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Provincia di Benevento

Rocca dei Rettori, non solo approvazione del bilancio 2012. In Consiglio tiene banco la spending review

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Il Consiglio provinciale di Benevento, presieduto da Giuseppe Maturo, ha approvato stamani la manovra di Bilancio per il 2012 ed ha ampiamente discusso sul Decreto del Governo Monti per l’accorpamento delle Province invitando la cittadinanza alla mobilitazione e promuovendo una riunione ulteriore dell’Assemblea su questo argomento.

Era stato il Presidente della Provincia Aniello Cimitile che, dopo aver sentiti i Capigruppi del Consiglio in una riunione preliminare, a chiedere la discussione di un ordine del giorno aggiuntivo ai lavori dell’Assemblea sulla soppressione della Provincia di Benevento.

Il Consiglio ha quindi affrontato la discussione sui documenti di Bilancio concernenti sia il Conto consuntivo per l’anno 2011, che la previsione di spesa per il 2012, insieme al programma delle Opere pubbliche. La manovra di Bilancio è passata a maggioranza con 13 voti a favore, 5 contrari e 4 astenuti. Il Bilancio 2012 recepisce anche una raccomandazione del Consigliere di opposizione Catello Di Somma per rimpinguare la dotazione delle risorse finanziarie destinate alla piccola e media impresa e al lavoro giovanile: la esatta quantificazione di tale disponibilità finanziaria è stata demandata alle verifiche dopo gli ulteriori tagli di risorse che il Governo disporrà entro l’anno e che assommano a 500mila Euro.

La manovra di Bilancio è stata illustrata dall’assessore Giovanni Bozzi.

Questi ha precisato che la Provincia è sempre riuscita a tenere fede al Patto di Stabilità e ha i conti in ordine nonostante i tagli lineari forti che si sono registrati negli ultimi mesi. Le Entrate per l’anno 2012 assommano a 106 milioni. Le spese correnti assommano a 34,8 milioni di Euro; le spese in conto capitale a 61,3 milioni di Euro; per rimborso prestiti a 1,2 milioni di Euro, spese per servizi in conto terzi a 8,9 milioni di Euro. La politica degli investimenti per le opere pubbliche consiste in 61,3 milioni di Euro finanziato dai trasferimenti in c/capitale della Regione e dell’Unione Europea, dall’assunzione di mutui e da stanziamenti di bilancio (avanzo di amministrazione).

Il Presidente Cimitile ha ricordato le proposte programmatiche del Patto di Sviluppo per il Sannio presentate al Governatore della Campania Caldoro e come, nonostante i tagli di risorse finanziarie, la provincia abbia alimentato il cosiddetto pacchetto anticrisi a sostegno delle piccole imprese ad alto contenuto di innovazione e politiche di cooperazione con le Aziende locali. Il Presidente ha però ammonito che con i tagli già realizzati e quelli che si annunciano parlare di politiche di investimento a favore delle aree interne risulta velleitario.

Dopo la discussione sul Bilancio, sono stati approvati i provvedimenti per il il riconoscimento di due debiti fuori Bilancio e si è infine votato sul provvedimento per avviare la vendita di una parte dell’edificio della Scuola della Diagnostica Ambientale in ctr. Piano Cappelle di Benevento alla Società Marsec spa che intende trasferirsi da Villa dei papi.

Infine il Consiglio ha discusso del provvedimento circa l’accorpamento delle Province.

Per primo ha parlato il consigliere Spartico Capocefalo, il quale ha confermato le annunciate dimissioni dal Pdl ed ha dichiarato di aderire nuovamente alla Lista che lo vide eletto, cioè “Forza Sannio”, perché, ha detto, c’è bisogno di una azione di lotta forte ed intransigente contro chi vuole la cancellazione del Sannio, mandandolo a morte. Capocefalo ha chiesto a tutti i cittadini e a tutti i politici uno scatto di dignità a difesa della storia locale.

Sulla vicenda degli accorpamenti è intervenuto il presidente Cimitile, il quale ha contestato al Governo Monti di non aver voluto mai confrontarsi sul territorio su questo tema e che ha già dovuto smentire se stesso rispetto ad una prima intenzione di tagliare tutte le Province.

