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Le anomalie delle autolinee Apice-Benevento. Perchè non si trova un nuovo gestore?

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Il presidente di Altrabenevento, Gabriele Corona fa luce su alcune anomalie riguardo all’annunciata chiusura dell’attività da parte del gestore che gestisce il collegamento Apice-Benevento.
La Provincia cui spetta il controllo sulla garanzia del servizio è colpevole soprattutto, secondo Corona, di aver sottovalutato e/o ignorato il problema.

"Dalla scorsa estate – si legge nella nota –  la ditta che per anni ha gestito il servizio di autolinee tra Apice- Sant’Arcangelo– Benevento e Apice – San Giorgio del Sannio, ha annunciato che avrebbe cessato l’attività per motivi tuttora ignoti, ma la Provincia e la Prefettura, pur chiamate in causa più volte dai sindacati Ugl- trasporti e CUB- trasporti, non si sono attivate per trovare una soluzione che garantisse il diritto al trasporto dei pendolari e il posto di lavoro per i dipendenti.

Il primo ottobre sono scattati i licenziamenti e solo allora la Provincia si è decisa ad occuparsi della questione, ma finora è riuscita solamente ad imporre alla ditta di continuare il servizio per due mesi per avere il tempo di trovare un nuovo gestore. La scadenza si avvicina, i sei lavoratori dell’azienda hanno garantito il servizio senza stipendio da luglio scorso, ma la Provincia la soluzione non l’ha ancora trovata.
La Legge Regionale n. 3 del 2002 impone alla ditta che subentra di garantire il posto di lavoro ed i parametri stipendiali ai dipendenti, ma gli consente anche di utilizzare i pulman che sono stati acquistati con i fondi regionali e specificamente destinati a quelle linee di trasporto pubblico. Un nuovo possibile gestore si era offerto ma le condizioni prospettate lo hanno convinto a rinunciare. Infatti, nonostante il servizio sia pagato annualmente dalla Provincia con duecentoventimila euro della Regione Campania, ai quali si aggiungono centotrenta mila euro tra biglietti ed abbonamento, la nuova ditta ritiene che siano troppo alti i costi del lavoro e non sufficienti gli automezzi in dotazione. E’ successo, in sintesi, che il gestore rinunciatario, a luglio scorso, cioè proprio quando dichiarava la crisi e non pagava più gli stipendi, ha trasformato un contratto di lavoro da part-time a full-time. E’ evidente che tale scelta assolutamente ingiustificata, visto che l’azienda stava chiudendo, ha raddoppiato il costo di lavoro di una unità ma a carico del nuovo, ipotetico, gestore.

La Provincia alla quale tocca il controllo sulla garanzia del servizio e il rispetto dei contratti di lavoro, non ha fiatato. Alla Rocca dei Rettori è sfuggito pure che un familiare del titolare della ditta è stato pagato come amministrativo con un parametro altissimo, una sorta di dirigente per una azienda con sei dipendenti lui compreso, come se si trattasse di un gestore con decine di dipendenti. E non basta. Gli amministratori e i funzionari provinciali non sono ancora riusciti a spiegare perché gli autobus che la ditta rinunciataria deve consegnare al nuovo gestore sono catorci e dove sono finiti quelli gran turismo che sono stati acquistati con i fondi regionali e che, pertanto, sono destinati esplicitamente solo al servizio di linea tra Apice- Sant’Arcangelo – Benevento e Apice – San Giorgio del Sannio.

Queste “anomalie” del servizio sono state denunciate più volte da Altrabenevento dal 2005 ad oggi, ma nessuno ha voluto ascoltare. Adesso c’è solo da sperare che la magistratura riesca a fare chiarezza sull’accaduto e poi vedremo che cosa diranno i politici distratti abituati a lamentarsi del “giustizialismo”, e gli amministratori di Apice impegnati a fare il “salto della quaglia”.

 

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