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Daniela Basile a difesa di suo fratello Pasquale: “Su quel tetto stavo male e lui era arrivato per aiutarmi”

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Dopo la comunicazione di Pasquale Basile, che annunciava il suo rinvio a giudizio a seguito di una denuncia da parte di una agente della polizia, la sorella Daniela Basile, interviene con una lettera a sostegno del fratello. Pasquale Basile, stando anche ai racconti dei presenti, era salito sul tetto del Provveditorato per soccorrere la sorella Daniela, che aveva avvertito un malore, mentre portava avanti la protesta degli insegnanti precari.

“Quel pomeriggio di settembre del 2011, ero salita sul tetto assieme a tanti colleghi e collaboratori scolastici, per rivendicare il diritto al lavoro ed alla dignità , diritti, che troppo spesso vengono calpestati da politiche spietatamente arroganti e disinteressate alla vita umana. Il caldo torrido e l’odore acidulo del manto di catrame che rivestiva il tetto, furono causa di un improvviso calo pressoreo e di un malore. In questi casi è normale ricorrere e richiedere l’aiuto e la presenza di un proprio caro; anche chi ha l’ardore di salire sui tetti avverte la naturale necessità di avere un proprio familiare accanto nei momenti di bisogno. 

Siccome mio fratello Pasquale, è cresciuto assieme a me, ha condiviso con me tutti i momenti di lotta e di vita da quando è nato, visto che ci lega un’alchimia profonda ed indissolubile, ho ritenuto opportuno ricorrere al suo aiuto nel momento in cui le mie forze sono venute a mancare. C’erano decine e decine di persone su quel tetto: docenti, sindacalisti, giornalisti, collaboratori scolastici, fotografi. Tutti e ribadisco tutti erano saliti senza che la polizia muovesse un dito o impedisse il loro accesso soprattutto perchè era stato concessa l’autorizzazione a restare lì oltre che la solidarietà dalla Provincia di Benevento Per questo raggiunsi telefonicamente Pasquale chiedendogli di portarmi qualcosa di dolce che mi consentisse di far rialzare la pressione.

Mio fratello, come tutti i fratelli di questo mondo, che oltre a portare avanti le proprie idee e battaglie politiche, è un uomo premuroso e sensibile, si è immediatamente prodigato a conmprarmi un succo di frutta e dei cioccolattini e a portarmi tutto celermente. Ero sul tetto sudata, con una tachicardia spaventosa , coi capogiri e la sensazione di venire meno quando finalmente vidi sopraggiungere mio fratello preoccupatissimo come tutti i fratelli dotati di cuore. Nemmeno il tempo di raggiungermi che si levarono e grida di un’agente della Digos che puntando il dito contro Pasquale, lo accusava di avere opposto resistenza e di averla spintonata.

Immediate furono le poteste dei testimoni diretti, dei colleghi che avevano assistito alla scena e che indignati denunciavano la falsità delle accuse mosse dall’agente e la volontà da parte di tutti di denunciare un abuso di potere. Seguirono attimi concitati durante i quali i testimoni chiedevano fermamente di essere ascoltati e di fare una deposizione scritta ma, fu loro impedito. Sono cresciuta con l’idea che chi indossasse una divisa avesse il compito di difendere i cittadini dai soprusi e le angherie ma, episodi come questi, che oggi sono sempre più numerosi mi fanno purtroppo ricredere. Oggi lottare a difesa dei deboli e delle igiustizie sociali, equivale a indossare a vita l’etichetta del dissidente , del rivoluzionario da reprimere a tutti i costi.

La verità e la voglia di giustizia sociale sono considerati uno scomodo bagaglio da imbavagliare per impedire che le coscienze si risveglino e si riapproprino della sovranità popolare e dei diritti. Oggi a malincuore devo ammettere che chi occupa gli scranni di potere è autorizzato a commettere i peggiori reati e nonostante tutto indossa sempre l’etichetta dell’onorabilità . Mi rammaricano i pregiudizi di genere ma non mi fanno demordere dal difendere le mie idee e soprattutto dal denunciare i soprusi e gli abusi di potere.

Mio fratello Pasquale Basile è innocente, mio fratello Pasquale Basile usa una sola arma come la usiamo tutti noi : la solidarietà; mio fratello Pasquale Basile è una persona pacifica ed un sognatore che lotta per la libertà. Contro le etichette di genere a gli abusi di potere sarò il 12 marzo a presidiare e testimoniare la verità, a denunciare le anomalie del sistema di polizia e a rivendicare la vera legalità.”

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