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SANNIO

Immigrazione, Sprar e cooperative: a Castelpoto il convegno dell’opposizione comunale

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A Castelpoto questa mattina presso la sala consiliare del comune si è tenuta la conferenza su: “Immigrazione. Sprar e cooperative, la soluzione?”. A parlarne Massimo Pacilio, Presidente del Banditore, Comitato per la difesa del paesaggio, Pietro Di Lorenzo, Antonio Barbieri, e Marina Simeone.

Un incontro voluto dall’opposizione guidata da Alberto Ferrone e Marina Simeone che ha voluto fare chiarezza e spiegare quegli errori che l’amministrazione comunale continua a proferire nel comune parlare. E’ obbligatorio accogliere gli immigrati? E’ un sistema virtuoso lo SPRAR? e le cooperative da chi sono gestite? Porta guadagno accogliere? A queste e ad altre domande hanno risposto gli ospiti invitati a partecipare.

Il professor Massimo Pacilio con un intervento tecnico e meticoloso nel citare percentuali e bibliografia sull’argomento ha esposto le ragioni che hanno indotto lui e altri professionisti e cittadini a fondare un comitato che potesse difendere il territorio da questa invasione oramai incontrollabile. Sia SPRAR che cooperative in quasi tutte le località dell’Avellinese riportate ad esempio non hanno rispettato le percentuali che la legge avrebbe previsto come giuste per l’accoglienza.

Questo vuol dire che l’emergenza tenderà sempre più a soffocare i piccoli territori e a minarne seriamente le possibilità di crescita demografica e sviluppo economico. L’ingegner Di Lorenzo da politico di lunga esperienza e imprenditore coraggioso ha posto la questione partendo dall’analisi occupazionale dei nostri territori. “In un momento così critico – ha spiegato Di Lorenzo – l’arrivo di immigrati in numeri esponenziali oltre che aggravare la già precaria vita sociale e lavorativa del Sannio non può fare. Le imprese barcollano e la forza lavoro viene mortificata con un ribasso degli stipendi che porta a rasentare la miseria. L’immigrato in tal senso si trasforma in sfruttato e il cittadino in emigrante alla ricerca di fortuna altrove. Dire no a questo sistema non è razzismo è politica realista e responsabile. Quello che occorre – ha chiarito Di Lorenzo – è una opposizione dei cittadini più forte e più unita”.

Non meno preparato ed incisivo Antonio Barbieri, giovane laureando in giurisprudenza, che ha portato all’attenzione del pubblico il sistema di leggi che garantiscono lo SPRAR e le cooperative e “la loro vacuità nel rispondere ai bisogni del cittadino, tra cui la sicurezza, minata a livello sanitario e di criminalità”.

Marina Simeone dopo aver aperto l’incontro spiegando le ragione di questa conferenza, ennesimo tentativo di fare chiarezza in un mare di cattiva informazione e spregevole profitto, ha ribadito “il suo disprezzo per un umanitarismo a senso unico, sempre pronto a ricorrere alla solidarietà quando c’è da fare propaganda, dimenticandosi però di essa quando si deve realmente considerare la provenienza di questi sfruttati. E’ stato dimostrato da video e intercettazioni telefoniche che ci troviamo dinanzi l’ennesima tratta. Come nel seicento i territori africani sono presi d’assalto e privati di giovinezza, di futuro, di identità, in nome della corsa al mercato flessibile, competitivo, sempre alla ricerca di nuovi proletari da schiavizzare. Ora dinanzi il collasso europeo e italiano, causato da invecchiamento demografico, immigrazione programmata e incontrollata, sclerosi economica – ha chiuso Marina Simeone – possiamo chinare il capo e attendere la nostra fine oppure resistere e ribellarci”.

Un saluto è stato fatto pervenire anche da Marialucia Scarinzi vicario di Forza Italia e dal vice sindaco Cecere purtroppo assente per ragioni personali.

“L’amministrazione comunale – scrivono gli organizzatori – non ha partecipato alla iniziativa, ha preferito rimanere fuori seduta comodamente sulla panchina. Un solo esponente Leonardo Ciarmoli ha preso la parola per difendere lo SPRAR, dicendo che è un sistema che proteggerà il territorio dall’avvento delle cooperative e che garantirà un’accoglienza controllata. Ma non ha parlato come amministratore ha parlato come cittadino, perché l’amministrazione comunale – ha aggiunto – non aveva ricevuto nessun invito formale”.

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