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POLITICA

Pedicini (Fratelli d’Italia) contro il ddl Zan: ‘Intollerabili le minacce alle sentinelle’

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“I tolleranti sono diventati molto intolleranti e si sono messi a esercitare quelle forme violente di aggressione e censura che essi stessi condannano”: è l’incipit del documento stilato tra gli altri da Noam Chomsky e JK Rowling, a condanna della dittatura del “politicamente corretto”.

“Intorno a questo metodo di cui da tempo anche Giorgia Meloni ne ha denunciato gli effetti perversi e contraddittori, si sta consumando la più triste pagina della storia anche a Benevento, con un manipolo di contestatori che addirittura minacciano ritorsioni nei confronti delle “sentinelle” che scenderanno in piazza per dire NO al ddl Zan.” Così Francesca Pedicini, consigliere comunale San Giorgio del Sannio e dirigente di Fratelli d’Italia Sannio.

“E’ vergognoso – aggiunge – ed in questo sposo in pieno il manifesto di Noam Chomsky, che in nome di quelle che alcuni ritengano essere le loro verità, si debba arrivare ad una vera e propria deriva di intolleranza verso l’idea altrui. Il libero scambio di informazioni e di idee, la linfa vitale di una società, non può essere soffocato dalle manie liberticide di una sinistra che non riesce a tollerare il pensiero altrui.

Sabato 10 luglio, sarò in piazza al fianco delle “sentinelle” per mostrare prima di tutto la mia solidarietà a loro dopo le svariate minacce ricevute, poi per testimoniare la libertà di espressione e di manifestazione ed infine anche per sostenere il “NO al ddl Zan”.

Il ddl Zan è un provvedimento sbagliato per svariati motivi: pensare di introdurre un reato di “omotransfobia” è incostituzionale poiché creerebbe una categoria di persone privilegiata rispetto alle altre contravvenendo al principio della Costituzione che afferma che tutti siamo uguali di fronte alla Legge; significherebbe inoltre porre il discrimine fra ciò che è lecito e ciò che non lo è, quindi, per un’errata associazione di idee, divide nella percezione della gente ciò che è bene da ciò che è male.

Più che una legge a tutela della diversità e delle vittime dell’omofobia, il ddl Zan si presenta come un provvedimento volto a criminalizzare la libertà di pensiero. I concetti di discriminazione e di incitamento all’odio non sono misurabili né definiti a livello giuridico, pertanto tutto sarebbe rimesso alla discrezione e soggettività del giudice.

Ciò vorrebbe dire che, chiunque voglia punire coloro i quali hanno una visione dell’uomo “tradizionale”, percepirebbe con molta facilità le affermazioni contrarie come un’offesa o una critica personale. Una vera e propria limitazione della libertà di parola.”

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