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POLITICA

La Pepe e il centrosinistra che verrà: “Per battere le destre il Pd deve includere, non respingere”

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Una settimana particolare quella che attende i Dem campani. È in programma per il 14 e il 15 di luglio a Napoli un evento contro l’autonomia differenziata, almeno per come l’ha immaginata il ministro per le Riforme Roberto Calderoli. Ci sarà la segretaria nazionale Elly Schlein, oggetto pochi giorni fa di un violento e frontale attacco del presidente della Regione Vincenzo De Luca. Al fianco della Schlein ci sarà Antonella Pepe, componente della Direzione Nazionale del partito proprio in rappresentanza dalla segretaria. 

Partiamo dal tema dell’iniziativa: il Pd ribadirà la propria contrarietà alla riforma Calderoli

Si, e aggiungo, si tratta di una battaglia identitaria del Pd, difendere l’unità nazionale e combattere i divari territoriali. Finalmente la questione meridionale è patrimonio di tutta la comunità democratica, non era scontato fino a qualche mese fa”.

Inutile girarci intorno, ad alimentare l’attesa per l’iniziativa è la tensione che segna i rapporti tra la segretaria nazionale e il governatore Vincenzo De Luca. Che non si piacessero era cosa nota ma penso nessuno si aspettasse che lo scontro potesse assumere toni così violenti. Sorpresa? E cosa pensa delle parole di De Luca?

Non mi sorprende. La vittoria di Elly Schlein è stata dirompente, un segnale di cambiamento che non può rimanere inascoltato. Sui toni del Presidente ho sempre espresso le mie riserve, anche quando hanno riguardato altri. Ma rimaniamo sulle questioni: tutto il Pd, a partire dalla sua segretaria, ha rimesso al centro dell’agenda politica il Sud, la lotta al lavoro precario e sottopagato, la sanità pubblica. Questioni che stanno a cuore al Presidente De Luca e fondamentali per tutti i cittadini campani. Su questo, non su altro, si misura una comunità politica e la sua capacità di fare battaglia comune”.

Nel mirino di De Luca, e dei suoi fedelissimi, anche il ruolo e la funzione del commissario regionale del Pd Misiani? Anche dalla federazione sannita è giunta la richiesta di “stoppare” il prima possibile la fase commissariale: lei cosa ne pensa?

Il problema del Pd Campano non è certo il commissariamento, ma la sua totale evanescenza. Sono anni che non si vede un’iniziativa politica regionale, anche quando un segretario c’era ed era pienamente legittimato. Arrivando poi all’ultimo congresso è cronaca quanto accaduto: tesseramenti gonfiati per nome e per conto, iscritti e votanti in numero superiore agli elettori delle politiche, circoli esistenti solo sulla carta. Insomma, un partito schiacciato e al servizio più del proprio ceto politico che delle comunità”.

Nessuna urgenza di un congresso, quindi?

Credo che il tema più urgente non sia quando fare il congresso, ma che Pd vogliamo costruire, anche in Campania, ricostruendo un radicamento vero che valorizzi energie, impegno e competenza. Sono convinta che serva meno arroganza e più umiltà per dare una mano concreta al commissario Antonio Misiani che sta lavorando con grande equilibrio e dedizione.  Riguardo la federazione sannita, fa specie che arrivi da qui una tale richiesta, dove quel modello di partito regionale, subalterno ad alcuni interessi, ha prodotto quello che tutti ricordiamo”.

Immagino il riferimento sia alle vicende con Leo Annunziata in occasione delle elezioni amministrative. E a proposito di elezioni, proprio un anno fa, di questi tempi e in vista delle politiche, iniziava la nuova guerra interna al Pd sannita. Guerra conclusasi con la sua estromissione dalla presidenza del partito. Oggi come sono i rapporti con il gruppo dirigente della federazione sannita?

