‘Pdl, elezioni perse per pressappochismo ed arroganza’

Salvatore Verrillo, ex vice coordinatore provinciale del PDL a Benevento, in una nota si è soffermato sugli ultimi, in ordine di tempo, avvenimenti politici locali.

“Le analisi del voto degli ultimi giorni – scrive – sfiorano il ridicolo, sono pelose ed ipocrite quanto basta e non rendono giustizia alla effettiva realtà… A prescindere dalle responsabilità, dal gioco delle percentuali, dai raffronti con i dati delle precedenti elezioni, va detto senza giri di parole che il PDL ed il centrodestra hanno perso le elezioni in modo netto e disastroso. Si è perso per pressapochismo ed arroganza…

Un partito non può vivere di scelte fatte altrove, non può essere la cassa di risonanza del governo, non può delegare ad altri le proprie decisioni ma deve avere il coraggio di assumere delle posizioni chiare, di programmare e determinare strategie, anche controcorrente. Sul territorio il partito deve brillare per le idee e non della luce riflessa del capo. Deve prendere atto che la mera invocazione o evocazione taumaturgica del Presidente Berlusconi oggi non funziona più.

Stando ai proclami preelettorali si doveva prendere Benevento e invece ha vinto Pepe al primo turno. Si doveva conquistare Napoli (e forse si poteva) e GianniLettieri – che oggi non si sa più chi l’abbia scelto e chi avrebbe dovuto rappresentare- è stato stracciato da Luigi De Magistris…

Ho letto che il partito dovrebbe aprire ‘un confronto serrato con il presidente della Giunta Regionale Stefano Caldoro’ sulla rappresentatività e rappresentanza del Sannio in regione. A Caldoro staranno già tremando le vene ai polsi! E’ e resterà una pia illusione, Caldoro deve sopravvivere e il Sannio non vale altro che un quartiere di Napoli!

Che cosa potrebbe riconoscerci Caldoro, un consulente, un commissario Iacp (?) – scegliendo magari meglio i tempi – un consigliere di amministrazione di qualche società partecipata? Davvero una qualche posizione, pur costituendo un legittimo riconoscimento per qualcuno, può cambiare le sorti del PDL in provincia di Benevento?…

Il partito a Benevento è diventato quasi un ufficio di contabilità, si è limitato ad annotare chi entra e chi esce e a volte chi ritorna. Tutto il resto è rimasto relativo. Non mi iscrivo al tiro al piccione sulla coordinatrice provinciale Nunzia De Girolamo, ha indubbiamente delle colpe e la maggiore è stata di voler cambiare le cose utilizzando gli stessi metodi dei suoi avversari.

Però è altrettanto vero che la sua novità prima di essere vista come una risorsa è stata vista come un ostacolo per molti che forse non le hanno fatto lo sgambetto ma non l’hanno nemmeno sostenuta quando ha inciampato. La politica spesso è crudele ed a volte la propria fortuna passa per l’eliminazione del proprio amico: ‘mors tua vita mea‘.

Bisogna focalizzare l’attenzione verso l’obiettivo più immediato costituito dalla prossime elezioni provinciali anche perché, viste le premesse, non credo che convenga cantare ciecamente vittoria. Come si sceglierà il prossimo candidato alla presidenza della provincia, con la politica e con gli strumenti della politica o con vuoti proclami?

Dovrà essere nuovo, giovane, alto, bello e biondo oppure dovrà essere vecchio, esperto, navigatore di mille elezioni e stratega del trasversalismo? Credo invece che sia quanto mai urgente restituire la parola alla politica ed al confronto; è il partito che deve includere e progettare non le convenienze contingenti degli uomini (o delle donne).

La pratica autoreferenziale della conferenza stampa è diventato l’unico strumento di confronto politico. Quasi un racconto a puntate. Si dice e poi, mentre si aspetta la replica, ci sono le schermaglie delle falangi armate.

I tanto invocati congressi in questo particolare momento rischierebbero, nella migliore delle ipotesi, di diventare una conta o un regolamento di conti interno. Il primo passo per recuperare la centralità del partito potrebbe essere una conferenza programmatica aperta a tutti da svolgersi a breve scadenza e certamente prima della pausa estiva.

Dai lavori dovrà uscire una linea e degli indirizzi programmatici ben precisi che costituiscano la road map per il rilancio del partito e della sua azione politica. Potrebbe essere un momento importante di confronto vero per far emergere idee e capire definitivamente chi crede nel partito e lavora per la sua affermazione e chi invece sta utilizzando solamente il tram per prendersi un passaggio gratis.

In caso contrario si può anche continuare ad azzuffarsi su nomine e posizioni, magari vagheggiando il mitico “spirito del ‘94” ed aspettare che giovani arguti e scalpitanti come il ‘distratto acquirente’ Scaiola o il nostro ‘teorico della sommatoria’ Cosentino rilancino il partito. Però alla fine si vota e la gente, di solito, alla copia preferisce l’originale!”.