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“Ri-evolution”
Una giovane donna appare al centro della scena, quasi nuda, con lunghi capelli scuri e un solo oggetto in mano: una mela morsa. E’ la donna per eccellenza, la prima, è Eva. Inizia a parlare, in un monologo che è un prologo simbolico dello spettacolo stesso.Ascolta la lettura dell'articolo
“Ri-evolution” con Beatrice Fedi, Roberta Mattei, Martina Cavazzana
regia Roberto di Maio
Progetto Compagnia DeMix
“Una giovane donna appare al centro della scena, quasi nuda, con lunghi capelli scuri e un solo oggetto in mano: una mela morsa. E’ la donna per eccellenza, la prima, è Eva. Inizia a parlare, in un monologo che è un prologo simbolico dello spettacolo stesso.
E’ delusa, è disillusa. E’ arrabbiata. E’ incazzata con Dio, per avergli dato un compagno non all’altezza della sua rivoluzione, la rivoluzione insita in quel morso. Introduce, illumina e poi scompare, lasciando il posto alla vera scena. Una scrivania, addobbata come una casa. Sotto la scrivania una giovane donna… Accanto a lei un’altra donna, in ginocchio, poggiata con le mani su una poltrona da ufficio, indossa delle ginocchiere. Guida la poltrona come fosse la sua casa mobile…
Dall’impressionante impatto registico, forte di installazioni video giocate e studiate spazialmente in maniera intelligente e originale dalla compagnia DEMIX, “Ri-Evolution” è una provocazione spinta dall’indignazione, per un’attualità piena di teste che si abbassano, per una politica piena di patti firmati sotto le lenzuola, per piccole provincie o enormi metropoli vuote di alcun accenno di emancipazione.
Uno spettacolo performance unico, che parla delle donne, con i loro gesti, le loro voci, le loro parole, parla agli uomini tutti e lo fa mostrandoli al loro peggio, come uno specchio per la prima volta estremamente sincero.
È una provocazione, un’iperbole, un’esagerazione che mostra le donne come “puttane”, soggetti desiderosi di esistere solo come appendice dell’uomo. Donne che lottano per una porzione di potere riflesso, che più del corpo vendono le proprie aspirazioni, la propria capacità di sognare, la propria indole alla rivoluzione”.