CULTURA
Fossili e rarità: nel cuore di Benevento il prezioso ‘tesoro’ del geologo Benvenuto
Il professionista, presidente dell'Archeoclub, mostra a Ntr24 la propria collezione privata: "Ai giovani dico di fare esperienza sul campo"Ascolta la lettura dell'articolo
“Sono legato ad ogni singolo pezzo. Questi li ho trovati sul Taburno, altri in Giappone: questo è il sogno della mia vita”. Le parole sono del geologo Michele Benvenuto, le pronuncia mentre la chiave gira nella serratura e tre vetrine illuminate da luci bianche restituiscono fossili del cretaceo, rarità minerali e sorprendenti reperti scoperti negli angoli più nascosti del mondo. Le telecamere di Ntr24 hanno avuto il privilegio di entrare nello studio privato del geologo e presidente della sezione sannita dell’Archeoclub d’Italia.
Un angolo del suo appartamento dedicato ad oltre cinquanta anni di lavoro e passione che hanno prodotto un’invidiabile collezione privata. Nelle vetrine trovano posto trilobiti e artropodi, ma anche calcari, mirra, famiglie di quarzo, una “rosa del deserto” e una punta di freccia risalente al paleolitico. Una vera e propria enciclopedia paleontologica e mineraria messa insieme con pazienza e perizia.
Ma come tutte le collezioni, non si tratta di una selezione fine a se stessa: il vero obiettivo è la divulgazione della conoscenza. Un fine che emerge chiaramente dagli occhi di Benvenuto che si illuminano ad ogni pezzo che tira fuori dalla vetrina per spiegarci particolarità e aneddoti.
“Ho creato la prima associazione di geologi nel Sannio e sono stato segretario dell’ordine nazionale – ci racconta orgoglioso -. Mi sono occupato dell’emergenza del terremoto in Irpinia e ho partecipato ad una delegazione italiana per i terremoti in Giappone”.
E ogni piccolo pezzo contenuto nello studio è una parte della vita di Benvenuto, ma anche un pezzo di storia della geologia, come raccontano le antiche carte topografiche e tutti i suoi strumenti di lavoro: dai metal detector d’epoca all’immancabile martello da geologo.
Il sogno del Benvenuto è che il suo lavoro possa servire per le nuove generazioni, in un’area come il Sannio dove lo studio del territorio continua a rivestire un ruolo fondamentale, visto il rischio sismico e alluvionale. “La collezione, finché potrò – conclude -, continuerò a godermela io. Ai giovani dico di camminare, conoscere e toccare il terreno perché solo così potranno crescere professionalmente e rendere un servizio fondamentale alla comunità”.
L’intervista nel servizio video