“Secondo l’Unione delle Province d’Italia – ha detto Cimitile – questo decreto ha comunque aperto un confronto con il mondo delle autonomie locali al fine anche di ridefinirne funzioni e compiti: l’Upi inoltre – ha ricordato Cimitile – ha affermato che per la soppressione dovrebbero valere anche criteri socio-economiche e la storia dei territori”. Cimitile ha però contestato la efficacia delle misure governative se esse sono destinate a ridurre le spese pubbliche e ha chiesto come mai non si tagliato altrove, dove effettivamente ci sono gli sprechi.

L’abolizione delle Provincia sarà una ittaura, secondo Cimitile: “Nel Sannio il 68% della forza lavoro è occupato nel terziario, che viene colpito direttamente dal taglio della Provincia che si porta consè tutti gli Uffici pubblici territoriali dello Stato. La nostra storia e la nostra identità vengono calpestati, insieme a tutti la organizzazione dei servizi su base del territorio provinciale. Tuttavia, io credo che noi siamo all’inizio di un percorso e non alla sua fine perché ora cominciano le discussioni in Parlamento e al Consiglio delle Autonomie locali”

Secondo, il consigliere del Pd Claudio Ricci ci troviamo di fronte ad un Governo non eletto dal popolo che è stato chiamato a fare ciò che i partiti non sono riusciti a fare, cioè a ridurre e razionalizzare le spese. Ora, però, secondo Ricci tocca al Parlamento svolgere la propria missione e cioè fare le riforme: quella elettorale, la riduzione dei parlamentari e la riforma costituzionale.

“Oggi, nella situazione in cui siamo, per incalzare il Governo, ha detto Ricci, occorrerebbe un Parlamento altrettanto autorevole. Che non esiste! L’autorevolezza si conquista adempiendo ai doveri: è il Parlamento che manca. Ecco perché sono pessimista sul percorso parlamentare, perché imporranno la fiducia al decreto legge e tutto passerà. Facciamo la nostra parte, coinvolgiamo la nostra deputazione. Agiamo insieme, senza distingui e mi auguro che il Parlamento, che oggi sembra essere “sentinella del nulla”, perché mi pare posizionato sulla Luna, possa riconquistare la propria dignità, prima ancora che la dignità dei territori”.

Il Consigliere dell’UDC Lucio Rubano, nel ricordare che il decreto legge di Monti anche per le Province salvate dall’accorpamento prevede la elezione degli organi attraverso l’Assemblea dei Sindaci e non più con il voto popolare diretto, ha chiesto una forte mobilitazione territoriale a difesa dell’economia della nostra provincia.

Sulla stessa lunghezza d’onda il consigliere Luca Ricciardi, il quale ha espresso la propria protesta come cittadino, come sannita e come operatore economico rispetto alla decisione di Monti: “in questo modo si colpiscono il territorio e la sua comunità di riferimento”. Ricciardi ha ricordato una serie di sciagurate decisioni politico-amministrative che nel corso degli anni hanno a poco alla volta smantellato dal Sannio una serie di servizi e di infrastrutture materiali ed immateriali che hanno portato alla situazione attuale ed ha chiesto di indire un Consiglio provinciale aperto il prima possibile, per coinvolgere le forze sociali, i sindaci e i parlamentari a salvaguardia della Provincia.

Il capogruppo del Pdl Cosimo Izzo ha affermato che quella di oggi è una seduta destinata ad essere l’ultimo per quanto riguarda l’approvazione del Bilancio di previsione. Dopo un excursus storico circa la isttuzione della Provincia e la mancata istituzione della Regione Sannio soprattutto in epoca Costituente, Izzo ha sottolineato che l’attacco odierno non è stato portato solo all’istituzione Provincia ma al territorio.

Egli ha quindi rimarcato anche le colpe della classe dirigente locale ed ha definito imbarazzante la situazione in cui si trova a dover operare un parlamentare in un momento in cui il Parlamento sembra essere stato espropriato dalle proprie funzioni e chiamato a ratificare decisioni altrui. “Siamo commissariati come comunità nazionale. Il problema che stiamo dibattendo in queste ore e in questi mesi è quello che riguarda la comunità di questo territorio.

Il fallimento della classe politica è di non aver avviato un processo di rinnovamento: l’ente provincia deve essere riformato, ma il percorso della revisione della spesa per una modifica costituzionale, mi lascia molto perplesso. Non è possibile cancellare la storia e la identità di una comunità”.

Il dibattito è stato chiuso dal presidente della Provincia che ha assicurato la mobilitazione contro il provvedimento di Monti.

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