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CULTURA

“Il mercato siamo noi”: la proposta di votare con il portafoglio al Cives

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Si è tenuta il 23 Novembre presso il Centro di Cultura “Raffaele Calabria” la terza lezione di CIVES – Laboratorio di Formazione al Bene Comune che questa volta ha ospitato il professore Leonardo Becchetti (docente di Economia politica presso l’università “Tor Vergata” di Roma).

L’incontro, dedicato alle proposte di azione per superare la crisi, è stato introdotto da Antonio Assante (vice-direttore dell’Ufficio per i Problemi Sociali e il Lavoro della diocesi di Benevento) il quale ha anticipato i molteplici campi di analisi della lezione tenuta poi dal docente (tra i quali la crisi finanziaria, la sostenibilità ambientale e il mondo del volontariato) e la sfida della condivisione, al centro del suo intervento: “Attraverso il misurarsi con l’altro, le relazioni, avviene la nostra crescita personale, e possiamo mettere in rete anche esperienze come questa, cercando di scardinare ogni diffidenza e difficoltà che incontriamo”.

Subito dopo è intervenuto il prof. Becchetti, il quale ha illustrato rapidamente il contesto di partenza al quale ha fatto costantemente riferimento la sua analisi, e cioè uno scenario nel quale la globalizzazione presenta oggi a noi il conto, dove la differenza tra tenore di vita e costo del lavoro diventa un gap sempre più difficile da colmare: “Abbiamo attualmente una molteplicità di crisi fondata su quella economica e, conseguentemente, finanziaria, a causa della quale i paesi più ricchi si indebitano per tenere il passo, e il processori convergenza è molto lento. Abbiamo una crisi ambientale, di un pianeta che non procede al nostro ritmo. Abbiamo una crisi della felicità, che non corrisponde affatto alla crescita del PIL. Abbiamo, infine, una crisi dei beni relazioni, intesi come ciò che per essere prodotto ha bisogno dell’altro, mentre nel bene privato l’altro è visto come rivale: questi sono in crisi perché richiedono tempo, investimento, e rischio, poiché possiamo fallire”.

Le cause di tutto ciò sono ovviamente molteplici, ma l’intervento ne sottolinea una in particolar modo, probabilmente sottovalutata troppo spesso dagli economisti classici ma che oggi sembra diventare più centrale: “Ci riferiamo ancora ad una categoria divenuta estemporanea, all’homus economicus, – ha proseguito Becchetti – e cioè ad un concetto di persona triste, all’interno della quale questa può raggiungere la felicità solo guadagnando e spendendo. Il problema è che questo modello, oltre ad essere socialmente dannoso e strutturalmente contro il modello cooperativistico, è anche basato su una categoria di persone da sempre in minoranza”.

Nella seconda parte, la vivace analisi del docente affronta il tema a lui probabilmente più caro e del quale sicuramente oggi si ha maggiormente urgenza di confronto, e cioè le possibili soluzioni: “Si dovrebbe partire prima di tutto da una riforma della finanza, favorendo i capitali pazienti rispetto a quelli supersonici, separando la banca commerciale da quella d’affari, rinforzando lo scudo anti-spread e creando un patto fiscale per l’Italia che risolva il problema il debito aggredendo l’evasione fiscale ma vincolando il recupero ad una riduzione delle tasse”.

La strategia di azione contro la crisi presentata da Becchetti prevede inoltre l’importante possibilità offerta ai cittadini attraverso il voto con il portafoglio: “Non conta solo il voto politico. Ogni volta che noi compriamo votiamo per un’azienda; se scegliamo quelle che fanno il nostro interesse in maniera più socialmente e ambientalmente più sostenibile, il problema è risolto, nel nostro interesse.

Per questo abbiamo creato in rete NEXT, una vera e propria vetrina digitale dove imprese e cittadini possono interagire dando la possibilità a questi ultimi di compiere delle vere scelte politiche nel momento in qui acquistano. Dobbiamo andare verso un nuovo concetto di carità – ha concluso il docente – che non sia elemosina che mantiene la distanza tra le persone, ma che dia una possibilità all’altro”.

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