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CRONACA

Sciopero europeo: studenti in piazza contro la crisi e Profumo

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Crisi europea, scioperi europei. “14 novembre: giornata di lotta europea contro le politiche di austerità”. E’ il primo grande appuntamento collettivo contro le politiche dei tagli alla spesa pubblica e l’austerità da quando è scoppiata la crisi. Uno sciopero, proclamato dalla Confederazione Europea dei Sindacati, che ha visto a Benevento in prima fila soprattutto collettivi studenteschi e universitari.

Centinaia di studenti alle 9 in piazza Matteotti per dire no alla riforma del ministro Profumo e alle politiche di rigore varate dal governo Monti. Una protesta che ha fatto sentire gli studenti beneventani molto europei. Con un fronte di book block, un blocco di libri, gli studenti hanno iniziato il corteo, che si è diramato per le vie del centro storico, passando attraverso piazza Vari, per fare una prima sosta davanti alla Unicredit. Cori e slogan contro le banche e il tentativo di far cadere sui cittadini i costi della crisi. Il corteo ha poi ripreso il suo percorso, sfilando lungo il corso Garibaldi.

Allo sciopero europeo ha aderito anche la Cgil, con uno stop di 4 ore dal lavoro. Ma alla piazza, la Cgil di Benevento ha preferito palazzo Paolo v. Una scelta non apprezzata dagli studenti che hanno fatto tappa proprio nel luogo scelto dal sindacato per un incontro sullo sciopero. La protesta ha poi fatto tappa al Teatro Romano, occupato dagli studenti.

 

Di seguito la nota del Collettivo Autonomo Studentesco e il Collettivo Autonomo Universitario nella quale spiegano le ragioni della protesta. “Centinaia di studenti questa mattina si sono radunati spontaneamente in Piazza Matteotti aderendo in maniera determinata alla giornata di sciopero generale europeo. Ci siamo radunati in una piazza importante della nostra città per poi muoverci lungo l’arteria principale del corso Garibaldi dove abbiamo comunicato con i cittadini a sottolineato la necessità di scendere in piazza contro le politiche di austerity che colpiscono gran parte dei paesi europei. 

Lo sciopero selvaggio ha fatto visita all’Unicredit, un luogo di certo simbolico: loro, le banche del capitale, la causa di questa crisi, noi, i cittadini, la nostra partecipazione siamo la soluzione. La soluzione è possibile solo scendendo in piazza in maniera unitaria, finendola di delegare al Parlamento la soluzione dei nostri problemi. Il lungo serpentone di studenti ha poi attraversato il corso, parlando con i cittadini, con i piccoli commercianti di locali sempre più vuoti, comunicando a questi che dinanzi la crisi che colpisce anche loro è ora di svegliarsi, di prendere coscienza delle proprie possibilità e cominciare ad esigere un futuro fatto di certezze e di dignità.

Lo stesso è avvenuto dinanzi Palazzo Paolo V dove la Cgil si accingeva ad organizzare un dibattito in seguito alla convocazione di 4 ore di sciopero. Non condividiamo ancora tanto indugiare da parte dei sindacati che dinanzi ad una crisi strutturale ancora tentennano con la speranza di poter trattare con un governo di tecnocrati che fanno gli interessi della Bce. Anche oggi hanno fatto una scelta infelice e anzichè scendere in piazza, coinvolgere i lavoratori e i precari hanno preferito chiudersi nel salotto discutendo della crisi. Noi studenti questa mattina invece ci siamo ripresi lo sciopero, lo sciopero selvaggio che comunichi con i cittadini e che sia anche un momento di vivere la città in maniera più partecipata. In questi  anni i sindacati hanno avuto il monopolio dello sciopero che ha perso di forza e significato diventando soltanto un rito, bisogna invece riprendersi questo importante strumento di lotta per imporre ai padroni, ai banchieri a chi ci governa di fare gli interessi dei cittadini e non quelli di un sistema economico sull’orlo del fallimento. 

Lo sciopero selvaggio si è concluso con l’assemblea pubblica presso il Teatro Romano, dove sono state decise le future mobilitazioni. Gli studenti si sono riappropriati dunque di un luogo simbolo della cultura in città, per riviverlo fino in fondo non solo come una cartolina. Mai come oggi quel luogo era vissuto, fatto di emozioni, gioia, determinazione a cambiare lo stato di cose. Peccato che questo spirito non è stato colto dagli agenti in servizio della Digos, che minacciavano di denunciare per occupazione di sito archeologico, solo per essere entrati in un luogo pubblico durante l’orario di apertura!!!! Se non si è capaci di comprendere lo spirito gioioso con cui vengono svolte queste iniziative spontanee e si pensa che il proprio ruolo è quello di minacciare, intimidire, far paura, far uscire gli studenti in assemblea da un luogo simbolo della città allora vuol dire che siamo alla frutta e non ci si lamenti che i nostri luoghi della cultura vengono abbandonati. Si dice sempre che gli studenti sono svogliati e incapaci, oggi altri hanno mostrato poca cultura, poca comprensione e grande incapacità, il grande  problema è che questa incapacità viene coperta dalle istituzioni locali nel silenzio generale”.
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