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Difensore civico: ‘Storia di una figura mai nata, a Benevento’

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"Pur se tra polemiche, la Regione Campania ha nominato in questi giorni il suo difensore civico", scrive in una nota diffusa alla stampa il presidente di isidea, Rito Martignetti.
"La legge 142/1990 e, poi, il Tuel del 2000 hanno dato la possibilità a Comuni e Province di prevedere nei rispettivi statuti l’istituzione della figura del difensore civico, con compiti di garanzia dell’imparzialità e del buon andamento della pubblica amministrazione locale. Quella del difensore civico a Benevento è la storia di una figura mai nata.
Lo promise il sindaco Fausto Pepe nel 2006 e, dopo la sua rielezione, lo ha “caricato” nelle competenze dell’unica donna assessore della sua attuale Giunta, anche non potendoselo più permettere!
Per contenimento della spesa pubblica, infatti, la legge finanziaria 2010 ha abolito il difensore civico comunale, con seri dubbi di legittimità costituzionale, che qualcuno ha sollevato a livello di Comunità Europea.
Che cosa avremmo potuto ottenere dal difensore civico comunale?
La legge parlava di tutela del cittadino rispetto alle “carenze, disfunzioni, abusi e ritardi della pubblica amministrazione”, tutela che derivava la sua efficacia anche dal diritto di accesso che il difensore aveva sugli atti dell’amministrazione stessa. Insomma, rappresentava una prima soglia, assolutamente gratuita, per “chiedere giustizia” di fronte ad atti dell’amministrazione comunale che riteneva lesivi di una propria aspettativa, oppure per reclamare, nel caso di ritardo o rifiuto, a provvedere senza sobbarcarsi l’onerosità di un ricorso ad un legale professionista.
La difesa civica appariva come momento di partecipazione dei cittadini alla gestione della cosa pubblica, di incontro dialettico tra amministrato e amministrazione, di formulazione di rilievi, osservazioni e proposte. Ed era tanto più importante la presenza di questo “controllore cittadino”, in quanto, con la riforma del Titolo V della Costituzione, erano stati aboliti i controlli sugli atti degli enti locali.
Peccato! Avremmo potuto, per esempio, proporre al difensore civico di chiedere al Comune di posticipare la bella mostra sull’edilizia del secolo scorso, aperta presso Palazzo Paolo V, per esporre negli stessi locali atti e planimetrie del PUC, che ugualmente avrebbero interessato i cittadini!
Adesso le funzione dei difensori civici comunali potranno essere attribuite ai difensori civici della provincia nel cui territorio rientra il relativo comune, i quali assumono la denominazione di “difensori civici territoriali”.
Ma aspettarsi da un ente, la Provincia, dal destino incerto, l’istituzione del difensore civico, vanamente previsto nel suo Statuto, ci sembra purtroppo anacronistico".