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AMBIENTE

Dal flop ‘bike sharing’ alle colonnine per auto elettriche: Benevento, dov’è la mobilità sostenibile?

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In principio fu il bike sharing pubblico. Nel lontano luglio 2014 la Provincia di Benevento si apprestava ad inaugurare in pompa magna il servizio innovativo ‘Benebike’ nell’ottica ambientale dell’abbattimento dell’inquinamento atmosferico, dell’innovazione e della sperimentazione di un nuovo concetto di mobilità urbana. C’erano ciclo-stazioni dislocate in diverse zone strategiche cittadine (con due dei punti alimentati anche dal fotovoltaico) e biciclette a pedalata assistita per spostarsi in alternativa alle auto: al taglio del nastro a piazzale Carducci, una delle sedi dell’Ente Provinciale, tanti i sorrisi e gli applausi ad un’iniziativa lodevole che immaginava un sistema di mobilità sostenibile a favore di cittadini e turisti.

Fu un flop clamoroso. Quello che doveva essere un servizio easy, smart e comodo divenne un ‘incubo’ burocratico in termini di utilizzo. A completare il quadro ci pensarono gli atti di vandalismo alle stazioni di ricarica, lo stato di degrado, il furto di mezzi e batterie.

Ci riprovarono 4 anni dopo. Nell’aprile 2018 l’amministrazione Ricci – insieme con la società ‘BicinCittà’ – riorganizzò nuovamente il servizio rimontando ex novo le stazioni cittadine per ‘due ruote’ a pedalata assistita, risistemando le colonnine cicloposteggio e ammodernando il parco bici. Passarono pochi mesi e il sogno di una città ‘green’, che tutela benessere personale e ambiente, si infranse definitivamente: fu la stessa azienda del rilancio a denunciare “con incredulità” le profonde criticità e la mancanza di collaborazione da parte delle istituzioni. Di quel progetto fallimentare nel 2021 restano soltanto le stazioni, vuote e abbandonate, completamente fuori contesto. 

A questa sconfitta va aggiunta anche quella del progetto sperimentale ‘E-Bike 0’, per il quale si era battuto l’ambientalista sannita Giovanni Picone che più volte aveva denunciato la ‘sciatteria amministrativa’ del Comune di Benevento. Come si ricorderà,  il progetto era costato circa 72mila euro (finanziato a metà tra Ministero dell’Ambiente e Palazzo Mosti) e prevedeva l’utilizzo delle  biciclette elettriche per incentivare l’uso di mezzi ecologici alternativi all’auto privata e contemporaneamente raccogliere i dati relativi all’inquinamento atmosferico, tramite sensori montati sui manubri che rendevano le bici delle vere e proprio colonnine mobili per rilevare i dati. Bici che in giro non sono mai andate, perché ferme al megaparcheggio di via del Pomerio, inutilizzate da tempo con polvere e ragnatele a testimoniare la fase di stallo dell’iniziativa.

Sembra, dunque, che le ‘due ruote’ non abbiano un grande appeal nelle sedi istituzionali locali, considerando anche il fatto che l’amministrazione Mastella ha osteggiato sin dall’inizio il transito dei ciclisti lungo corso Garibaldi a colpi di ordinanze e controlli. Divieto nel salotto buono, ma non nel resto del capoluogo, dove ha immaginato – l’obiettivo ottimistico è l’estate 2023 – di creare una rete di piste ciclabili urbane, attraverso otto direttrici, con la finalità di migliorare non solo l’accessibilità turistica cittadina e la fruibilità dei principali attrattori, ma anche di integrare e completare il programma di conservazione e valorizzazione dei beni culturali. Ci riuscirà? Lo auspichiamo, ma il progetto da 2,5 milioni di euro è legato alla possibilità di ottenere i fondi dall’avviso pubblico del Programma di Azione e Coesione complementare al PON Infrastrutture e Reti 2014/2020.

Se il bilancio sulle bici è terribile, non va molto meglio con un altro settore della mobilità sostenibile: le colonnine di ricarica per le auto elettriche. Mentre alcuni comuni sanniti sono già organizzati da tempo e altri ridisegnano il proprio futuro come poli attratto per la ‘comunità elettrica’, Benevento è ancora ferma al palo infrastrutturale. L’unica traccia è un protocollo d’intesa – firmato nel giugno 2019 con Enel X Mobility – per la realizzazione di stazioni di ‘fast charge’, organizzate con le più avanzate tecnologie informatiche per il controllo e la gestione remota e in grado di rispondere alle attuali e future esigenze di una mobilità urbana evoluta e sostenibile. Qualcuno ne sa di più? Anche a Palazzo Mosti sembra che il tema sia rimasto nei faldoni di due anni fa. 

La speranza, anche alla luce delle prossime comunali di autunno, è che anche a Benevento si inizi a ragionare in modo differente. Le restrizioni e le immobilità dovute dal covid hanno già fatto registrare segnali positivi sul versante ambientale: meno vetture in circolazione e meno industrie attive hanno comportato un miglioramento della qualità dell’aria. Il bonus bici e gli incentivi del Governo, poi, hanno rappresentato un altro tassello importante in questa direzione.

Ora anche nel capoluogo sannita è tempo di programmare la mobilità del futuro con azioni tanto semplici quanto serie e mirate per ridurre l’inquinamento atmosferico e acustico, dire addio al traffico congestionato in diverse fasce orarie e zone, combattere il consumo di suolo e il degrado del territorio, ridurre i costi dei trasporti e migliorare l’efficienza dei mezzi pubblici. Un primo ma significativo passo è stato fatto con i nuovi bus ecologici della Trotta (più silenziosi, efficienti e con meno emissioni di Co2). 

La lotta all’inquinamento e alle polveri sottili, tanto cara al sindaco Mastella, passa soprattutto per queste ‘strade’ e non soltanto attraverso ‘soluzioni tampone’ come le giornate ecologiche di chiusura al traffico, il controllo degli impianti di riscaldamento o il lavaggio delle vie in concomitanza con i periodi di scarsa piovosità.  La nostra città ha bisogno di visione strategica e programmazione condivisa. A noi cittadini, infine, il compito altrettanto fondamentale: fare la nostra parte adottando comportamenti responsabili. (G.F.)

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