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CULTURA

‘La polemica politica non mi appartiene, la difesa di un progetto pulito sì’

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"Io e Jean Pierre ci conosciamo da anni, anche per questo so che accetterà queste puntualizzazioni necessarie, per amore di chiarezza": comincia così, con un tono improntato alla pacatezza la replica che Ernesto Razzano – tra le altre cose anche animatore dei live del Morgana – ha predisposto, diffondendone il riflesso sugli organi di informazione, alla nota di stamani con cui Jean Pierre El Kozeh ha criticato l’atteggiamento dell’assessore comunale alla Cultura Raffaele Del Vecchio, a suo dire reo di conferenza stampa di stampo meamente elettorali.
 

"Le critiche di Jean Pierre El Kozeh – continua Razzano –  alla nascita dell’etichetta Fermenti, apparse sulla stampa in questio giorni, sono a mio avviso fuori luogo. Mancano di conoscenza del progetto (se non per sommi capi) e si inerpicano in un tortuoso sentiero che va a spegnersi sul binario morto della polemica politica. Siccome nei progetti musicali e culturali a cui mi dedico ci metto la faccia fino alla fine (vale a dire finchè il progetto giunge al termine e non solo quando si presenta al pubblico) vale la pena chiarire alcuni punti. Ritengo offensive innanzitutto per i tanti musicisti beneventani e per chi sta dedicando insieme a loro energie a profusione allo stimolo e alla costruzione di una scena musicale cittadina che sappia crescere in tutti i suoi aspetti, (qualità, quantità, professionalità, luoghi e spazi), le parole secondo cui tali persone si farebbero così bellamente prendere in giro, addirittura illudere o colpire nei loro “sogni e sentimenti” da un progetto come Fermenti che invece si caratterizza, per percorso, presupposti e finalità, per essere un progetto misurato, chiaro e soprattutto pulito in ogni suo aspetto, ma poi a questo ci arrivo in dettaglio.
 

Qui nessuno sta promettendo partecipazioni a Festival di Sanremo, scalate nella Hit Parade o megaproduzioni in Talent Show (quest’ultima è ormai l’unica vera strategia che il marketing discografico delle grosse etichette “multinazionali” insegna nei master……… cioè vendere personaggi televisivi non più musicisti).
Si tratta invece, con Fermenti, di piccoli ma importanti passi per costruire infrastrutture di supporto a quei cittadini che scelgono l’arte (e la musica in questo caso) per esprimersi. E’ una piccola ma importante possibilità in più. Come ribadito più volte ai presenti in conferenza stampa di presentazione, Fermenti è il passaggio di un percorso di qualche anno, che per quanto mi riguarda è cominciato privatamente con l’esperienza del Morgana Music Club, ormai riconosciuto per qualità delle scelte musicali a livello nazionale, e che si è incrociata con l’Assessorato alla Cultura e il Comune di Benevento con la realizzazione del Festival di musica Indipendente Zona Franca, realizzato l’estate scorsa con un finanziamento (irrisorio rispetto a quanto speso in passato per manifestazioni musicali estive) non derivante dalle casse comunali ma dalla partecipazione a un bando. L’assessore alla cultura Raffaele Del Vecchio ha deciso di dare spazio alla musica indipendente a Benevento, ed è una scelta per un Comune non così scontata, visto che sono in pochi in Italia a farlo, e questo per me resta un titolo di merito importante. Sempre in sede di presentazione si sono chiariti più volte due punti in particolare:

a)la costruzione di una Talent List , iniziativa tra l’altro che altre città e regioni si fanno regolarmente e senza grosso scalpore, una sorta di database delle esperienze musicali presenti sul territorio, un censimento, una fotografia del reale, di una scena musicale, che chi la vive da dentro giorno per giorno ne avverte i battiti nuovi sebbene talvolta inesperti e non autosufficienti, ma che proprio per questo hanno bisogno di essere in modo più strutturato, sostenuti,

b)la premiazione di un progetto musicale inedito. I musicisti che si dedicano a comporre musica propria si confrontano nella maggior parte dei casi con un circuito, quello indipendente, lontano e in parte alternativo alle produzioni delle cosiddette multinazionali della musica ( in crollo verticale su tutti gli indicatori, tanto da attingere, paradossalmente, sempre più per tamponare le perdite, dal circuito indipendente ).
 

L’accusa che più mi preme rimandare al mittente è quella sulla presunta strumentalità politica del progetto.
Basterebbero due dati a fare chiarezza. I risultati del bando si sapranno a elezioni comunali avvenute, quindi non in campagna elettorale, e la commissione che giudicherà il prodotto meritevole di attenzione è composta da musicisti di valore indiscusso che poco hanno a che fare con le polemiche e questioni cittadine, e sono per storia garanzia di qualità e trasparenza, semmai ce ne fosse bisogno. Per me garantisco io. Ognuno di noi ha una storia e una biografia che la gente sa valutare.
 

La scelta di due musicisti di livello nazionale come Alessandro “Finaz” Finazzo della Bandabardò e Leziero Rescigno dei La Crus, da anni anche produttori, come componenti della commissione ( e non giuria attenzione!!!) oltre a premiare un gruppo come da bando, saranno attenti a tutti i progetti loro sottoposti. Avere questo tipo di attenzione alla prima esperienza è comunque un’opportunità importante che non tutti all’esordio “in cantina” hanno.
Vorrei tranquillizzare Jean Pierre El Kozeh anche per quanto riguarda la competenza e l’attenzione sulla strutturazione e lo sviluppo del progetto dal punto di vista professionale, e delle strutturazione. Nulla sarà lasciato al caso, per quanto riguarda la comunicazione, la distribuzione la promozione e il booking.
 

Non sono musicista, non sono manager di nessuno, ma un interesse in effetti ce l’ho, ed è quello di voler diffondere e ascoltare buona musica e al contempo creare spazi fisici per la passione musicale di tutti, in questo senso la politica ha il dovere non solo di non intaccare questa “zona franca” (i nomi hanno significati precisi a volte) , ma addirittura di sostenerla e difenderla, aldilà degli attori che ne prenderanno parte, me compreso. Essere direttore artistico o docente universitario sono dei titoli, poi vanno scritti i capitoli".

 

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