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POLITICA

Immigrazione, Racchi (Leu): “Affrontare il problema in maniera complessiva”

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“Le attuali migrazioni non rappresentano un’emergenza, ma ci accompagneranno per tutta una fase storica e le politiche repressive, che non colgono la portata del fenomeno, sono velleitarie ed ingiuste. Serve una politica che affronti il problema in maniera complessiva, che preveda non solo l’accoglienza, ma percorsi di integrazione. Un’immigrazione regolata non solo è possibile, ma è nel nostro interesse. Si parla della questione migranti senza considerare il punto di partenza che è quello dell’accoglienza”. Così in una nota la candidata di Libri e Uguali, Laura Racchi.

“Non è stata posta la giusta attenzione sulle buone pratiche di accoglienza – prosegue -, garantite dai sistemi SPRAR, là dove avviene una reale integrazione dei richiedenti asilo con il Comune in cui vengono accolti. I richiedenti asilo provengono da realtà disastrate e trovano supporto da parte di operatori, assistenti sociali, mediatori culturali, operatori legali e psicologi che li seguono costantemente, consentendo un’effettiva integrazione. Le ricadute benefiche sui Comuni che accolgono sono sia di carattere economico che sociale, perché un aumento della popolazione in Comuni soggetti allo spopolamento incide sia nel tessuto economico, che sociale. I centri di accoglienza, invece, di carattere emergenziale, sono diventati dormitori in cui mettere più persone possibile, senza attenzione alle loro condizioni, senza effettuare una reale integrazione e senza rispetto neanche dei diritti umani.

Sulla questione dell’accoglienza, enormi sono le responsabilità del PD – attacca la candidata -. A livello nazionale, è esplosa la problematica del numero dei posti del sistema emergenziale, senza chiudere i centri che presentavano maggiori criticità. Su tutto il territorio italiano, molti dei Comuni amministrati dal PD (all’incirca 2000, senza considerare quelli governati dal PD indirettamente, tramite le liste civiche) non hanno aderito alla rete Sprar. Se tutti i Comuni aderissero alla rete sprar, non ci sarebbe bisogno dell’accoglienza straordinaria e si potrebbe avere un progetto complessivo nazionale sull’integrazione ed accoglienza in tutto il territorio nazionale. Emerge, quindi, la necessità di puntare ad un sistema di accoglienza fondato sulla rete SPrar, per evitare di continuare a fare, come è stato fatto finora, il gioco di imprenditori senza scrupoli che infestano il sistema d’accoglienza. È necessario promuovere una politica che dica basta ai respingimenti verso i Paesi di origine e di transito, in assenza di certificate e verificabili condizioni di ospitalità dignitose, e che garantisca, a tutti i migranti, l’accesso ad una piena e chiara informazione sulla possibilità di chiedere protezione internazionale.

È indispensabile – sottolinea – l’apertura immediata di corridoi umanitari di accesso in Europa, per garantire ‘canali di accesso legali e controllati’ attraverso i Paesi di transito ai rifugiati che scappano da persecuzioni, guerra e conflitti, per mettere fine alle stragi in mare e in terra, e, quindi, debellare il traffico di esseri umani, anche con visti e ammissioni umanitarie; così come bisogna sostenere una riforma più generale del diritto d’asilo, finalizzata a rendere più strutturale il concetto di ricollocamento dei rifugiati, a proporre, quindi, un reale ‘diritto di asilo europeo’, capace di superare il ‘regolamento di Dublino’. E’ necessario sostenere l’implementazione rapida del programma di ricollocamento, ad oggi dimostratosi un fallimento, affiancandolo con la creazione di adeguate strutture per l’accoglienza e l’assistenza delle persone in arrivo, e prevedendo adeguate sanzioni ai Paesi dell’Unione europea che si oppongono ai ricollocamenti dei migranti -quali l’Ungheria, la Polonia e la Repubblica Ceca.

Risulta, infine, fondamentale – conclude Racchi – porre in stretta correlazione il rispetto dello stato di diritto, comprensivo del diritto di asilo e dei principi di solidarietà e responsabilità stabiliti dai Trattati, con il relativo accesso a finanziamenti e a fondi europei da parte degli Stati membri”.

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