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POLITICA

‘Ora querelato da Mastella per miei presunti legami con i magistrati’

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“Le decisioni assunte presso il tribunale di Benevento dal magistrato Antonio Clemente, prima, e, poi, dal gup, Sergio Pezza, per la ben nota vicenda “Quattro notti e più di luna piena” meritano, dal mio modesto angolo visuale, alcune considerazioni generali e personali.

Le prime – scrive appunto in una nota l’ex assessore comunale Giuseppe De Lorenzo –  riguardano, è inutile negarlo, il nuovo corso che, dopo decenni di assordante torpore, si sta, di giorno in giorno, registrando presso il locale tribunale. Sino a qualche tempo fa, tutto veniva coperto dall’oblio ed era impensabile che venissero toccati i potenti locali cui veniva offerta, sistematicamente, la facoltà di agire a proprio piacimento gestendo il territorio al pari di un feudo privato. E’ pur vero, dall’altro canto, che il neo enorme della giustizia, che è doveroso correggere a breve, è la lungaggine dei processi, per cui, di rinvio in rinvio, molte volte il tutto cade nella prescrizione. Ma tant’è! Per il momento, comunque, abbiamo la consapevolezza che almeno si scoprono finalmente i coperchi di quelle pentole coperte per anni. Di qui, il plauso a quei magistrati coraggiosi, e nello specifico, Antonio Clemente e Sergio Pezza.

Dopo queste considerazioni generali, ritengo doveroso soffermarmi, volutamente, su quelle personali, dal momento che, malgrado ritiratomi dall’agone politico, proprio in questi giorni, mi ha interessato una vicenda assurda e grottesca. E’ stato così che, d’improvviso, mercoledì 14 settembre, la polizia giudiziaria mi ha notificato presso il mio studio un avviso a comparire in tribunale, assistito da un avvocato, onde essere escusso in merito ad una denuncia. Come da copione, poichè l’incontro era fissato per il lunedì successivo, il 19 per la precisione, in quei cinque giorni, mi sono chiesto a chi ormai avevo potuto dare fastidio. E, per quanti sforzi abbia fatto, non sono arrivato ad alcuna conclusione.

Solo la mattina fissata, l’ispettore di polizia mi ha reso edotto di una querela presentata dal sign. Clemente Mastella, in cui, udite!, venivo incolpato di legami con i magistrati, i quali, sempre secondo l’accusa, mi rendevano partecipe dei risultati di indagini coperte dal segreto istruttorio. Dinanzi a tale sconcertante realtà, mi si creda, se da un lato mi è venuto da ridere, dall’altro, l’accusa appariva sì inverosimile da rendermi pensoso, più del solito, sull’attuale scenario politico che ci circonda.

Ho combattuto da solo battaglie d’ogni tipo, ma, in tutta onestà, non ho mai saputo di avere un sì radicato ascendente sui magistrati. Allora, secondo l’accusatore, che in tempi lontani non sarebbe caduto sì rovinosamente su di una buccia di banana, le decisioni di Clemente, Pezza, Tartaglia Polcini, e perchè no del Procuratore di Napoli, Giovandomenico Lepore, e del suo Sostituto, Francesco Curcio, devono passare al vaglio del mio giudizio.

Ecco, è bene che la città sappia quale momento attraversiamo. Uno dei peggiori del dopoguerra. I Mastella mi hanno distrutto la vita ed, oggi, il sign. Clemente ha l’ardire di arrivare a tanto. Probabilmente, non si è reso neanche conto di questo gesto che appare risibile da qualsiasi angolazione lo si valuti.

Sì, è vero, e, senza tema di smentite, posso affermare che ci sarà qualche altro coperchio che sta per esplodere. E’ questione di tempo. Sarà il secondo tempo dell’inchiesta napoletana di due anni fa. Questa mia convinzione, però, nasce dalle prove che ho offerto agli organi inquirenti per cui è naturale che mi attenda dei risvolti. Ciò, però, non induce a pensare che i giudici abbiano connivenza con me. Tutto ciò è di una gravità inaudita e fa comprendere che l’accusatore non ha più argomenti validi cui affidarsi. E, poi, chi lo ha nominato? Chi ha parlato dei Mastella? Che ne sa lui a chi mi riferisca. Probabilmente, a qualche suo sodale. Forse sì, forse no. Diamo tempo al tempo.

Da cristiano, non penso neanche lontanamente di scagliarmi in questo momento contro qualche giovane accusato nel processo “Quattro notti e più di luna piena”. Perchè, per una vita intera, ed oggi, con l’avanzare degli anni, più di ieri, ritengo che i figli non si tocchino. Mai. Non so se il sign. Clemente Mastella abbia avuto lo stesso agire. Si faccia un buon esame di coscienza. Ad Elio sono stato legato, l’ho voluto bene e continuo a portargli rispetto, malgrado i fendenti inflittimi dai suoi genitori. E gli porgo l’augurio di uscire indenne dall’accusa odierna. Con tutto il cuore.

E, poi, vivaddio, perchè il sign. Clemente non si preoccupa di soffermare la sua attenzione sull’autore della denuncia che ha portato all’inchiesta “Quattro notti e più di luna piena”? Il suo acerrimo nemico politico di una vita, oggi, alleato, con la regia di Carmine Nardone. Una alleanza che la città ha sonoramente bocciato. Ed a ragione.

Allora, non si rovelli il cervello sui miei intrecci (sic!) con i magistrati, ma guardi il suo accusatore vero cui, oggi, tiene stretto al braccio ritenendo che i cittadini siano ancora dei coloni sciocchi asserviti al padrone delle ferriere. Padrone, sì, ma rimasto ormai senza ferriere”.

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