Come ricordavo in quei giorni, il Partito Democratico è e sarà sempre casa mia. I gruppi dirigenti passano, la comunità democratica, quella che condivide valori, idee e istanze, resta. Rammarica, più che altro, che buona parte di questa è fuori dagli attuali gruppi dirigenti o tenuta ai margini. Un peccato per la qualità della nostra discussione e per la capacità di attrazione”.

Si parla già  tanto di provinciali e di alleanza: lei che centrosinistra immagina per lo scontro per la Rocca?

Un centrosinistra largo, aperto al contributo di tutte le forze politiche e civiche che non si riconoscono nella visione di Paese e nel modello di governo della destra, fatto di propaganda e spot e totalmente inadeguato a garantire gli interessi nazionali. Guardiamo il Pnrr che ha tra gli obiettivi fondamentali proprio quello di recuperare il gap con il centro nord: ecco, è scaduta la quarta rata, non c’è uno straccio di proposta di modifica e, ad oggi, è stato speso solo un miliardo dei 34 disponibili. Un governo incapace di rilanciare il Paese, che fa cassa sui poveri abolendo il reddito di cittadinanza senza garantire un solo investimento sull’occupazione e sulla capacità di crescita delle imprese. Una destra che fa propaganda sugli immigrati e non vede le migliaia di giovani che ogni anno lasciano i nostri territori per andare al nord o all’estero. Non possiamo che muoverci in questo perimetro: il Pd deve giocare il ruolo non solo di federatore ma anche nella definizione del quadro, non lasciando margini a corse in solitaria o operazioni minoritarie che rischierebbero solo di favorire il centrodestra”. 

Centrodestra/Centrosinistra: o con loro o con noi? 

“Ecco, più che tavoli preconfezionati io lancerei prima un grande appello a tutte le forze politiche, sociali e civiche, per definire con chiarezza da quale parte intendono sedersi, uscendo dalle ambiguità a cui siamo stati abituati”.

Dalle “sue parti” la accusano – in maniera più o meno velata – di aver ormai sepolto l’ascia di guerra contro Mastella: è così?

Diciamo che questa è tra le “accuse” che più mi fa sorridere. In primis per un fatto generazionale: sono l’unica che non ha mai governato con Mastella nei gloriosi tempi in cui amministravamo insieme Comune, Provincia e Regione. Molti dei più appassionati “antimastelliani” sono stati in quegli anni consiglieri, assessori o, più semplicemente, hanno beneficiato dei vari livelli di gestione. Se qualcuno intende usare certe argomentazioni farebbe bene prima a guardare le contraddizioni in casa propria. Mi permette un piccolo excursus?”.

Prego

“A ridosso delle elezioni regionali, l’allora segretario del Partito Democratico sannita sfiduciava, in piena notte e accompagnato da uno dei più autorevoli esponenti di ciò che loro chiamano “mastellismo”, un sindaco con la tessera del Pd. Poco dopo entriamo nel pieno della scadenza amministrativa di Benevento. È storia nota il mio impegno per la costruzione di Alternativa per Benevento. Ricordo, a qualche smemorato, quali esponenti del Pd nazionale vennero qui a sostenere la linea della federazione, Andrea Orlando e Peppe Provenzano in primis, salvo diventare “capibastone e responsabili del tracollo del Pd” solo perché vicini alla sottoscritta. E ricordo pure che a sostenere la linea opposta, vi era proprio il vicepresidente della Regione Campania e pezzi di mondo deluchiano, con i quali oggi l’attuale gruppo dirigente ha, a quanto pare, trovato un’intesa a tal punto da firmare documenti comuni. Sia chiaro, normalizzazione dei rapporti che io per prima, insieme al consigliere regionale, auspicavo. Ma quando eravamo noi a chiederlo ci tacciavano di aver dimenticato i torti subiti. E ancora: l’antimastellismo’ si è messo tranquillamente da parte anche in occasione della campagna elettorale delle politiche, quando insieme agli esponenti mastelliani si è sfiduciato un sindaco del Pd dalla presidenza della comunità montana del Fortore. E proprio di qualche giorno fa, infine, l’elezione di Antonio Di Maria a Presidente del GAL Titerno, eletto all’unanimità anche con il voto del comune di Reino”.

