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Sindacati

Nel 2012 quasi l’11% del gettito Irpef destinato a pagare Giunte e Consigli regionali

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Tra il Decreto Salva Italia, che ha aumentato per il 2012 dello 0,33% l’aliquota base delle Addizionali Regionali IRPEF, l’attuazione dei decreti del federalismo fiscale, approvata nel 2011, e la spending review, per i contribuenti italiani, si profila una stangata, nel 2015, di 776 euro medi, con un aumento del 125,6% pari a 432 euro medi per contribuente.

I primi effetti si potrebbero iniziare a vedere già dal prossimo anno, se tutte le Regioni si avvalessero della possibilità loro concessa di adeguare le proprie aliquote, con un aumento di 120 euro, con punte di 138 euro medi nelle 8 Regioni alle prese con i ripiani della sanità (Piemonte, Abruzzo, Lazio, Molise, Campania, Puglia, Calabria e Sicilia). E’ quanto calcola l’Osservatorio periodico della UIL Servizio Politiche Territoriali, a seguito di una simulazione, conteggiando annualmente, da qui al 2015, anno questo in cui il federalismo fiscale andrà a regime, i possibili aumenti delle Addizionali IRPEF.

“Infatti, spiega Guglielmo Loy – Segretario Confederale UIL – già da quest’anno il Decreto Attuativo del federalismo fiscale dà alle Regioni la possibilità di aumentare le aliquote IRPEF “congelate” fino al 2011, dello 0,5% oltre l’aliquota di base (1,73% l’aliquota massima) a sua volta aumentata dal Governo Monti dallo 0,9 all’1,23%. A ciò si aggiunge il recente Decreto sulla spending review che anticipa al 2013, anziché dal 2014, la facoltà di aumentare dello 0,6% le Addizionali Regionali IRPEF nelle Regioni alle prese con il deficit sanitario.

Dal 2014 anche le altre Regioni potrebbero avvalersi della possibilità di aumentare l’Addizionale di un ulteriore 0,6% portando l’aliquota massima al 2,33%. Ma non è finita qui perché nel 2015, anno questo di entrata a regime del federalismo fiscale, ci potrebbe essere un ulteriore aumento dell’aliquota dell’1%, portando l’aliquota massima al 3,33%. Tutto ciò produrrebbe per le casse delle Regioni un gettito che passerebbe dai 10,9 miliardi di euro del 2012 ai 23,5 miliardi di euro nel 2015.

Questi dati, insieme agli ultimi fatti avvenuti nella Regione Lazio, devono indurre a una profonda riflessione sull’attuazione del federalismo fatta fino ad oggi partendo soltanto dalle leve fiscali. Basti pensare che il 10,8% del gettito dell’Addizionale Regionale IRPEF è utilizzato per coprire i costi per il funzionamento degli Organi Costituzionali (Consigli e Giunte), che ammontano a 1,1 miliardi di euro l’anno”.

Per la UIL è necessario, invece, partire dalla razionalizzazione della spesa pubblica improduttiva, combattendo gli sprechi, ad iniziare dai costi della politica, evitando di far leva sul fisco locale. Carico fiscale che, ricorda Guglielmo Loy, pesa principalmente sulle tasche dei lavoratori dipendenti e pensionati, che rappresentano l’85% del totale dei contribuenti. Per questo è fondamentale, che l’IRPEF regionale sia applicata con criteri socialmente sostenibili da parte di chi vive con un reddito fisso.

“A tal proposito rilanciamo, conclude Loy, la nostra proposta di applicare le aliquote progressive per scaglioni di reddito e, soprattutto, di prevedere una no TAX AREA per i lavoratori dipendenti e pensionati come per l’IRPEF nazionale”.

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