CULTURA
Gli appuntamenti culturali della Libreria Luidig di Benevento

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Da oggi pomeriggio (giovedì 23 febbraio ndr) fino a sabato 25 la Luidig di Benevento ha organizzato una serie di appuntamenti culturali.
Il programma:
Giovedì 23, ore 17
Chiesa di San Michele Arcangelo viale Atlantici
Presentazione del libro
La donna di pietra
di e con Maria Antonietta Glielmo
relatore Vincenzo Capua
Uno scritto è sempre una tessitura di parole.
L’attesa, c’è chi la tesse, e chi la scrive.
Penelope – la sposa fedele – e Matilde – la regina solitaria – l’hanno tessuta.
Io la scrivevo.
Una parte è già scritta. Ma c’è ancora qualcosa da dire.
Ed io attendo, e l’attesa nutre la scrittura, e la scrittura costruisce l’attesa.
Maria Antonietta Glielmo, prof.sa di latino e greco mancata, prof.sa di Storia dell’Arte ripudiata, ricostruisce l’antefatto dei fallimenti attorno ai quali ha costruito il precedente romanzo (L’uomo di legno).
Venerdì 24 – ore 18,30
Libreria Luidig
PROG – Una suite lunga mezzo secolo
di e con Donato Zoppo
modera Flavio Ignelzi
Il 10 ottobre 1969 esce In The Court Of The Crimson King, il disco d’esordio dei King Crimson. È un album rivoluzionario, che cambia il volto della storia del rock. La copertina con l’uomo che urla, il caleidoscopio di sonorità ora lancinanti ora gentili, i lunghi brani dalle dinamiche tipiche della musica classica, l’atmosfera apocalittica ormai lontana dal sogno hippie: è il manifesto di una nuova corrente musicale.Si comincia a parlare di progressive rock.
In America la stagione psichedelica sta giungendo al termine dopo il climax di Woodstock e la tragedia di Altamont, l’Inghilterra rivela la capacità di superare la forma-canzone per aprirsi alla classica, al jazz, al folk, all’elettronica. Yes, Jethro Tull, Emerson Lake & Palmer, Genesis, Gentle Giant, Soft Machine, Van Der Graaf Generator e tanti gruppi dell’underground sprigionano una nuova tensione compositiva, che aveva trovato una significativa radice nella rivoluzione dei Beatles di Sgt. Pepper.
L’Europa diventa protagonista: anche Germania, Italia, Francia, Svezia, il Giappone e le Americhe diffondono il proprio stile progressivo. Dopo anni di capolavori e memorabili tour, durante la seconda metà degli anni ’70 termina l’era dei dischi concettuali, degli spettacoli altisonanti, dei progetti ambiziosi: punk e disco music spazzano via la pomposità del prog, ormai troppo lontano dalle radici rock.
Solo durante i primi anni ’80 qualcosa di nuovo si muove: Marillion, Twelfth Night, IQ e Pendragon sono i protagonisti di una rinascita new progressive, un revival che nel corso degli anni stimola reunion storiche e coinvolge ogni nazione con una miriade di correnti e sottogeneri, dai Flower Kings ai Finisterre, dai Porcupine Tree agli Yugen, dagli Anglagard ai Dream Theater. Un’entusiasmante fioritura che persiste all’affacciarsi del nuovo millennio e che, tra nostalgie e slanci di innovazione, conquista ancora migliaia di appassionati.
Sabato 25 – ore 17,30
Libreria Luidig
Presentazione del libro
Cronache di un reporter
Dispacci dai teatri di guerra
di e con Roberto Colella
relatore Guido Bianchini
La magia di un libro consta nell’immergere chi legge descrivendo attraverso dettagli, sensazioni, odori e sapori, quei luoghi e quelle situazioni che con molta probabilità uno spaurito "spettatore cartaceo" non potrà mai vivere ma solo provare ad immaginare.Questo è il "leitmotiv" che è alla base dei 19 pezzi che compongono "Cronache di un reporter", la nuova pubblicazione del giovane molisano Roberto Colella che da anni coltiva la sua passione intramontabile di "embedded", rendendolo un esperto nel campo giornalistico del reportage di guerra. Articoli scritti dal Burundi, Ruanda, Libano e Kosovo, teatri di guerra e genocidi. Una vera e propria missione la sua che ha come obiettivo non solo quello di raccontare quello spaccato di mondo assediato, rivestendo di "drammatica bellezza" quella che è la tragedia della guerra tra uomini offrendo un prezioso sguardo su quell’universo variegato a molti sconosciuto, e che sempre più i media di oggi sembrano cinicamente impegnati a celare. Lo scopo finale dell’autore, visto quasi come una lezione di vita e di storia, è quello di narrare ciò che nessuno racconta, quello di chi al fronte, "combatte" in nome dell’informazione e della memoria.