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Comune di Benevento

Il Comune di Benevento e l’emergenza neve: passata è la tempesta…

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Lasciar passare l’emergenza, questa la regola invocata da tutti: ci si stringe insieme e si cerca di superare il problema.
Bene, le condizioni meteo sono migliorate, la neve è stata grattata, gli alberi potati, i marciapiedi più o meno ripuliti, i bambini sono tornati a scuola, i volontari alle loro primarie occupazioni, c’è pure la luce, il riscaldamento viene tagliato solo quando si rompe inopinatamente la caldaia, e così via. E’ rimasto l’esecutivo di Benevento ed il suo Coc.

L’emergenza neve dei giorni scorsi ha, ad avere la pazienza di scorrere un po’ il calendario, origini certe, perché parlano atti e fatti. Nasce appunto all’atto dell’insediamento della Giunta Pepe: se si scorrono le deleghe degli assessori, non se ne individua qualcuna (vigili urbani, sport, protezione civile). Ed il sindaco, infatti, riesce nell’operazione alla Mel Brooks di far nascere i consiglieri delegati, nel mese di agosto 2011: fonda su politica e popolazione in vacanza. Il parto di questi “assessori senza portafogli”, figure senza alcuno specifico potere, pone in equilibrio la bilancia partitica. E basta, perché non a caso siamo dinanzi a tre settori oggetto spesso di discussione e privi dell’indirizzo politico che preceda o accompagni l’azione amministrativa.

A novembre 2011 il consiglio comunale licenzia il nuovo Piano di Protezione civile. Ecco come: “Doveva essere il giorno del piano sulla Protezione civile, tanto è vero che erano stati invitati dal consigliere delegato (Castiello, ndr) alcuni membri tra cui il presidente Aniello Petito. Ma l’ordine del giorno è slittato subito: forse non considerando il tema di attualità, e non notando la presenza di componenti delle protezione beneventana, che hanno poi significativamente lasciato l’aula, i consiglieri hanno impiegato prima un’ora per discutere delle nomine alla Commissione per l’attuazione del programma, presieduta da Carmine Nardone, e poi sulla formalizzazione del passaggio di Lealtà per Benevento al partito democratico. Lasciamo giudicare ai lettori se questo è un atteggiamento accettabile o meno”. Pura cronaca.

A gennaio 2012 risale una delibera di Giunta che punta alla pubblicizzazione – attraverso l’allestimento di un apposito convegno – del Piano citato presso la platea dei cittadini-contribuenti, perché al di là degli sforzi di Castiello il malloppo con tanto di mappe è rimasto nel cerchio dei comunicati stampa e dei resoconti del giorno dopo.

Questi i primi sintomi, dunque. Poi gli avvertimenti: una buriana che si caratterizzerà per il suo senso di castigo biblico ci viene raccontata dall’era della digitalizzazione e del vero ‘apprendimento’ di massa con largo anticipo rispetto al suo verificarsi, per cui appare ovvio che un dispositivo di emergenza – che queste previsioni autorizzavano ad allertare – è tale sempre in questi frangenti: il giorno prima ed il giorno dopo. E, ancora e solo fatti, in una delibera di Giunta di metà mattinata del 4 febbraio l’ente ha pensato di attivarsi. Per richiedere lo stato di calamità naturale. “Il fenomeno nevoso verificatosi fra i giorni 2 e 4 febbraio – si legge – è stato di gran lunga superiore alle previsioni”. Quelle previsioni fornite dalla Protezione civile e dai principali siti meteo “che per i giorni 2 e 3 febbraio prevedevano neve solo oltre i 400 metri”.
La colpa è dunque delle previsioni, e non del ritardo con cui la macchina si è messa in moto (ha cominciato a vedersi qualche fiocco nella prima serata del 2 febbraio, e stando al comune “i lavori di pulizia e spargimento sale sono stati avviati all’alba del giorno 3 febbraio”; stando al Comune…: comunque, nottata persa!), ritardo che come una valanga – appunto – ha travolto sia gli esiti di una “riunione tenutasi il giorno 1 febbraio”, nella quale è stato predisposto “un piano di prevenzione ed attuazione di interventi atti a mitigare i sicuri disagi nell’ipotesi in cui le nevicate avrebbero interessato la città capoluogo”, sia quanto attivato venerdì 3 febbraio: “E’ stato convocato il C.O.C. e in virtù di quanto verificatosi e tenuto conto delle previsioni per i giorni a seguire (previsioni che ora ritornano buone alla bisogna) sono state pianificate tutte le operazioni da porre in essere per far fronte all’emergenza”. Il giorno dopo, appunto.
Nonostante le attivazioni, allora, l’abbondante nevicata “della notte fra il 3 e 4 febbraio ha causato notevoli disagi vanificando le operazioni di pulizia delle strade sino ad allora realizzate. La situazione riscontrata la mattina del giorno 4 febbraio è risultata di gran lunga più difficile di quella della giornata precedente”.

Ultima tappa di questo breve viaggio la Prefettura, sede di una delle tante riunioni (l’11 febbraio scorso) in cui gli enti locali hanno accorciato le distanze con l’assessore regionale alla Protezione civile, Cosenza. “Per la città di Benevento – scriviamo sul sito nella circostanza – la copiosa neve scesa giù in questi giorni rappresenta soprattutto un’esperienza sul campo di protezione civile. Città di terremoti e inondazioni Benevento non aveva pronto, per motivi casistici, un piano neve dettagliato. "Ci siamo ritrovati a studiare sul campo," ha dichiarato il sindaco Fausto Pepe, "un grande progetto di emergenza neve che non avevamo nel nostro piano di Protezione Civile, se non in forma residuale rispetto alle nostre casistiche".
E’ dello stesso primo cittadino, dunque, il commento ai trascorsi momenti di difficoltà.

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