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Il bilancio del ‘Fatebenefratelli’: dal lavoro incessante dei sanitari alle storie di chi ha sconfitto il covid

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Da circa un mese è stato attivato il reparto SarsCov 2 presso l’Ospedale Sacro Cuore di Gesù Fatebenefratelli di Benevento, con 16 posti letto a media e bassa intensità di cure, nel quale sono stati ricoverati in questo periodo 30 pazienti. 

Nei mesi caratterizzati dalla pandemia – scrive la struttura in una nota – l’Ospedale non si è mai fermato, prestando comunque sempre attenzione alle patologie infettive. Abbiamo assistito in pronto soccorso pazienti risultati positivi che non riuscivamo a trasferire in altre strutture. Sono stati effettuati tamponi a chi doveva ricoverarsi nella nostra struttura sanitaria, oltre ad una stretta sorveglianza sanitaria su tutti i dipendenti. 

Grazie al lavoro della Direzione Sanitaria e alle attività di screening e di sorveglianza,  è stato possibile  isolare eventuali casi accertati affinché non si diffondesse il virus nell’Ospedale. Queste persone sono state tempestivamente isolate evitando così la diffusione del contagio sia dentro l’ospedale, sia nelle loro famiglie.

La dottoressa Maria Cusano, responsabile dell’Unità operativa complessa anestesia e rianimazione, traccia anche un bilancio dell’attività svolta in questo mese: dimessi 10 pazienti guariti, 1 paziente trasferito in residenza per guariti ma ancora positivo, 2 pazienti trasferiti in altri ospedali per acuti, 3 pazienti deceduti. 

Molti pazienti con infezione da coronavirus – ha proseguito – hanno patologie concomitanti, alcune anche gravi; sono i cosiddetti “ pazienti fragili”. Le comorbilità incidono fortemente sull’evoluzione della prognosi facendo peggiorare il quadro clinico compromesso dall’ infezione virale. Abbiamo trasferito un paziente con IMA che necessitava di emodinamica ed uno in sepsi che necessitava di rianimazione covid, nonchè assistito molti degenti ad alta e media intensità di cure. 

Tra i ricoverati che hanno avuto esito positivo – ha sottolineato Cusano – ricordiamo il più anziano, un 89enne, il primo dimesso, ma molti sono i giovani senza alcuna patologia che hanno avuto bisogno di ventilazione non invasiva con casco e ossigenoterapia prolungata che grazie alla tempestività delle cure sono usciti dall’incubo.

Un uomo , prima del ricovero nonostante la febbre alta, ha dormito per una settimana in macchina per non contagiare la moglie incinta… Che bella sorpresa! Il tampone negativo gli ha permesso di tornare a casa in tempo per la nascita del bambino. Un 39enne non vede l’ora di tornare dalla moglie e dai suoi gemellini. Un 37enne, per colpa del virus ancora non riesce ad abbracciare il suo primogenito nato 10 giorni fa negativo al virus.

Un 84enne, il paziente ricoverato da più tempo. E’ arrivato in ospedale più di un mese fa per un controllo oncologico. Purtroppo era positivo al covid con una forma severa di polmonite; pensava di non farcela, ogni giorno ce lo ripeteva e noi a incoraggiarlo; ha imparato a sopportare il casco per lunghe ore. Ogni tanto si deprime ancora, ma appena riesce a respirare bene senza casco, brillano i suoi occhi e si riaccende la speranza: oggi la notizia che è negativo il suo tampone.

Questa speranza vogliamo coltivarla e trasmetterla: è il messaggio forte del personale tutto impegnato nel reparto che ogni giorno ci mette professionalità e cuore, senza far pesare i notevoli sacrifici che quotidianamente affronta”, ha concluso la dottoressa Cusano.

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