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Mensa scolastica di Benevento, parla la Ristorò: “Il nostro operato è corretto. Invitiamo i genitori a controllare”
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Si aggiunge un altro tassello alla questione della mensa scolastica del Comune di Benevento nata in seguito al dossier “Scarpe e ceci” dell’associazione sannita Altrabenevento. Nel documento emergevano una serie di irregolarità dell’azienda Ristorò che si occupa del servizio per Palazzo Mosti.
In particolare la presenza di insetti nella pasta e ceci, il brodo fatto con il dado che è vietato nelle mense scolastiche, le lavorazioni della carne, dei formaggi e dei salumi che non rispettano il contratto con il Comune, la mancanza di un abbigliamento idoneo per i lavoratori e la presenza in cucina di personale non autorizzato.
Dopo numerosi incontri e polemiche l’azienda ha voluto dare la sua versione dei fatti attraverso le nostre telecamere. “Per quanto riguarda la questione dei ceci – ha spiegato la direttrice della Ristorò, Rossana Porcelli – non è possibile che ai bambini siano arrivati piatti con insetti, perché oltre alle norme igieniche che rispettiamo con zanzariere alle finestre ed altri dispositivi, quel giorno la pasta e ceci non è mai arrivata a scuola a causa di un problema tecnico”.
Sempre Altrabenevento aveva portato delle foto, scattate all’interno dell’azienda, che evidenziavano la scarsa igiene delle pentole e delle attrezzature utilizzate per la cottura dei pasti.
Dalle aule scolastiche a quelle giudiziarie: la ditta – scriveva l’associazione – ha subito una prima condanna in sede penale, con una multa, per la presenza di capelli in un pasto servito in una scuola.
L’azienda, intanto, attraverso una nota, ha voluto ribadire il proprio corretto operato confermato, peraltro, dalle verifiche ispettive avvenute dal 3 dicembre 2014 fino ad oggi. Infatti, da quella data – proseguono dalla Ristorò – abbiamo avuto ben 6 verifiche ispettive da parte di autorità competenti, quali Asl, vigili urbani, Arpac, e per ultimo, il giorno 20 gennaio, quella dei Nas.
Si precisa che le risultanze di tali verifiche, che peraltro non hanno mai riscontrato alcuna anomalia. “Discorso che vale anche le la questione dello zolfo – ha aggiunto Porcelli – dove le analisi dell’Arpac dimostrano che non c’è presenza in azienda di elementi nocivi. Anche l’ultimo controllo dei Nas – ha concluso la direttrice – ha evidenziato la buona qualità dei nostri prodotti e dell’igiene dei locali”.
Anche il numero dei pasti, sceso dai 1700 ai 700 – secondo la ditta – non sarebbe imputabile al cibo, ma all’aumento del costo per iscrivere i bimbi a mensa che avrebbe spinto i genitori a ridurre il tempo pieno.
L’intervista nel servizio video.