ECONOMIA
Arriva l’estate e si riscopre l’amore per le sagre

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Più di un italiano su tre non perde l’occasione per partecipare alle sagre alimentari che si moltiplicano durante l’estate lungo tutta la penisola. La stima é della Coldiretti secondo la quale “l’andar per sagre” è uno degli svaghi preferiti dai turisti, con un volume d’affari di 350 milioni di euro.
“Una vera e propria riscoperta – sostiene la Coldiretti – frutto dell’esigenza di ristabilire un rapporto più diretto con il cibo, la cultura e le tradizioni territoriali, soprattutto nel momento delle vacanze estive. Una tendenza che va accompagnata da una maggiore qualificazione che può essere sostenuta da una più forte presenza delle realtà economiche espressione del territorio come ad esempio la vendita diretta dei prodotti agricoli e alimentari delle aziende agricole locali, che garantiscono identità e qualità al giusto prezzo.
Si tratta di una opportunità che – continua la Coldiretti – contribuisce ad alimentare il motore della vacanza enogastronomica che, con 5 miliardi di fatturato stimato, è l’unico segmento in costante e continua crescita nel panorama dell’offerta turistica nazionale”.
Un primato nazionale dovuto al fatto che l’Italia è l’unico paese al mondo che può contare – ricorda l’organizzazione agricola – nell’offerta di prodotti tipici con ben 241 denominazioni di origine riconosciute a livello comunitario e 4.606 specialità tradizionali censite dalle regioni, mentre sono 517vini a denominazione di origine controllata (Doc), controllata e garantita (Docg) e a indicazione geografica tipica”.
Un volume d’affari di 350 milioni di euro, scaturito da 17-18 mila eventi sul territorio nazionale, pari a una media di 250 appuntamenti al giorno, cifra che sale a quasi mille nel periodo estivo. Sono questi i numeri delle sagre enogastronomiche in Italia nel 2011, secondo un documento realizzato da Confesercenti e presentato oggi a Roma nel corso dell’incontro ‘Estate: tempo di sagre. Per i pubblici esercizi tempo di magre. Stop alle sagre selvagge’, organizzato dalla stessa confederazione per “chiedere regole più chiare”.
“Le sagre di qualità – ha detto Esmeralda Giampaoli, presidente di Fiepet Confesercenti – sono una risorsa fondamentale per il territorio, un volano per l’economia nel suo complesso, ma anche per la cultura, la coesione sociale e
ovviamente il commercio. Purtroppo – ha proseguito – assistiamo al prolificare di eventi che nulla hanno a che fare con la tradizione e il prodotto tipico: vengono chiamati sagre, ma in realtà siamo in presenza di ristorazione parallela, di ‘lupi travestiti da agnelli’, che fanno concorrenza sleale agli esercizi pubblici, sviliscono il patrimonio locale e possono rappresentare anche un rischio per la salute dei consumatori”.
Da qui la richiesta di regole più stringenti e chiare, in particolare sulla definizione del termine sagra, sulla durata – “che deve essere ragionevole” – della manifestazione, sull’identificazione dei soggetti che possono promuovere tale attività e sul ripristino dei ‘requisiti professionali’ per chi organizza tale manifestazione.