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Vicenda centro disabili, la replica della cooperativa Esculapio

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In seguito alle notizie apparse nei giorni scorsi, in merito a quanto si sostiene “appurato” da Gabriele Corona, ci corre l’obbligo, per dimostrare la tendenziosità ed inesattezza della gran parte delle affermazioni, di fare una serie di precisazioni:

‘Contrariamente a quanto riportato, “la gara per l’assegnazione della scuola San Modesto non prevedeva l’affidamento in esclusiva del servizio di assistenza ai Disabili di Benevento alla Cooperativa sociale Esculapio di Napoli”. Addirittura, si legge poco più avanti, “SECONDO LA PREVISIONE DELLA ESCULAPIO E DEL SETTORE SERVIZI SOCIALI DEL COMUNE, quella struttura avrebbe dovuto assistere 30 disabili (15 adulti e 15 minori)”. Ci chiediamo, anche naturalmente allo scopo di valutare la difesa della nostra immagine e dei nostri interessi nelle sedi più opportune: quale sia, di preciso, l’insinuazione, neanche tanto velata? E chi scrive ha almeno una volta nella sua vita letto il codice degli appalti?

La procedura di gara “incriminata”, aveva ad oggetto l’affidamento in CONCESSIONE dell’immobile San Modesto 1, sito in Benevento, Via Firenze, AL FINE DI COSTITUIRE UN CENTRO SOCIALE POLIFUNZIONALE DI AMBITO.

Nella concessione non vi è una vera e propria base d’asta, ma un valore stimato della concessione stessa. Il valore di una concessione (per giurisprudenza costante del Consiglio di Stato, in applicazione dell’art. 167 del D. Lgs. 50/2016) è costituito dal fatturato totale del concessionario generato per tutta la durata del contratto, al netto dell’IVA, stimato dall’amministrazione aggiudicatrice o dall’ente aggiudicatore, quale corrispettivo dei lavori e dei servizi oggetto della concessione, nonché per le forniture accessorie a tali lavori e servizi.

Nel caso di specie l’Amministrazione concedente aveva appunto stimato il valore della concessione, prevedendo le rette dovute per la frequenza del Centro sociale polifunzionale, con importi pro capite diversi a seconda che l’assistenza venisse fornita per 10 ore giornaliere (con vitto) oppure per 4 ore (senza vitto).

La stima era stata effettuata, si ripete, considerando un numero massimo di 30 utenti, per la durata di 10 anni. Il valore stimato dell’appalto è ancorato al fatturato, previsto, del concessionario, e quindi ad esso sono commisurate le spese che il concessionario deve sostenere per l’espletamento del servizio affidato: nel caso di specie il canone concesso da corrispondere all’Amministrazione (il canone di concessione posto a base di gara, soggetto a rialzo, era in questo caso pari a € 10.000,00/annui), i costi del personale, il vitto e le altre spese inerenti a servizi e forniture agli utenti (non ultimi, e solo a titolo esemplificativo, i dispositivi per protezione individuale anticovid ), oltre a spese, pure importanti, strettamente inerenti allo svolgimento della procedura di gara, a cominciare da quelle per le necessarie polizze a garanzia, provvisoria e definitiva.

Giova a questo punto sottolineare che la concessione amministrativa è uno strumento di uso ormai consolidatosi nei decenni, che, seppur in parte controverso poiché può avere anche l’effetto, quale “rovescio della medaglia”, di alterare il gioco della concorrenza, ha raggiunto una notevole estensione in molteplici settori di rilievo del mercato economico; settori in cui, appunto, l’Amministrazione concedente riserva a se stessa un più pregnante controllo, o se non altro un incisivo potere di indirizzo rispetto all’attività del concessionario.

Se dunque, a fronte di una concessione del valore stimato di oltre € 2.800.000,00, comportante, per espressa disposizione dell’Amministrazione concedente, un forte impegno ed una elevata esposizione economica della Esculapio, cooperativa concessionaria, per l’espletamento, peraltro, del servizio di Centro Sociale Polifunzionale per Disabili DI AMBITO (come espressamente sancito nei documenti di gara, lex specialis della procedura), l’Amministrazione stessa “dirottasse” i potenziali utenti verso altre strutture, sarebbe questa da considerarsi una condotta passibile di censura; oppure, in alternativa, sarebbero da considerare gravemente viziati ed iniqui gli atti di gara, che a chiare lettere delineano una concessione quale per sua natura deve essere, nei termini sopra chiariti.

Precisiamo che quello che viene definito “lo sfratto del Centro “E’ più bello insieme” è stato dovuto alla sopravvenuta inagibilità del Centro, per la quale è stato necessario sostenere, e la Esculapio naturalmente se ne è fatta carico, opere di ristrutturazione (a causa ad esempio di infiltrazioni d’acqua e servizi igienici fatiscenti). Solo a seguito di queste l’Amministrazione, fatti tutti i dovuti controlli, ha dato seguito a quanto previsto dalla procedura di affidamento in concessione.

Segnaliamo a questo proposito che, in singolare coincidenza temporale con il provvedimento dell’Amministrazione, sono stati forati da ignoti gli pneumatici del veicolo che la nostra cooperativa, a proprie spese, utilizza per il trasporto dei Disabili, ed è stato frantumato il vetro dell’automobile di un dipendente, all’esterno della struttura.

