POLITICA
In Consiglio entrano i veleni della campagna elettorale
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I veleni della passata campagna elettorale entrano anche nella prima seduta del consiglio comunale della seconda amministrazione pepe, svoltosi questa mattina a palazzo mosti. Aperto sotto la presidenza del consigliere comunale più anziano, Enrico Castiello, sono stati trattati i 5 argomenti all’ordine del giorno. Il primo punto ha riguardato la convalida dei 32 consiglieri eletti e i subentri di 9 eletti che prendono il posto in consiglio dei nominati assessori. Con le dimissioni, depositate questa mattina, dalla carica di presidente della Gesesa spa, Sergio Tanga ha sciolto la riserva, scegliendo la carica di consigliere.
Risolto anche il dubbio, mosso da alcuni cittadini, sull’eleggibilità del consigliere Panunzio, a causa del suo ruolo di dipendente all’interno dell’Asia spa, con compiti ispettivi e di controllo. L’assise ha votato a favore della conferma della sua permanenza in consiglio.
La seduta si è però riscaldata al momento di votare il presidente e il vicepresidente dell’assemblea. A nulla è valsa a raffreddare gli animi l’aria dei nuovi condizionatori. A questo punto i rancori, i veleni, le cattiverie di una campagna elettorale feroce, ma anche gli asti nati e cresciuti, all’indomani della deposizione delle 21 firme di sfiducia da parte dei consiglieri di minoranza, non si sono placati, anzi. Se l’elezione del presidente, scelto nella persona di Luigi Boccalone, consigliere dell’Api, si è svolta in modo tutto sommato sereno. Ad accendere la miccia ed infuocare gli animi dei consiglieri, soprattutto delle compagini riunite durante la campagna elettorale nel Patto per il Territorio, è stata la nomina alla vicepresidenza del consiglio di Vincenzo Lauro, coordinatore cittadino del pdl e new entry in consiglio comunale. Non per l’uomo, ma per la modalità di elezione. I primi a gridare allo scandalo i consiglieri tèl Orlando e Pasquariello, che hanno accusato la maggioranza di aver violato una prassi consolidata, in base alla quale per la nomina del vicepresidente, carica riservata all’opposizione, la maggioranza non dovrebbe intervenire, astenendosi dal voto. Cosa che non è stata.
“Rotta la consuetudine”, ha tuonato il consigliere tèl Pasquariello, “la maggioranza ha scelto anche il vice presidente”.
Molto più dirompente Orlando: “oggi è stata pagata una cambiale politica”. Il riferimento è all’inciucio, denunciato dal Pit durante la campagna elettorale, tra Pd e Pdl. Una convergenza politica finalizzata a fare blocco contro Nardone.
Alle proteste dei consiglieri tèl si sono subito affiancate anche quelle dell’Udeur e di Sud.
Quello che emerge al di là della contrapposizione partita subito forte tra maggioranza ed opposizione, è la rottura che esiste tra i banchi della minoranza. Di fatto a Palazzo Mosti convivono due opposizioni: il pdl e i gruppi che si erano riuniti nel pit. Divisione abbastanza scontata alla luce della campagna elettorale, e della scissione dei viespoliani dal partito che nel sannio fa riferimento alla De Girolamo.
Numeri alla mano, se la maggioranza non fosse intervenuta nella votazione per la vicepresidenza, il pdl, con due soli consiglieri, sicuramente non avrebbe mai potuto ambire ad ottenere questa carica.
Da segnalare la particolare posizione di Tibaldi, candidato sindaco del pdl, che di fatto non aderirà al gruppo consiliare del partito della libertà, non essendo neanche tesserato, ma dichiara che farà parte del gruppo misto. Lo stesso Tibaldi si è astenuto sulla votazione della mozione, promossa da Roberto Capezzone, e poi accolta dall’assise, sull’elezione distinta del presidente e del vice.
Superato lo scoglio dell’elezione del presidente del consiglio, si è passati al giuramento del sindaco. Atto che lo stesso Fausto Pepe avrebbe preferito si svolgesse prima di dar il via a discussioni e polemiche. Il sindaco prima di giurare, ribadendo la natura tecnica del consiglio di oggi, ha invitato i consiglieri a rompere con la passata campagna elettorale. Ma i manifesti che ancora venivano mostrati tra i banchi dell’opposizone certo non favorivano il clima di distensione. Rigettate dal sindaco le illazioni di un inciucio tra il pd e il pdl.
Infine si è passati al momento più solenne, con il giuramento di fedeltà del sindaco alla Costituzione Italiana.
Solenne anche la presentazione al consiglio della giunta, composta da 9 assessori. Il sindaco per il momento ha mantenuto per sé le deleghe al personale, allo sport e ai vigili urbani.
Erika Farese