CULTURA
‘Come la luce dell’alba’, la Napoli degli anni settanta nel libro di Pio Russo Krauss: “Un uomo di fede deve stare dalla parte degli ultimi”

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Un romanzo che ti riporta a Napoli, nella prima metà degli anni settanta. In una società ancora scossa dal colera e che si divide sul referendum per l’aborto e che si interroga su quale modello di sviluppo darsi. Eccolo “Come la luce dell’alba”, romanzo di Pio Russo Krauss presentato questo pomeriggio al Palazzo Arcivescovile di Benevento.
A promuovere l’iniziativa “La Valle del Tempo Edizioni” e l’Associazione Marco Mascagna.
“Un romanzo ha sempre più piani di lettura. E questo ne ha parecchi” – ha spiegato l’autore, medico di sanità pubblica nato e residente nella città partenopea. “Il primo interrogativo che pone il libro è cosa vuol dire essere cristiani oggi, in un mondo laicizzato. E poi c’è il tema dell’impegno: una persona che ha fede non può non spendersi per gli altri, lottando al fianco degli ultimi come insegna Papa Francesco. E poi c’è la qusetione ambientale, questione già attuale negli anni settanta quando l’austeruty ci spingeva a riflettere su quale nuovo modello di sviluppo inseguire. Infine, il romanzo tratta dello scandalo delle diseguaglianze”.
Temi che Pio Russo Krauss affronta attraverso la lotta di un prete e di un gruppo di giovani, aiutati da Italia Nostra, WWF e Coldiretti, contro i costruttori di palazzi abusivi del quartiere di Pianura. I protagonisti, prendendo le parti dei contadini (sfrattati con l’inganno) e di alcune famiglie di baraccati, si troveranno a fare scelte difficili e ad affrontare dubbi, dilemmi, a interrogarsi sulle loro vite, sulla società, su cosa significa essere cristiani. E anche a vivere i primi innamoramenti, le prime storie d’amore con le loro gioie e tristezze. Un romanzo di formazione, ma anche un romanzo storico e militante. I fondi raccolti con il romanzo sono devoluti al Centro Buglione per i senza fissa dimora.
A discutere con l’autore del libro sono stati Giorgio Varricchio, giudice del Tribunale Interdiocesano di Benevento e Nico De Vincentis, giornalista. Le letture del libro sono state curate da Elvira Feleppa.