Questo viene specificato a solo titolo di cronaca, in quanto, avendo acquisito le immagini del danneggiamento, riprese dalle telecamere di sorveglianza, ci apprestiamo finalmente a sporgere denuncia presso le autorità competenti.

Fatte queste preliminari precisazioni, appare doveroso contestare forse in via prioritaria il tono e lo spirito di questo cosiddetto articolo giornalistico: “media” vuol dire, ormai nel linguaggio comune, COMUNICAZIONE; riferito agli organi di stampa ampiamente intesi sottende ad INFORMAZIONE. Media non deve significare strumentalizzazione e demagogia: alla nostra Cooperativa sembra piuttosto di essere capitata nel mezzo di una bufera politica, alla quale essa è estranea.

La Esculapio è un soggetto che opera, con ampia e consolidata esperienza, nel settore dei servizi sociali e dell’accoglienza (nel caso di specie, come più volte qui specificato, la Esculapio è risultata affidataria all’esito di una procedura di gara per l’affidamento in concessione di un immobile per lo svolgimento del servizio di Centro sociale funzionale per Disabili, per 30 DISABILI…mai avuti!).

A fortiori, la Cooperativa Esculapio ha fatto, senza retorica, della sua missione una professione: lavora con e per i Disabili, e non solo per loro, da anni, e stigmatizza fortemente la strumentalizzazione di argomenti sensibili e di persone speciali ma anche purtroppo fragili a fini di propaganda.

Avendo sempre mantenuto tutti i nostri impegni, ed anche qualcuno in più (vedi appunto il necessario adeguamento della struttura, affetta da gravi vizi), abbiamo sempre lamentato, riteniamo più che legittimamente, all’Amministrazione la non realizzazione del progetto descritto negli atti di gara.

Possiamo ipotizzare che a seguito delle nostre segnalazioni siano state effettuate dai tecnici dell’Amministrazione comunale sopralluoghi e verifiche presso altre strutture come presso la nostra (e, in concomitanza, come già detto, i danneggiamenti ai nostri veicoli, rispetto ai quali ci prepariamo ad andare a fondo, avendone ormai tutti gli strumenti). Rispetto a tali verifiche faremo opportunamente richiesta di accesso agli atti, per acquisire conoscenza delle risultanze delle stesse.

Altra precisazione: la Esculapio è stata anni addietro aggiudicataria su questo territorio di una procedura per SPRAR, inspiegabilmente revocata dal Ministero degli Interni a causa, fu detto, dell’intenzione della cooperativa di utilizzare una struttura agibile e idonea.

La stessa cooperativa ha poi partecipato all’ultima procedura per affidamento dello SPRAR, conseguendo il punteggio più alto su tutti i parametri della proposta progettuale e risultando però infine non aggiudicataria per non aver conseguito punti su UNO dei parametri oggetto di valutazione, ovvero la descrizione, in progetto degli immobili offerti per l’accoglienza, nell’ambito di una procedura che prevedeva la disponibilità di immobili, che la Esculapio aveva opzionato presso un’agenzia immobiliare del territorio ricevendone in cambio le sole planimetrie; si trattava però, ovviamente, di immobili non allestiti specificamente per lo scopo, visto che la certezza del loro effettivo utilizzo vi sarebbe stata solo all’esito della procedura di gara.

La procedura è stata dunque aggiudicata al gestore uscente, in raggruppamento con un consorzio del casertano, che ha in quell’occasione fornito la descrizione degli immobili che utilizzava all’epoca ed utilizza tutt’oggi.

La Esculapio si considera dunque “danneggiata”, se non “maltrattata”, dall’Amministrazione comunale, dunque a maggior ragione non accetta l’etichetta di burattinaio che su questo territorio muove tutti i fili secondo la sua convenienza.

Gravemente ingiustificato ed incomprensibile, assolutamente parziale, appare l’atteggiamento degli organi di informazione che, lungi dallo sviscerare la verità delle cose, come sarebbe auspicabile che facesse, mette nero su bianco e dà letteralmente fiato alle trombe, nell’articolo qua contestato, senza essersi nemmeno dati la pena di leggere (come qui ampiamente dimostrato) gli atti della procedura di gara da cui la presente vicenda trae origine.

L’Amministrazione comunale, si ripete, dopo ripetuti controlli e verifiche ha dato attuazione a quanto conseguente alla procedura di gara indetta quasi due anni or sono, e vinta dalla Esculapio, PER MERITO.

Infine, con l’auspicio che sia l’ultimo episodio di questo triste elenco, ci torna alla memoria il caso di un territorio limitrofo che pubblicò l’indagine di mercato per accreditamento di fornitori di servizi nel nostro settore, e dopo tre mesi dalla nostra manifestazione di interesse ad accreditarci, senza alcuna notizia, ci comunicò, evidentemente non potendone fare a meno, il nostro accreditamento e nel contempo anche che tutti gli utenti aventi diritto al servizio avevano scelto altri soggetti accreditati.

E’ troppo tempo che la Esculapio subisce chiusure e inspiegabili ritorsioni, è troppo che in silenzio non chiediamo altro che lavorare’

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