Sta dicendo che è un antimastellismo a targhe alterne quello del Pd sannita?

Servirebbe un’intervista a parte se volessimo approfondire. Ma non mi sottraggo dal merito della principale contraddizione, il posizionamento dei nostri amministratori al comune di Benevento e nei comuni della provincia. E anche qui, è alquanto buffo che venga accusata io di dialogo con Mastella quando tra le pochissime eccezioni di maggioranze monocolore figura il comune di Apice. Gli amministratori con la tessera Pd siedono in maggioranze composite, molte guidate da sindaci di chiara espressione mastelliana, a partire da chi ricopre ruoli apicali nel gruppo dirigente del Pd sannita. Appare evidente che non ha alcun senso dichiararsi “antimastelliani”. Se così fosse, per coerenza, il gruppo dirigente dovrebbe chiedere ai propri amministratori di passare all’opposizione in tutti quei comuni in cui siedono con i mastelliani”

Impensabile

Sarebbe una follia. Come inutili e strumentali sono certe affermazioni da parte del gruppo dirigente. Si è alternativi nelle scelte di governo, di gestione, sulle politiche da attuare, così come si può convergere su altro. A Benevento, con coerenza, abbiamo presentato un’alternativa ad una gestione amministrativa che non ci aveva convinto. Non abbiamo fatto lo stesso ad Airola, dove il circolo locale sostiene il sindaco mastelliano mentre due esponenti dell’opposizione sono tesserati al PD. E così a San Giorgio del Sannio, dove addirittura i tesserati PD si sono divisi in tre liste, e ancora San Leucio dove sediamo in maggioranza con un sindaco e consigliere provinciale di Noi di Centro. L’elenco sarebbe lungo”.

Arriviamo allora al dunque

Io non ho mai cambiato idea, l’ “anti” non è una categoria della politica e di certo non mi appartiene. Il PD è il partito perno di qualsiasi alleanza di centrosinistra, la propria identità non può essere subalterna. Ma il ruolo di centralità va esercitato non proclamato, all’opposizione laddove si è opposizione e ancor di più nella costruzione di proposte credibili e competitive per il governo del territorio, in cui occorre aggregare e non respingere. I prossimi anni ci riservano sfide importanti per le quale dobbiamo attrezzarci, a maggior ragione oggi che al governo c’è la destra. È assurdo che non sia una preoccupazione prioritaria del gruppo dirigente il lavoro di radicamento che sta mettendo in campo il centrodestra nelle amministrazioni dei nostri territori. Ecco, con franchezza, non vorrei che la strategia fosse esattamente questa, ridurre all’osso la capacità attrattiva del Pd e del centrosinistra per favorire la crescita del centrodestra nel Sannio. E a sentire i rumors, non sarebbe nemmeno una sorpresa se si considerano alcuni comportamenti avuti nelle ultime politiche e anche nelle recenti amministrative”.

Chiudiamo allora con la nota di sostegno all’onorevole Rubano diffusa da ‘Alternativa per Benevento’ dopo il suo incontro con il ministro Sangiuliano per la vicenda di piazza Cardinal Pacca: l’avrebbe sottoscritta?

Sono troppo vecchia politicamente per entusiasmarmi di fronte ad impegni presi davanti ad una fotocamera o a mezzo stampa. È tipico di una certa politica che nel Sannio siamo abituati a vedere da troppi anni. Ho partecipato, invece, con piacere alla manifestazione che si è tenuta per tenere alta l’attenzione sui ritrovamenti archeologici di piazza Cardinal Pacca. Credo che quella spinta, venuta dal basso, vada sostenuta in tutte le sedi istituzionali nell’interesse comune di valorizzare un patrimonio straordinario”

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