CULTURA
‘Niente progetti per il futuro’ per Covatta e Iachetti
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Torna Palcoscenico 2000, l’insieme di appuntamenti ospitati dal teatro Massimo che costituiscono iil cartellone 2010/2011.
Stasera, alle ore 20.45, giungono in città due campioni della comicità intelligente, Giobbe Covatta ed Enzo Iachetti, a proporre “Niente progetti per il futuro”, scritto e diretto da Francesco Brandi (Scene e Costumi: Nicolas Bovey; Musiche: Cesare Picco; Light Designer: Christian Zucaro), commedia vincitrice del premio Flaiano, nel 2009, con la seguente motivazione di Masolino D’Amico, Presidente della Giuria: “Dramma sottile e coinvolgente, spesso imprevedibile, nel rappresentare l’incontro di un semplice garagista con un Vip della televisione, colto e intelligente ma egocentrico oltre ogni limite. Ne esce il ritratto di una società intera, priva di valori e piena di contraddizioni”.
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“Niente progetti per il futuro” è un gioco teatrale surreale, una parabola contemporanea, che cerca di raccontare con i toni della leggerezza e del paradosso una società in crisi, dove i valori dell’Uomo appaiono lisi e sfilacciati sullo sfondo di un progressivo impoverimento spirituale.
Due uomini si incontrano di notte su un ponte della periferia di una grande città. Li accomuna la singolare circostanza che nello stesso momento hanno pensato di compiere il medesimo gesto: suicidarsi gettandosi dal ponte. Tobia è un vip della tv, psicologo di nascita ma opinionista-tuttologo di adozione (televisiva). E’ un uomo colto e ironico, ma anche estremamente egoista ed egocentrico. Ultimamente è finito in disgrazia dopo aver involontariamente offeso un alto papavero della televisione in una delle solite schermaglie dei salotti televisivi. Sebbene, pentito dell’incauto gesto, abbia cercato di porvi rimedio con scuse e genuflessioni, subisce ormai da mesi un pesante ostracismo che lo ha logorato lentamente, facendo emergere la sua parte più cinica e nichilista. Su consiglio del suo agente ha speso gli ultimi denari per sposare in sontuose nozze una starlette della tv da cui era fidanzato da tempo, più che per amore per fare un po’ di “rumore” intorno alla sua immagine, ma a poco è servito. Oltre allo sbriciolamento della sua carriera Tobia non sopporta di essere stato improvvisamente abbandonato da tutti.
Porta con sé un agendina dove, accanto al nome di ogni persona che conosce, annota se questa lo ami o se non lo ami, come fosse un enorme margherita da migliaia di petali.
E ormai i “m’ama” sono scesi per la prima volta sotto il 3%, un dato nefasto quanto le percentuali auditel dei suoi programmi televisivi. La sua popolarità è definitivamente annientata. Quindi è arrivata l’ora di farla finita. Ma proprio nel fatidico instante in cui sta per lasciarsi andare giù dal ponte appare Ivan. Garagista, uomo semplice e di una piacevole concretezza, religioso praticante, di estrazione sociale bassa, con una cultura non certo ricca ma nutrita da un’insopprimibile curiosità che alimenta le sue velleità speculative e finanche filosofiche, un filosofo del paradosso ovviamente! E proprio certe sue speculazioni vittimistiche lo hanno portato a concludere che il modo più consono di reagire al tradimento della fidanzata sia levarsi la vita. Adesso che però ha conosciuto di persona Tobia, di cui è da sempre grande fan, ha deciso che la sua ultima buona azione da vivo sarà impedirgli il suicidio.
Dall’incontro – scontro di questi due personaggi che provengono da mondi così lontani, con prospettive sulle cose della vita così distanti, nasce il dramma o la commedia, secondo i diversi punti di vista o la diversa lettura degli avvenimenti.