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CRONACA

Santa Maria a Vico, docente sannita colpita al volto da alunno con un coltello

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Ha accoltellato la prof di italiano che a suo dire l’aveva offeso. È stato per questo fermato dai carabinieri uno studente 17enne dell’Istituto Superiore ‘Ettore Majorana’ di Santa Maria a Vico.

Il giovane risiede ad Acerra, in provincia di Napoli. Secondo quanto accertato dai militari, l’alunno che si è presentato a scuola con un coltello, si è scagliato contro la docente colpendola a volto davanti ai compagni, mentre erano in corso le lezioni.

La professoressa, originaria di Montesarchio, è rimasta ferita alla guancia sinistra; condotta all’ospedale di Maddaloni, è stata giudicata guaribile in 15 giorni.

Sulla vicenda è intervenuto il vice presidente della Provincia di Benevento, Francesco Maria Rubano, che “ha espresso la sua convinta e piena solidarietà alla docente Franca Di Biaso, originaria di Montesarchio, accoltellata stamani da uno studente in un’Aula dell’Istituto Superiore di Santa Maria a Vico”.

Rubano, che ha anche espresso orrore per quanto accaduto alla presenza di tanti ragazzi e ragazze che stavano seguendo le lezioni, ha dichiarato: “Ormai si è oltrepassato abbondantemente il segno. Non è più possibile tollerare questo stato di cose.

Minori che, imitandoli ed emulandoli, si comportano come navigati malavitosi debbono essere condotti con mano al rispetto delle regole più elementari della convivenza civile e della vita di relazione.

Le Istituzioni e la Scuola, tra le prime, debbono recuperare il portato etico e valoriale che intimamente le connotano e far sentire l’autorevolezza di questa loro posizione di preminenza sull’arbitrio animalesco degli individui”.

Anche La FLC CGIL di Benevento esprime piena solidarietà alla prof.ssa Franca De Blasio che, nell’esercizio delle sue funzioni, è stata accoltellata da un alunno, un suo alunno, che non ha avuto alcuna remora nel colpirla, con un coltello, al volto, procurandole un profondo taglio di quindici centimetri.

“Questo episodio, avvenuto presso l’I.I.S.”Maiorana – Bachelet” di Santa Maria a Vico è un fatto di inaudita gravità, che si associa a numerosi accadimenti, avvenuti in tutto il territorio italiano, in cui il personale della scuola è oggetto di violenze fisiche personali.

La scuola non è una trincea, ma è il luogo dove si propone cultura, dove si insegnano le regole di comunità, dove il rispetto per gli altri rappresenta il cardine educativo – formativo. Però, questo va perseguito, portato avanti, perorato con tutte le forze disponibili.

Pensiamo, che oramai, non si può più prescindere. Questa società va rieducata. Deve essere avviato un nuovo umanesimo sociale e culturale, in cui i valori della nostra Costituzione, ritornino ad essere sostanzialmente attivi”.

Interviene sull’episodio anche Camilla Sgambato (Pd), componente della VII Commissione Cultura, Scienza e Istruzione della Camera dei Deputati che, in una nota, avanza una proposta di legge per introdurre l’azione civile nel processo penale anche da parte del minore offeso e le misure di sicurezza a carico dei minori infraquattordicenni.

“Quello che è accaduto ieri in una scuola di Santa Maria a Vico, in provincia di Caserta è l’ennesimo gravissimo episodio, l’ultimo in ordine cronologico di una serie di atti violenti compiuti dai minori contro i loro coetanei o, come in questo caso, contro gli adulti.

Denunciare non basta. È del tutto evidente, infatti, che vadano assunti dei provvedimenti che arginino un fenomeno che ha assunto una dimensione assai preoccupante”.

Dichiara Sgambato, aggiungendo: “Dobbiamo rivedere il complesso sistema delle risposte ai fenomeni di devianza minorile, non più valutabili come fatti eccezionali, ma come una vera e propria emergenza sociale, cui è necessario rispondere in maniera adeguata e tempestiva.

Pur non volendo in alcun modo intervenire sulle soglie di età per la punibilità – essendo comunque fondamentale tenere conto della minore età del reo – è necessaria la costruzione di elementi di contrasto che, senza perdere di vista la necessità educativa, siano in grado di far comprendere all’autore la gravità dell’atto commesso e le sue conseguenze, anche giuridiche.

Dobbiamo prevedere la possibilità che il minore infraquattordicenne possa essere assoggettato a misure di sicurezza anche quando commetta delitti di violenza, stalking o violenza sessuale. È assolutamente impensabile abbassare l’età imputabile oppure incrementare le pene.”

“Dobbiamo ribadire la possibilità di applicare misure di sicurezza mediante la sentenza di non luogo a procedere per non imputabilità.

Infine bisogna modificare la norma che non contempla la possibilità della costituzione di parte civile della persona offesa nel processo minorile”, continua la componente della direzione nazionale Pd che poi illustra meglio l’iniziativa legislativa: “Questa proposta, preparata con l’avvocatessa Giovanna Musone di Torino, è sostenuta e condivisa da molti genitori di piccole vittime di violenza minorile e dai fondatori delle diverse associazioni contro il bullismo e la violenza, tra cui: “Associazione Italiana Prevenzione Bullismo” di Teresa Manes, “David e Golia- contro il bullismo” di Annapaola Borghesan, “I ragazzi di ferro” di Giancarla Maio, “Progetto Angelica” di Stefania Benny e Lucia Battiston, “Apidge di Ezio Sina. Ma anche dalle famiglie Peretti di Torino, Lucarelli Giusy di Bullismo Contro, dalla famiglia di Silvia Giudici, la sig.ra Cinzia Miatton, dalla prof.ssa Maria Luisa Iavarone, mamma di Arturo di Napoli, tutti vittime di gravi crimini commessi da minori.

Il nostro obiettivo è eliminare una sostanziale disparità di tutele, quando il reato sia commesso da minore imputabile.

Il Ministro della Giustizia Andrea Orlando conosce questa proposta e, conoscendo la sua sensibilità in materia, sono sicura che ci sosterrà per trasformarla in una legge dello Stato.

È chiaro non si debba intervenire solo dal punto di vista giuridico ma anche implementare le politiche di sostegno contro la dispersione, per il recupero dei ragazzi difficili, rafforzare il patto educativo tra famiglia e scuola ed insistere sul potenziamento dell’educazione alla legalità.

Ma, in questi casi, credo che gli alunni vadano immediatamente espulsi e, solo in una seconda fase, andrà avviato un percorso di recupero che li riportino in classe.

Le scuole devono vivere in una condizione di serenità e di rispetto tra discenti e professori che consenta la crescita dei primi e la soddisfazione personale dei secondi.

Tutta la mia solidarietà, infine, alla docente vittima di questa brutale aggressione”, conclude Sgambato.

Foto: repertorio

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