SOCIETA'
‘Il clima di incertezza e precarietà favorisce la superstizione’
Ascolta la lettura dell'articolo
«Non ci sarà nessuna squadra di esorcisti ma tutti i sacerdoti sono chiamati ad aiutare le persone in difficoltà per contrastare i fenomeni di possesso diabolico o presunti tali». Così l’arcivescovo Andrea Mugione, nel salone verde del palazzo arcivescovile, ha iniziato la conferenza stampa per illustrato i contenuti del decreto diocesano sul ministero degli esorcismi e le preghiere di liberazione.
Per monsignor Mugione bisogna partire da un cambiamento di mentalità: «Il nuovo rito degli esorcismi vede in una situazione culturale segnata da una larga diffusione di pratiche cultuali deviate o apertamente superstiziose. La carenza in molte persone di un’incisiva esperienza di fede e di solide convinzioni religiose, la perdita di alcuni importanti valori cristiani e l’oscurarsi del senso profondo della vita concorrono a creare un clima di incertezza e di precarietà il quale favorisce il ricorso a forme di divinazione, a pratiche religiose venate di superstizione».
«Tutti sono alla ricerca del super-esorcista per una guarigione immediata, ma la nostra missione – ha aggiunto mons. Mugione – è quella di educare i fedeli bisognosi a rivolgersi al proprio parroco. Questo compito rientra nel servizio della pastorale della salute e della sofferenza. Tutti i sacerdoti devono aiutare i fedeli e saranno loro a segnalare i “casi” nella forania o qualora si organizza, all’équipe diocesana». L’arcivescovo ha raccomandato ai sacerdoti che «gli esorcismi vanno fatti in privato, non è dignitoso vedere chi soffre».