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Comune di Benevento

“Bando Periferie”, Farese e Sguera (M5S): “Penalizzati i quartieri degradati”

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“Malgrado la lunga nota di risposta alle critiche di Fausto Pepe dell’Assessore Pasquariello, continuiamo a ritenere le scelte sul “bando periferie” sbagliate e le procedure lacunose (tacendo il fatto che due passaggi sembrano pari pari ripresi dalla “Città della bellezza” di Del Vecchio alla lettera)”. Così in una nota i consigliere comunali del M5S, Farese e Sguera intervengono sulla vicenda del “Bando Periferie”.

“Ribadiamo – scrivono i grillini -, che quella del M5S non sarà un’opposizione aprioristica ma tesa ad analizzare pregi e difetti di ogni singolo provvedimento, aspettando la visione d’insieme promessa per ottobre. Per chiarezza, ricostruiamo la vicenda. Il 19 Luglio, ad una settimana dall’insediamento, il M5S sollecitava l’attuale amministrazione a non lasciarsi sfuggire alcune opportunità, tra le quali il cosiddetto “Bando Periferie” emanato a maggio 2016, in attuazione dell’art. 1 della legge di stabilità 2016 e finalizzato ad un “Programma straordinario di intervento per la riqualificazione urbana e la sicurezza delle periferie delle città metropolitane e dei comuni capoluogo di provincia”.

“È evidente – aggiunge la nota – che i soggetti abilitati a presentare i progetti di riqualificazione delle periferie devono, nella sostanza, stilare un vero e proprio programma d’interventi, e che tale programma si formula operando delle “scelte” che, in quanto tali, hanno sempre valenza “politica”, quindi anche di competenza dell’organo politico. Nella fattispecie quali sono le scelte che si sarebbero dovute operare? Innanzitutto si sarebbero dovute individuare territorialmente le periferie urbane sulla base di riferimenti certi. Poi, tra quelle più degradate, “scegliere” le aree in cui concentrare l’attenzione per l’esecuzione degli interventi di riqualificazione. A tale proposito si fa notare che non tutte le periferie sono degradate o, almeno, non lo sono in egual misura. Pertanto, sarebbe stato indispensabile, cosa tra l’altro richiesto dallo stesso bando, aprire un tavolo di confronto con altre istituzioni (ad esempio lo IACP), ordini professionali, associazioni dei costruttori, associazioni ambientaliste, comitati di quartiere et cetera per addivenire a “scelte” condivise, ponderate e coerenti con una strategia più complessiva di riqualificazione del territorio comunale, urbano e non, di cui le periferie, da un punto di vista territoriale, ambientale e sociale costituiscono l’elemento più sensibile e strategicamente più importante. Su queste aree, quindi, si sarebbe potuto e dovuto intervenire al fine di consentire reali processi di integrazione e riqualificazione territoriale e ambientale. Inoltre, tutte le “scelte” si sarebbero dovute effettuare sulla base degli interventi pubblici già previsti nel programma triennale delle opere pubbliche.

Saltando tutte le necessarie e prescritte procedure di coinvolgimento della città, ampiamente proclamate in campagna elettorale, la Giunta – sottolineano Farese e Sguera – il 29 luglio 2016 alle 21,15, qualche minuto dopo il Consiglio Comunale, ha approvato le proposte presentate e il quadro tecnico economico del progetto denominato “La Città di tutti, la Città per tutti” senza minimamente accennare alla cosa sebbene fosse stata da noi presentata una interpellanza in tal senso. Sicché, gli interventi pubblici sono stati individuati quasi a caso e distribuiti sul territorio senza avere come riferimento una strategia di reale riqualificazione delle periferie degradate e senza individuare queste ultime secondo criteri oggettivi. Si va così dalla sistemazione dei percorsi pedonali e del verde lungo fiume Matarazzo, arditamente considerata periferia, alla ridefinizione dei percorsi pedonali di piazza Colonna, recentemente interessata da interventi di riqualificazione con i fondi del PIU Europa (per altro tali lavori, non essendo ancora collaudati, sono da considerarsi ancora in corso). Inspiegabile appare, inoltre, l’adeguamento degli immobili ex scuola Sannio, sede di associazioni culturali e del volontariato sociale. L’amministrazione comunale, approvando questa proposta, sembra dimenticare che sulla stessa area è stata prevista la realizzazione di 57 alloggi sociali, per giovani e coppie e “senza casa”, con relativi servizi. Per altro, con tale scelta l’Amministrazione Mastella è andata in aperto contrasto con il programma elettorale posto a base del rilevante consenso ricevuto.

Ma le più grandi incongruenze si riscontrano nei progetti proposti dai privati e ritenuti meritevoli di inserimento nel programma e per i quali esistono già altre linee di finanziamento ai quali si poteva accedere – si legge nella nota -. Innanzitutto si rileva che nessuno di essi interagisce, completa o integra i progetti di iniziativa comunale, anzi risultano ad essi completamente estranei e funzionali solo a se stessi. La maggior parte riguarda zone certamente non periferiche e che certamente non sono aree urbane caratterizzate da situazioni di marginalità economica e sociale, degrado edilizio e carenza di servizi.

Un’ultima osservazione – attaccano i grillini -. Nella proposta di delibera, formulata dal dirigente del settore opere pubbliche Programmazione Comunitaria Urbanistica e non dall’assessore, che non appare in nessuna parte della proposta, si richiede una corposa documentazione che non è allegata alla delibera e per la quale occorrerà richiederne copia al fine di comprendere la strategia sottesa che per ora sfugge. Sarebbe stato, infatti, obbligo del Dirigente verificarne e certificarne l’esistenza, la completezza e la correttezza. A sua volta, la Giunta, se vi fosse carenza di tale documentazione, non avrebbe potuto approvare la relazione del dirigente e, quindi, i progetti. La mancata individuazione delle periferie degradate, su cui presentare progetti di riqualificazione, ha certamente indotto qualche privato a non presentare proposte su aree che non riteneva idonee, mentre altri, forse un po’ più “scaltri”, le hanno presentate e i progetti sono stati anche ritenuti meritevoli di approvazione. Tutto quanto illustrato comporterà, nel migliore dei casi, l’approvazione del programma e dei relativi progetti penalizzando le periferie realmente degradate e privilegiando ulteriormente le zone di maggiore pregio della città creando un ulteriore “gap” di emarginazione urbanistica, ambientale e sociale tra i vari quartieri della città o, nel peggiore dei casi, la mancata approvazione del programma con la perdita di una preziosa occasione e di fondi consistenti per contribuire al recupero delle zone più sensibili della città.  In buona sostanza, il programma di riqualificazione delle periferie approvato dalla Giunta sembra coerente con il programma elettorale del Sindaco per un solo aspetto: in tale documento, infatti, non è stata spesa una sola parola in merito alla riqualificazione delle periferie della città.

Più in generale emerge un problema già da noi denunziato in campagna elettorale: il PUC – conclude la nota – non restituisce una vera idea di città futura e si limita a normare aree e zone senza una visione completa . Il programma in oggetto segue la tradizione e crea un calderone all’interno del quale inserire tutti interventi isolati e scollegati. Già il PRUSST il Più Europa, il Piano casa hanno fallito proprio per assenza di una idea di città . Si inseguono i finanziamenti senza riuscire ad avere un quadro d’insieme. Bisogna cambiare il metodo: prima servirebbe un’idea di città chiara e condivisa, poi si potrebbero cercare i finanziamenti”.

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