POLITICA
Benevento: nasce ALBA, movimento a tutela dei beni comuni

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«È difficile trovare l’ALBA dentro l’imbrunire», cantava Battiato. Ma, anche in questo tempo di ombre oscure è necessario non rassegnarsi. Per questo un gruppo di sanniti ha risposto alla chiamata di Rito Martignetti per costruire il nodo territoriale del “soggetto politico nuovo” promosso, tra gli altri, da Paul Ginsborg, Marco Revelli, Ugo Mattei, Guido Viale, e, per ora, denominato ALBA, evocando i punti qualificanti della cultura politica sottesa (Alleanza lavoro beni comuni ambiente).
Al primo incontro hanno partecipato, tra gli altri, Gaetano Cantone, Amerigo Ciervo, Gabriele Corona, Salvatore De Toma, Fabio Marcarelli, Emi Martignetti, Annamaria Mollica, Nicola Sguera e Felice Simeone. Era presente Angelo Imbriani, promotore di ALBA in territorio avellinese, il quale, insieme a Martignetti, ha illustrato le caratteristiche del movimento, sottolineando in particolare l’enfasi posta sulle forme organizzative e facendo riferimento al fallimento di esperienze dai contenuti probabilmente analoghi ma incapaci di creare forme organizzative realmente alternative ai partiti tradizionali, la cui sclerosi e corruzione è oramai evidente. Dunque, al verticismo dei partiti tradizionali si dovrebbe contrapporre un’organizzazione “orizzontale” ma “consapevole”, attraverso i c.d. PARTY (partecipazione attiva riunita a tavoli interagenti).
ALBA cerca «la democrazia partecipata, non l’efficacia». I contenuti forti di questo nuovo progetto politico saranno la tutela dei beni comuni (non del bene comune!), la lotta contro il pareggio di bilancio inserito, con un vero e proprio golpe bianco, nella Costituzione e un’altra politica economica (su cui il movimento mostra una profonda dialettica interna, ad esempio nella contrapposizione fra Luciano Gallino, teorico di politiche keynesiane, e Guido Viale).
L’incontro è proseguito con gli interventi di tutti i convenuti. Sono emerse varie esigenze: quella di qualificare il movimento sulla ricerca di rapporti personali, sulla persuasione individuale ma anche di individuare strumenti capaci di raggiungere una fascia di persone, soprattutto giovani, avvezze a stili comunicativi completamente diversi da quelli della politica tradizionale, e fondati soprattutto sul web. Si è chiesta un responsabile rispetto di regole condivise, per evitare le derive di molto associazionismo litigioso e fondato su principi “carismatici” spesso antidemocratici. Alcuni hanno sottolineato la necessità di una profonda innovazione nel quadro politico italiano, affetto da una corruzione oramai tracimante, a fronte della quale la sola, pur meritoria, iniziativa giudiziaria non può bastare. Altri hanno rivendicato un rinnovato impegno civile, anche per contrastare la drammatica disaffezione alla res publica percepibile soprattutto nei giovani.
L’impegno con cui i convenuti si sono lasciati è quello di organizzare, nell’arco delle prossime settimane, un incontro pubblico aperto a tutta la cittadinanza.