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Pozzi di San Salvatore Telesino, Altrabenevento fa luce sulla vicenda e torna all’attacco

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“La Regione Campania con Decreto Dirigenziale n. 40 firmato l’11 luglio scorso dalla Dirigente Servizio Integrato Acque, dott.sa Maria Salerno, ha approvato il progetto “RIFUNZIONALIZZAZIONE ED ATTIVAZIONE DEL CAMPO POZZI DI SAN SALVATORE TELESINO” e avviato, dopo trent’anni, le fasi di esproprio dei terreni.  I lavori sono stati affidati alla società Acqua Campania, senza gara di appalto, considerata la “somma urgenza” per dover far fronte alla crisi idrica del 2017 della città di Benevento (così si legge nella relazione al progetto).

In realtà – scrive in una nota Gabriele Corona dell’associazione Altrabenevento – l’anno scorso non c’è stata alcuna crisi a Benevento, alimentata in gran parte con l’acqua che proviene dalle sorgenti del Biferno.

A febbraio, cioè due mesi prima delle previsioni meteo che annunciavano un’estate siccitosa, la Regione ha assegnato alla GESESA, l’azienda che gestisce il servizio idrico del capoluogo ed altri comuni sanniti, i pozzi di San Salvatore Telesino per far “fronte alla emergenza idrica”. La siccità del 2017 invece non ha inciso sulle portate delle sorgenti molisane, che in genere si abbassano a novembre, ed infatti in autunno non c’è stata la preannunciata crisi idrica a Benevento.

E’ evidente – continua la nota del presidente – che la “emergenza” era solo la scusa per giustificare altri lavori ai pozzi di San Salvatore Telesino, scavati negli anni 90 e mai utilizzati per la pessima qualità dell’acqua.

Sono costati diversi miliardi di lire ma furono abbandonati e devastati. Dopo trent’anni la Regione adesso ha impegnato altri 8.426.647,41 euro per la loro “rifunzionalizzazione” perché dicono di volere “rendere autosufficienti” la città di Benevento e i paesi della valle telesina, che dovrebbero accontentarsi di quell’acqua,  pessima e molto dura, per dirottare su Napoli-Caserta l’acqua ottima delle sorgenti del Matese.

Hanno fretta di avviare i lavori i funzionari della Regione Campania del Servizio Acque al punto che gli atti per gli espropri dei terreni sono stati inviati ad agosto scorso ai proprietari dei suoli prima che il decreto fosse pubblicato sul BURC.

Si tratta, però, delle stesse particelle occupate trent’anni fa per costruire quei pozzi, senza il successivo pagamento delle indennità di esproprio.

E’ chiaro, quindi, – conclude Corona – che adesso i proprietari di quei terreni pretendono il pagamento della “occupazione usurpativa” che farà lievitare ancora i costi, le liti giudiziarie e i tempi di completamento dei lavori. Poi, se mai dovessero finire, ci ritroveremo acqua pessima che costerà moltissimo per il pompaggio e che farà abbassare la falda utilizzata anche dai contadini della zona per irrigare. Perché tace il sindaco di San Salvatore Telesino?”.

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