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Investimenti nella scuola e immigrazione, il 16 novembre gli studenti tornano in piazza

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“La manifestazione è l’espressione di un disagio: i cittadini all’interno di un corteo si pongono come  promotori di un dissenso non sentendosi rappresentati da azioni politiche o sociali di una determinata fase storica. Dubitiamo che la maggioranza degli individui voglia realmente riconoscersi in quei concetti quali il disprezzo nei confronti del diverso e del più debole, in quell’odio fomentato da discorsi politici ed azioni di governo superficiali e bigotte il cui successo fonda le sue radici nella paura dei cittadini”. Così in una nota il Collettivo Clandestinamente in vista del corteo cittadino del prossimo 16 novembre in programma dalle ore 9 in piazza Risorgimento.

“La conseguenza è che spesso si punta  il dito verso il bersaglio sbagliato– scrivono – : prendersela con la categoria più fragile della società è la strategia più conveniente ed elettoralmente più efficace grazie anche all’ausilio dei social, nuovi mezzi di propaganda spesso subdoli e manipolatori che trasformano la disinformazione in verità assoluta. Nel nostro paese ormai dilaga questa strategia del consenso che vede nel migrante e nel fenomeno dell’immigrazione la causa di tutti i mali, dell’insicurezza economica e del diffondersi della criminalità. Ad un giorno della Festa internazionale dello Studente riteniamo doveroso da cittadini e portaotri di diritti essere presenti in piazza il 16 novembre contro il decreto sicurezza, a fianco degli ultimi e degli emarginati con la consapevolezza che il benessere sociale non si ottiene colpendo i più poveri bensì garantendo a quest’ultimi diritti sociali e di cittadinanza.

Una mobilitazione – aggiungono – volta non solo alla messa in discussione di un decreto inutile che genererà ulteriore emergenza, insicurezza e clandestinità ma anche al totale disinteresse del nostro governo verso l’ambito dell’istruzione, emerso dall’assenza di reali riforme scolastiche all’interno del contratto giallo-verde. Se da un lato appare positiva la volontà di abolire l’alternanza scuola – lavoro, dall’altro scompaiono dal Def qualsiasi forma di investimenti nella formazione  e nella ricerca, sacrificati a favore di riforme come condoni e flat-tax: per assurdo viene privato di risorse uno dei più importanti settore il cui ruolo, essenziale per la formazione dell’individuo e quindi per la consapevolezza di sé stessi e il riconoscimento particolare dell’altro, dovrebbe, per primo, essere stabilmente finanziato.  Inoltre, deleteria potrebbe essere l’amplificazione delle tendenze regionaliste e della conseguente frammentazione già presente tra le scuole appartenenti alle regioni economicamente stabili e quelle instabili che storicamente dividono a metà il nostro paese (regioni sviluppate, più ricche= scuole attrezzate; regioni in difficoltà, più povere= scuole meno all’avanguardia).

L’esempio della Germania – sottolineano i ragazzi – dovrebbe servire da monito: l’assetto federale tedesco in ambito scolastico determina la crescita della diseguaglianza sociale del paese; le differenze istituzionali tra i lander accentuano i divari sociali, dovuti a sistemi di tracking e differenze di reddito, istruzione e cittadinanza..dinamiche sempre più presenti anche in Italia. Questa scarsa considerazione per la scuola dà voce al vero obiettivo di questo governo a trazione leghista: la fine dei contratti nazionali a favore dei contratti regionali.

Sentiamoci vicini a questi temi – concludono – perchè l’inerzia e l’indifferenza non faranno altro che essere funzionali alla crisi che sta subendo la nostra società, moralmente discutibile ma possibilmente risanabile tramite l’interesse verso ciò che ci circonda e la consapevolezza che, forse, le condizioni in cui viviamo possono essere ribaltate.  Inoltre ricordiamo a tutti gli interessati che nel giorno 9 novembre si terrà presso il l@p asilo 31 la prima assemblea di costruzione al corteo!”.

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