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L’economia del Mezzogiorno è stagnante

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Nord e Sud Italia continuano a percorrere "strade diverse". Il Sud è in stagnazione, con un tasso di crescita del Pil dello 0,1% nel 2011, secondo il rapporto Svimez sull’economia del Mezzogiorno. Il Centro-Nord cresce invece dello 0,8% e, a livello nazionale, ci si attesta su un +0,6%. Per il Sud, il 2011 è il secondo anno di stagnazione, dopo il forte calo nel biennio 2008-2009. Tutte le regioni meridionali presentano valori inferiori al dato nazionale e oscillano tra un minimo del -0,1% della Calabria e un massimo del +0,5% di Basilicata e Abruzzo. Molise e Campania segnano +0,1%, la Puglia +0,3%, Sicilia e Sardegna sono ferme. "Questo processo di declino – scrive Svimez – potrà essere interrotto solo con una adeguata domanda privata e pubblica capace di favorire una ripresa della produzione e un aumento di posti di lavoro stabili. Il rischio altrimenti è che la perdita di tessuto produttivo diventi permanente".
Nei prossimi vent’anni, inoltre, il Mezzogiorno perderà quasi un giovane su quattro, nel centro-nord oltre un giovane su cinque sarà straniero. Gli under 30 al Sud saranno oltre due milioni in meno nel 2050, meno di cinque milioni. Gli over 75 passeranno dall’attuale 8,3% al 18,4. E’ questo il rischio "tsunami demografico" ancora registrato da Svimez nel rapporto sull’economia del Mezzogiorno. Le cause dell’invecchiamento sono la bassa natalità, la bassissima attrazione di stranieri e l’emigrazione (che riguarda 104 mila persone nel 2010).
“La situazione descritta dagli ultimi dati del rapporto Svimez, sull’economia del Mezzogiorno, è alquanto preoccupante.” Lo dichiara, in una nota, il deputato di Forza del Sud Marco Pugliese, componente della VI Commissione Finanze di Montecitorio.
“Il Sud verte in una situazione di stallo, con un tasso di crescita del Pil dello 0,1% nel 2011 rispetto ad un centro-Nord che cresce dello 0,8% e, come se non bastasse, ad aggravare la situazione c’è una forte crisi industriale reale.” “Questo divario non potrà mai essere annullato se il Governo opta sempre più per una politica a trazione settentrionale, non solo per la presenza della Lega in maggioranza, ma anche perché la maggior parte degli uomini del Pdl è del Nord.”
“Per riequilibrare la situazione – conclude il deputato arancione – c’è bisogno che nell’esecutivo nazionale ci sia spazio per gli uomini del sud che possano indirizzare le politiche del Governo a favore del meridione".