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OSS in scadenza, protesta all’Asl: ‘Non siamo numeri. Scavalcati da chi non ha esperienza’
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Sono ventisette operatori socio-sanitari con esperienza, in alcuni casi, di circa 20 anni, espletata perlopiù nella cura dei pazienti psichiatrici; hanno acquisito la qualifica con formazione fatta dall’Asl di Benevento e il 31 dicembre prossimo si vedranno risolto, dopo continue proroghe, il contratto di collaborazione che rinnovavano, attraverso cooperative prime e le agenzie interinali da tre anni a questa parte, con l’azienda sanitaria.
Stamattina hanno svolto un presidio sotto la sede di via Oderisio per chiedere ai vertici dell’Asl una soluzione alla vicenda, chiedendo in particolare, chiarezza in merito alla graduatoria formatasi a seguito dell’avviso pubblico emanato dall’Asl di Benevento a giugno scorso per incarichi di collaborazione professionale per 30 OSS per fronteggiare l’emergenza Covid e a cui hanno risposto con la necessaria candidatura. “Ma – come hanno dichiarato – in molti casi, nonostante gli anni di esperienza, siamo rimasti esclusi.” Da ieri, infatti, sono cominciate le contrattualizzazioni per gli OSS entrati in graduatoria.
L’avviso pubblico, peraltro, oltre a evidenziare tra i requisiti specifici il possesso dell’attestato di qualifica di operatore socio sanitario, recita che per “la valutazione dei titoli la commissione si avvarrà dei titoli di carriera per un massimo di 20 punti, dei titolo accademici per un massimo di 6 punti, di pubblicazioni e titoli scientifici per un massimo di 4 punti e del curriculum formativo e professionale per un massimo di 10 punti.”
I lavoratori, attraverso una loro delegazione, nel corso della mattinata hanno ottenuto un colloquio con i vertici aziendali. “Errori nella procedura di domanda”: sarebbe questa la causa dell’esclusione, secondo quanto emerso dall’incontro e riportato dal sindacalista della Uil, Giovanni De Luca dopo aver parlato con la delegazione e presente alla manifestazione come ha tenuto a precisare per solidarietà. A loro è stato detto di inoltrare un’istanza per rettificare la graduatoria.
Già a ottobre i lavoratori avevano manifestato le proprie ragioni e la necessità di avere riconosciuta la propria competenza e professionalità. La risoluzione del contratto potrebbe avere ricadute anche sui pazienti che hanno seguito per anni e che vedrebbero venire meno – come si legge anche in uno dei cartelli a supporto della protesta – il rapporto umano che gli operatori sono riusciti a costruire nel tempo. Ora, alcuni di loro, sono disposti anche allo sciopero della fame e della sete.
Le dichiarazioni nel servizio video