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San Giorgio la Molara, questione Cava Macchia Calcarea: ancora tutto da decidere

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Nel consiglio del 23 gennaio scorso, convocato su richiesta dei consiglieri di minoranza Paradiso, Vella, De Vizio, Gagliardi e Ragucci, l’amministrazione comunale di San Giorgio la Molara è stata chiamata a esprimersi sulla petizione popolare promossa dagli esponenti dell’opposizione, sottoscritta da oltre ottocento cittadini e inviata lo scorso dicembre alla Regione Campania.

La presentazione del documento aveva costituito motivo di nuovo aggiornamento dell’ultima Conferenza di Servizi, con la richiesta esplicita del Genio Civile alla società f.lli Miele di rimodulare il progetto di ripristino ambientale, alla luce delle argomentazioni contenute nella petizione.

La maggioranza consiliare del centro fortorino, scorporando l’argomento in tre distinte deliberazioni, ha condiviso le ragioni espresse nella petizione popolare – quelle riguardanti la salvaguardia delle falde acquifere presenti in loco e il divieto di utilizzare materiali esterni al luogo per il livellamento dell’area – ma ha bocciato l’opzione “zero”, ovvero la richiesta di non procedere affatto con l’intervento di recupero della cava, richiesta che di fatto costituiva l’elemento centrale della petizione popolare.

Motivazione alla base di tale contrarietà all’opzione “zero”, il rischio di esporre la cava alla possibilità che questa, in assenza di un intervento di recupero ambientale, possa essere individuata in futuro quale luogo di sversamento di frazione stabilizzata o inorganica.

Nel corso del dibattimento, la minoranza ha replicato a tale rischio citando altri casi nel territorio nazionale, identici a quello in oggetto, in cui non si è proceduto al ripristino ambientale e nonostante ciò, vista la presenza di falde acquifere in loco, è stata comunque scongiurata ogni ipotesi di deporvi qualsiasi tipo di rifiuto o frazione, organica o inorganica che sia.

Nonostante le divergenti posizioni su tale punto centrale, il sindaco Paragone, alla luce dei contributi e delle argomentazioni scientifiche fornite dalla minoranza nel corso dell’assise, ha comunque manifestato l’intenzione di voler approfondire l’ipotesi dell’opzione zero.

Dunque solo parzialmente soddisfatti i promotori della petizione popolare, vista la posizione della maggioranza che, deliberando contro l’opzione “zero”, non ha inteso prendere posizione netta contro l’intervento.

Resta infine da sciogliere la questione degli usi civici probabilmente gravanti sull’area e il cui vincolo, qualora dimostrato, darebbe un taglio del tutto diverso alla soluzione dell’intera vicenda.

Quest’ultima incognita, così come la rimodulazione del progetto richiesta dal Genio Civile alla società proprietaria, potranno essere forse chiariti nella conferenza di servizi fissata per il prossimo 19 febbraio.

mdc

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