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Cittadini

Pini da abbattere, la riflessione contro lo stravolgimento ambientale e paesaggistico

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“In tempi di Covid-19 qualcuno potrà ritenere che in questo momento c’è altro a cui pensare; qualcuno potrà forse pensare che gli alberi del viale sono un problema secondario. Dobbiamo pensare alla salute ora! E’ vero la situazione è difficile, ma la vita continua, deve continuare, nessuno ha intenzione di arrendersi, e infatti tutti stiamo dando il nostro contributo, piccolo o grande che sia, per evitare la diffusione del virus, accettando finanche disposizioni contraddittorie, e lesive dei diritti del cittadino, che pervengono dalle diverse amministrazioni. Ma se ne riparlerà ad emergenza conclusa. Per ora – scrivono due cittadini, Serafino De Bellis e Giuseppe Porcaro – la vita deve continuare ad andare avanti, e seguire il suo corso. Anche la vita degli alberi del viale degli atlantici deve poter continuare, sia chiaro. E allora, ci chiediamo: ma #IORESTOACASA vale anche per i Pini di viale degli Atlantici? La domanda non è peregrina, perché indipendentemente da cosa ne possano pensare il sindaco Mastella e il suo nuovo assessore all’ambiente Reale la casa di quei pini è proprio viale degli Atlantici. Non è immaginabile il viale senza la sua alberata, senza QUELLA alberata. Il giochino, messo artatamente in atto negli ultimi giorni, è che quei pini sono pericolosi (chi lo ha stabilito? quali analisi strumentali sono state effettuate?) e che devono, dunque, essere sostituiti. E qui viene la chicca, il bel giochino, il capolavoro: li sostituiremo con il ciliegio selvatico, come a Central Park (New York), così da incrementare anche il turismo. Posto che turismo è “parolina magica” che in questa città viene bene sempre (per città spettacolo, per la cena in bianco, per il megaparcheggio ecc.) salvo poi riscontrare che, anno dopo anno, le presenze in città son sempre rare al punto che i pochi turisti di passaggio diventano oggetto di articoli e fotografie da parte di alcuna stampa locale, va pure detto, volendo partecipare al giochino, che Central park è un parco, appunto, esteso 350 ettari, e non un viale. E va detto, anche, che a Central Park due sono le essenze arboree che, su tutte, la fanno da padrona e catturano le attenzioni dei visitatori: il Quercus rubra (quercia rossa) e il monumentale Ginko Biloba (in Campania, per dire, per quanto si sa, il Ginkolo si trova solo a Portici, a Ischia e all’Orto botanico di Napoli). Allora, se proprio si vuole assistere alla fioritura dei ciliegi si deve andare in Giappone, laddove hanno coniato anche un termine (HANAMI) per tale spettacolo della natura. Ma i giapponesi hanno riti e cultura affatto diversa dalla nostra. Un turista occidentale, per dire, che si recasse in Giappone ad assistere all’Hanami mai potrà vivere nel profondo quel che prova un giapponese dinanzi a quello spettacolo. Altra cultura, altra sensibilità, altri paradigmi. Fine del giochino!

A Mastella, e all’assessore Reale, – proseguono nella nota – non è piaciuto un nostro recente invito a desistere dal voler abbattere i pini a tutti i costi senza passare prima per una seria analisi strumentale che possa, senza ombra di dubbio alcuno, stabilire se quei pini sono o meno pericolosi. E allora giova ribadirlo con forza: non siamo pregiudizievolmente e ideologicamente contrari agli abbattimenti degli alberi. Siamo però contro allo stravolgimento ambientale e paesaggistico di una delle più belle aree della città. “Ma se cade un pino e muore un cittadino chi ne risponde voi o io che sono il sindaco” si chiede e ci chiede Mastella. Questo è il punto, e il sindaco lo ha colto in pieno: le piante non devono costituire pericolo e dunque tocca all’amministrazione, al sindaco, mettere in atto tutte le misure necessarie per garantire la stabilità dell’alberata di Viale degli Atlantici. Come tocca all’Amministrazione ed al Sindaco, garantire il controllo e la messa in sicurezza dei fabbricati, che si affacciano sul Corso o su un’altra via della città, nel momento in cui ci si rendesse conto che vi sono delle parti pericolose, limitandosi eventualmente a far abbattere solo quelle parti e non l’intero fabbricato. Per i Pini del viale sembra valere l’abbattimento a prescindere, per i fabbricati fatiscenti in giro per la città sembrerebbe, invece, valere il laissez faire (che siano pubblici e/o privati poca importa, se crolla un cornicione fa gli stessi danni…).

E allora ci piace ribadire con forza e convinzione – continuano – la necessità di avere comportamenti corretti rispetto alla natura, rivendichiamo il diritto al paesaggio, al bello. Rivendichiamo il diritto a respirare, a vivere una citta “verde” che sappia andare ben oltre le inutili domeniche ecologiche. Ci piace la gente che sappia costruire, non chi è pronto solo a distruggere. Ci piace, tra gli altri, la vita intera di JadavPayeng, l’indiano che ha saputo creare una foresta con le sue mani. Dove c’era solo sabbia, oggi c’è un bosco grande due volte Central Park! Jadav Molai Payeng ha piantato, per 40 anni, ogni giorno, alberi facendo rinascere così un’area condannata alla desolazione. Una pianta al giorno, semplicemente, senza clamori e senza proclami. Potremmo chiedere, al Sindaco Mastella, per dire, che fine ha fatto quel suo proclama del sindaco laddove pomposamente si annunciava la piantumazione di migliaia e migliaia di piante in città. Potremmo, ma non lo facciamo perché sappiamo che non v’è risposta alcuna.

In ultimo ma non per ultimo: non per fare i delatori ma solo per capire la logica che muove il sindaco Mastella ed ora il suo assessore Reale: a via Calandra, in prossimità di scuola e università, e dunque in luogo molto frequentato, – concludono De Bellis e Porcaro – vi sono alberature che hanno divelto i marciapiedi in modo davvero improponibile per il transito pedonale, costretto in quel caso a confluire sulla strada, nonché due esemplari di eucalipto, piante queste, per loro natura e per la loro naturale fisiologia (distacco improvviso di branche senza alcun segnale di allarme, come successo non ultimo due anni fa),davvero pericolose; come mai, ci chiediamo, in questo caso il Sindaco Mastella e l’assessore Reale non si pongono il problema? Mistero!”.

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