Con una nota, il “movimento città sostenibile” interviene sulle perplessità evidenziate dal comitato di quartiere Rione Libertà, rappresentato dal suo presidente Nicola Cirocco, relativamente alla costruzione della cosiddetta “Spina Verde”. E scrive che che esse sono “legittime e pienamente condivisibili, sia relativamente ai parcheggi che alle nuove strutture sportive che andranno a nascere a ridosso delle abitazioni. Ammesso pure che poi verranno realizzate”.
“Queste perplessità – continua Giuseppe Falzarano, portavoce provinciale – dimostrano la fondatezza delle denunce di questi anni avanzate come movimento città sostenibile, mentre l’amministrazione ha fatto sempre orecchie da mercante ed i risultati sono sotto gli occhi di tutti: le opere sbandierate per il rione ad oggi, dopo cinque anni dell’amministrazione Pepe, sono ancora al palo. E ciò è davvero indecoroso, perché la mancanza di volontà è a monte e non si ferma solo a questi aspetti pur importanti del progetto, ma va ben oltre e precisamente:
1. l’assoluta assenza di dialogo con la gente che vive il quartiere, per discutere e insieme individuare quale progetto funzionale al Rione si poteva ipotizzare e realizzare, visto che tutte le strutture che si andranno a costruire si dovranno realizzare in una realtà abitativa complessa e realizzata oltre mezzo secolo fa;
2. intere aree del Rione sono tagliate fuori da questa riqualificazione, lasciando nel totale degrado centinaia di famiglie, pur spendendo svariati milioni di euro;
3. la contraddizione di tutto il progetto, che tra l’altro prevede nuove strutture calate dall’alto senza effettiva integrazione in una realtà abitativa che versa e viene lasciata in una condizione fatiscente, il che dimostra come si opera in questa città.
Il risultato che emerge da tutto ciò è solo l’esempio di una gestione dell’intero progetto e della cosa pubblica approssimata e unilaterale, comportando per ora solo disagi senza che al momento siano iniziati i lavori”.
A questo punto – conclude il movimento città sostenibile -, “visti i primi intoppi rappresentati dai cittadini che vivono il quartiere, proponiamo all’amministrazione di aprire da subito un tavolo tecnico con i rappresentanti del comitato di quartiere, con i rappresentanti di associazioni e cittadini, con rappresentanti delle parrocchie San Modesto e Addolorata e con i tecnici del comune, per un’analisi dettagliata circa le criticità dell’intero progetto di riqualificazione e per individuare di volta in volta le soluzioni più idonee, che coniughino le esigenze di chi abita ed opera nel quartiere con le esigenze realizzative, per evitare i disagi procurati anche dalle perdite di tempo date da cantieri aperti per anni senza che si avanzi nelle realizzazioni”.