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San Marco dei Cavoti, progetto per lanciare il turismo con il Museo degli Orologi

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San Marco dei Cavoti punta sul Museo degli orologi da torre per intercettare nuovi flussi turistici. L’amministrazione Marino ha infatti deciso di partecipare ad un bando del Ministero del Turismo candidando a finanziamento un progetto – dal titolo ‘Macchine del Tempo 2.0’ e dal costo complessivo di 1 milione e 183mila euro – insieme con il comune ligure di Tovo San Giacomo.

Con il Tourism Digital Hub, realizzato nell’ambito delle iniziative sostenute dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza – PNRR, l’obiettivo del Ministero è la conoscenza, la promozione, valorizzazione e fruizione dei Musei caratterizzati dalla presenza di orologi, di macchine del tempo di antico stampo, e dei territori ove hanno dimora (e che animano la presente proposta progettuale), quali attrattori turistici di livello nazionale e internazionale, attraverso l’incremento della reputazione e della visibilità della loro offerta turistica di spiccata matrice culturale, storica e tecnica.

Da qui la decisione della Giunta Marino di creare una Rete Museale che faccia perno sulla misurazione e scansione del tempo: in questo modo sia San Marco dei Cavoti sia il partner Tovo San Giacomo, nel Savonese, potrebbero diventare nell’immaginario collettivo ‘culle privilegiate’ per misurare e percepire la scansione del tempo, lo scorrere delle stagioni, e conoscere e scoprire i segreti degli strumenti, gli orologi da torre innanzitutto, che la sapienza tecnica degli uomini ha consentito di realizzare nel corso dei secoli.

Non solo: tra gli obiettivi c’è quello di creare ed animare una specifica Rete Museale a scala europea basata sulla dimensione temporale e sugli strumenti per misurarla, anche al fine di diffondere il concetto di un turismo culturale e destagionalizzato; inserire l’offerta turistica proposta nel maggior numero di circuiti turistici della Campania e della Liguria, non tralasciando il contesto nazionale ed internazionale; raggiungere e coinvolgere quanti più potenziali turisti e tipologie di target possibili (scolaresche, studiosi, appassionati, ecc.), al fine di stimolare occasioni di scoperta e di conoscenza dei Musei e dei territori interessati.

Ad occuparsi della progettazione esecutiva sarà l’Unisannio. Tra le idee in cantiere anche la creazione in via sperimentale di un infopoint, già nella primavera 2025, dove hostess e stewards, appositamente formati sulle specificità e particolarità delle collezioni e sulle modalità di fruizione del Museo, forniranno informazioni, distribuiranno il materiale promozionale e accompagneranno i turisti nelle visite guidate.

E ancora: fare rete sulle Città delle Macchine del Tempo, con la presentazione del prodotto turistico presso le diverse città dove sono presenti i Musei degli Orologi da Torre che aderiscono al Progetto, la creazione di un percorso virtuale di visita e convenzioni con gli altri Musei. Il fine è creare una Associazione dei Musei degli Orologi da Torre per la promozione di questi meccanismi presenti in tutto il Mondo.

Fondamentale, infine, l’apporto delle scuole: convenzione con l’Istituto Tecnico Economico, che già da tempo forma i ragazzi ad esercitarsi come guide proprio per il Museo degli Orologi da Torre. Nello spazio che diventa un piccolo polo culturale, il forum dei giovani potrà anche organizzare eventi culturali allargati al mondo della gioventù ed alla Rete Europea delle Macchine del Tempo, anche percorsi formativi riguardanti gli aspetti scientifici delle macchine.

LA STORIA – Il Museo del borgo fortorino nasce nel 1997, nello spazio attualmente denominato Palacrok. Salvatore Ricci, maestro orologiaio e Ufficiale al Merito della Repubblica, corona un sogno lungo tutta la sua vita allestendo, con l’autorizzazione della Giunta Comunale, una mostra permanente di circa cinquanta meccanismi di antichi orologi da torre, scovati, acquistati e recuperati al funzionamento in tutta Italia e talvolta anche fuori nazione. Nato in una famiglia contadina, Salvatore si era trovato costretto dalle necessità quotidiane a dedicarsi prima al lavoro dei campi ed al pascolo e, solo in età adulta, aveva potuto frequentare un corso regionale di Radio Tecnico, attività che aveva da sempre desiderato di svolgere. Alterne vicende lo portarono a lavorare nel Sannio, nel Lazio e finanche a Torino, fin quando il Cavalier Roberto Trebino, titolare dell’omonima ditta di orologi ad Uscio, Genova, vedendolo all’opera dà inizio alla svolta che porterà Salvatore ad essere “l’uomo del tempo”.

Il Cav. Trebino viene infatti a San Marco dei Cavoti per installare un orologio nella torretta dell’edificio scolastico “Baricelli”, ristrutturato dopo il terremoto del 1962. Aiutato valentemente da Salvatore, qualche anno più tardi gli affida la manutenzione degli orologi installati dalla sua ditta in provincia di Benevento, Isernia, Campobasso, in Calabria e in Puglia. Salvatore lavora, finalmente pago del suo operato, e contemporaneamente ricerca, compra e salva dall’oblio antichi meccanismi che, grazie alle sue abili mani, tornano a scandire le ore nella cittadina fortorina. La collezione diventa importante e di grande interesse culturale: il 24 giugno 1998 viene istituito, con delibera comunale, il Museo degli Orologi da Torre del Comune di San Marco dei Cavoti, e successivamente il C.N.R. acquista la collezione stipulando una convenzione con il Comune. All’inaugurazione ufficiale nel novembre 2000 succede il trasferimento dei preziosi meccanismi di orologi da torre: la collezione ha infatti recentemente trovato casa nella degna cornice del ristrutturato palazzo storico di via Rovagnera, inaugurato nel 2006. A Salvatore Ricci la cittadinanza, la scuola, il mondo della cultura hanno tributato e tributano riconoscimenti.

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