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AMBIENTE

Ecomafia 2016, Campania maglia nera. Nel Sannio preoccupano incendi e rifiuti

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Più di 76 reati al giorno, più di 3 ogni ora. In Italia gli illeciti ambientali accertati nel 2015 sono 27745. Salgono a 188 gli arresti, mentre diminuiscono le persone denunciate (24.623) e i sequestri (7.055). Sono 18mila gli immobili costruiti illegalmente. Un giro d’affari complessivo che supera i 19 miliardi di euro.

Sono i dati principali che emergono da Ecomafia 2016 di Legambiente, le storie e i numeri della criminalità ambientale in Italia, edito da Edizioni Ambiente con il sostegno di Cobat, e presentato oggi a Roma, al Senato.

Maglia nera del Paese resta la Campania. La nostra regione ha fatto registrare 4.277 reati – il 15,6% del totale nazionale -, 3.265 persone denunciate e 22 arrestate. Oltre mille, invece, i sequestri.

Se a livello nazionale il totale dei reati tende a diminuire nel territorio campano c’è stato un aumento del 15% rispetto lo scorso anno (erano 3725 gli illeciti ambientali). Un affare gestito, secondo Legambiente, da 86 clan criminali. “È questa l’istantanea impietosa di una regione da troppo tempo in balia dell’ecomafia e in generale della criminalità ambientale – spiegano da Legmabiente Campania -. Una situazione che non è spiegata solo dalla Terra dei fuochi e dai suoi drammi, ma anche dai mille risvolti ecocriminali che in tutta la regione continuano a trovare uno dei territori d’elezione. Il luogo dove si è radicata una vera e propria imprenditoria ecocriminale che si avvale di professionisti e funzionari pubblici corrotti, colletti bianchi, banchieri, uomini politici e delle istituzioni”.

Per quanto riguarda il ciclo dei rifiuti, la classifica regionale vede la provincia di Napoli, prima anche a livello nazionale, con 313 infrazioni, 377 persone denunciate e arrestate e 155 sequestri, seguono Salerno e Avellino. Quarta Benevento con 61 infrazioni accertate, 66 persone denunciate e 20 sequestri. Ultima Caserta.

Dati significativi anche per il ciclo del cemento con la provincia di Napoli che continua a dominare anche a livello nazionale con 301 infrazioni, 377 persone denunciate e 188 sequestri. A ruota ci sono Avellino e Salerno, seconda e terza in Italia. Chiudono Caserta e Benevento che fa registrare 30 infrazioni, 42 denunce e 3 arresti. Una tradizione, quella di costruire fuorilegge o truccando le carte, che non rallenta nemmeno con la forte crisi dell’edilizia di questi anni.

Campania al “top” anche per quanto riguarda gli incendi: 894 sono le infrazioni (quasi il 20% sul totale nazionale), 22 le denunce e 13 i sequestri. Nella graduatoria ci sono Salerno, Avellino e il Sannio che è nono a livello italiano con 125 infrazioni.

Accanto agli aspetti più noti, però, le ecomafie – spiega il rapporto – continuano i loro affari anche nel racket degli animali con 8.358 reati commessi nel 2015. A rischio anche i beni culturali: lo scorso anno ne sono stati recuperati o sequestrati dalle forze dell’ordine per un valore che supera abbondantemente i 3,3 miliardi. Un valore 6 volte superiore a quello registrato nell’anno precedente, quando si era “fermato” intorno ai 530 milioni.

“Anche quest’anno il Rapporto Ecomafia – conclude Rossella Muroni, presidente nazionale di Legambiente – ci racconta il brutto dell’Italia, segnata ancora da tante illegalità ambientali, ma in questa edizione 2016 leggiamo alcuni fenomeni interessanti che lasciano ben sperare. Dati e numeri, in parte in flessione, che dimostrano quali effetti può innescare un impianto normativo più efficace e robusto come i nuovi ecoreati, in grado di aiutare soprattutto la prevenzione oltreché la repressione dei fenomeni criminali”.

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