superficie del corpo o riguardare un solo distretto cutaneo: per esempio i capelli, il viso, i genitali, e così via. In ogni sua variante clinica, inclusa quella senile, il prurito può segnalare l’insorgenza di una patologia sistemica o cutanea, come per esempio il linfoma di Hodgkin, l’anemia sideropenica, il diabete mellito, la parassitosi intestinale o vari tipi di neoplasie.
Le soluzioni di AMioAgio
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Il prurito senile
La diagnosi di prurito senile può riguardare unicamente i soggetti in età avanzata che non hanno patologie sistemiche o cutanee e nonostante ciò si grattano in maniera costante. Giusto per essere chiari: un anziano con un carcinoma gastrico non ha un prurito senile ma un prurito paraneoplastico; un anziano con il diabete ha un prurito diabetico e non un prurito senile; e così via. L’anoressia senile è un problema che di frequente viene sottovalutato o non diagnosticato in maniera corretto: deve essere esclusa perché si possa giungere a una diagnosi di prurito senile.
Perché compare il prurito senile
A determinare il prurito senile è lo stato della pelle, che in questa particolare fase della vita è ruvida e poco elastica, oltre che grinzosa. Inoltre è povera di acqua e quindi disidratata, ma anche pallida e sottile. Negli anziani, la cute è secca e finemente desquamante; in più si definisce alipica, in quanto ha un basso contenuto di sebo, visto che l’attività delle ghiandole sebacee si riduce sia dal punto di vista qualitativo che a livello quantitativo. Questo si verifica dopo i 70 anni negli uomini, e in modo progressivo; viceversa per le donne il cambiamento è repentino e avviene già dopo i 50 anni.
La gestione del prurito senile
Per tenere sotto controllo il prurito senile, anche se molto forte, in alcuni casi può essere sufficiente applicare un olio, come per esempio l’olio di mandorle dolci, l’olio di vaselina o perfino l’olio da cucina. In questo modo, infatti, si mette a disposizione della pelle una dose di lipidi di cui è priva. Tuttavia c’è bisogno di soluzioni meno estemporanee per ripristinare o comunque migliorare lo stato di eutrofismo cutaneo. Bisogna agire, per esempio, sul modo in cui la pelle viene detersa, per poi ricorrere a prodotti dalle proprietà nutrienti e con un effetto elasticizzante.
La detersione
Nelle persone anziane, la detersione non consiste solo nella mera eliminazione dalla superficie del corpo dello sporco; al contrario, deve rappresentare un intervento terapeutico a tutti gli effetti. I detergenti rimuovono i lipidi, e cioè contribuisce a danneggiare le membrane cellulari. Se la detersione viene eseguita in maniera non adeguata, la secchezza cutanea risulta accresciuta, e ciò comporta un incremento del prurito. I bagni in vasca troppo lunghi sono da evitare, mentre è consigliabile usare creme e oli detergenti, in cui è possibile integrare umettanti o idratanti.