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ECONOMIA

Una birra sannita medaglia d’oro a ‘Birra dell’Anno 2024’: è la ‘American’ realizzata da Vincenzo Mascia per ‘Cuore Malto’

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Non era mai accaduto in precedenza che una birra interamente prodotta a Benevento città e per giunta da un sannita doc, ai aggiudicasse la medaglia d’oro al più prestigioso concorso italiano del settore. E’ successo nel 2024 a “Birra dell’Anno”, la manifestazione di riferimento per tutti gli appassionati sul territorio nazionale, organizzata da “Unionbirrai” presso i saloni della Fiera di Rimini, nella quale si sfidano i migliori produttori di birre artigianali dello Stivale. Quarantacinque categorie di concorso, tre birre premiate (medaglia d’oro, d’argento e di bronzo) per ogni categoria selezionate da una giuria di esperti degustatori italiani e stranieri.

Ad imporsi domenica scorsa nella kermesse specializzata è stata la “American”, una pale ale in stile americano realizzata dal mastro birraio Vincenzo Mascia, titolare insieme alla consorte Francesca Fasulo del birrificio “Cuore Malto”. La “American” si è piazzata sul gradino più alto del podio nella categoria 13, quella in cui concorrono tutte le birre chiare e ambrate, ad alta fermentazione, di basso grado alcolico, luppolate di ispirazione statunitense.

La birra che ha trionfato viene interamente brassata nello stabilimento “Cuore Malto” di via Appia Antica ad Apollosa. La “American” è l’unica birra campana premiata in questa edizione di “Birra dell’Anno”. La sede legale dell’azienda è invece nel capoluogo, in via Salvator Rosa.

La storia del birrificio è indissolubilmente legata a quella di Vincenzo Mascia, che ha iniziato, come tanti colleghi poi divenuti vere e proprie eccellenze del settore, per diletto, con la birrificazione casalinga. La scintilla è scoccata in una serie di concorsi da homebrewer cui ha partecipato: nell’ultimo di questi registrò un numero imprecisato di apprezzamenti dalla giuria specializzata (tra questi Luigi Serpe, mastro birraio e fondatore del birrificio “Maltovivo”, e Paolo Erne, profondo conoscitore del mondo delle realtà birrarie del nord Italia e autore di “Birre in Cucina”, ricettario pratico di gastronomia brassicola) e piazzamento di tutto rispetto per la sua “Vienna Bier” (giunta settima su 150), la birra da cui tutto è cominciato, una lager ambrata di media forza con maltosio morbida e delicata, luppolatura moderata e finale secco. Una birra dall’eccezionale equilibrio che ancora oggi riscuote consensi un po’ dappertutto.

Così nel 2016 Vincenzo decide di mettere su la sua prima beerfirm insieme alla moglie Francesca Fasulo. Nel 2019 sceglie finalmente di aprire un birrificio tutto suo, ma il Covid ben presto gli taglia subito le gambe: due anni fermo restando a galla senza mollare. Riprende nel 2021 e da allora in poi è stata una crescita costante in termini di qualità e quantità di birra prodotto e distribuita. Una cantina inizialmente formata da due fermentatori e maturatori da 1200 litri, una linea poi raddoppiata arrivando a 4 maturatori da 1200 litri e ora ne stanno arrivando altri due per un totale di 6. Dal prossimo marzo in poi, il birrificio si assesterà sui 60 mila litri di birra prodotta in un anno.

Più di 10 le birre realizzate in proprio (tra queste anche una Imperial Chocolate Stout), con un po’ di spazio dedicato a qualche produzione conto terzi. Collabora con la nota beerfirm Wild Boar (ex Cauldron) di Francesco Boscaino e Giacomo Luciani, con il ristopub Affuoco XL alla produzione di una birra molto particolare con miele dei Fiori dell’azienda agricola “Sannio” (la XL Pils), con Marino Di Gennaro di Brasseria del Matese con cui Vincenzo produce una birra con luppolo fresco sannita raccolto nel territorio di Santa Croce del Sannio.

Numerosi i riconoscimenti collezionati: nel 2022 la medaglia d’argento al concorso internazionale di Lione in Francia con la German Pilsner, nel 2023 sempre a Lione, quattro secondi posti con German Pilsner, Saison al frumento, XL Pils e la Dries (nome scelto in omaggio al calciatore Mertens), una belga con note acide. La Guida d’Italia Slow Food menziona la sua “Colpo di Coda”, una Italian Grape Ale realizzata con il mosto di Coda di Volpe, insieme all’azienda vitivinicola “Francesca” di Apollosa, allo scopo di far conoscere le eccellenze dell’omonimo territorio nel quale è ubicato il suo stabilimento.

Per promuovere la cultura birraria a Benevento e provincia, Vincenzo dallo scorso anno organizza il festival “BeerEventum” che si tiene nel piazzale del suo birrificio ad Apollosa in via Appia Antica. La prima edizione, il 21 e 22 ottobre del 2023, ha riscosso un notevole successo di pubblico con 13 punti spina, gastronomia, braceria, pizzeria, friggitoria, concerti live e ben tre tavole rotonde con discussioni sul mondo brassicolo, storia della birra, abbinamenti culinari e corretto utilizzo delle terminologie collegate.

Vincenzo si avvale della preziosa collaborazione della moglie che si occupa della parte amministrativa di “Cuore Malto” e di Lorenzo Melchiorre, suo fido braccio destro nelle varie cotte e assistente per l’intera parte organizzativa, logistica e della birrificazione.

Vincenzo Mascia ha iniziato birrificando nel tempo libero, essendo tuttora istruttore di nuoto agonistico a Telese (ma insegna anche a bambini e adulti) ma adesso quello del mastro birrario sta diventando un vero e proprio lavoro considerando la crescita esponenziale dell’azienda nel giro di pochi anni. Merito della sua tenacia e della sua dimestichezza con formule chimiche, miscelazioni, scelta doviziosa degli ingredienti e soprattutto della sua abilità nella perfetta fusione di malti e luppoli. Anche perché, i cinque elementi per fare un ottima birra li possiede tutti: acqua, lievito, luppolo, malto e… passione.

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