Sindacati
Il manifesto rimosso: a nessuno è concesso di arrogarsi il potere sulle idee
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Il clima di tensione sociale che si registra nel Paese vive evidentemente anche dei ‘particolari’ e non solo dei grandi temi su cui si stanno registrando le convergenze di queste ore in vista della manifestazione indetta dalla Cgil per il 6 settembre. Accadimenti significativi come l’episodio che riferisce, in una nota, lo Slai, avvenuto al comune di Benevento.
Così come viene raccontato dalla parte sindacale, e al netto delle considerazioni – appunto di parte – che compie il sindacato, viene fuori una qual certa violenza dal gesto di Andrea Lanzalone e non certo dalla reazione. Ad un dirigente del Comune, del quale saremo ovviamente ben lieti di ospitare una eventuale replica, si richiede anche una capacità di controllo ed autocontrollo nell’esercizio della discrezionalità di un potere. Di più, si richiede buon senso. Sempre.
Ed il buon senso di questo periodo è tutto nello smussare angoli acuiti da una ovvia protesta sociale, magari tollerando l’affissione di un manifesto al di fuori – fosse anche vero – dell’area consentita (d’altronde, lo hanno fatto i candidati alle elezioni e nessuno è passato a strapparli a mano, uno ad uno. Ma ci si è serviti, nella circostanza, di chi a quel servizio è deputato). L’arbitrarietà del gesto così come viene fuori dalle parole dello Slai, pertanto, è aggravata dalla modalità repressiva verso una libera manifestazione del pensiero sindacale.
Gli eventuali abusi intercorsi fra gli uomini saranno certo oggetto di valutazioni in altre sedi, ma pure se il racconto dello Slai è vero soltanto nella parte in cui riferisce di un manifesto sottratto ad una parete, ebbene non c’è giustificazione che tenga: a nessuno è concesso d’arrogarsi il potere sulle idee.