POLITICA
Pepe: Benevento avrà il 30% di trasferimenti erariali in meno nel prossimo biennio

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Si disperde nelle pieghe dello studio condotto dalla Svimez sui residui fiscali regionali l’immagine del Mezzogiorno d’Italia dissipatore delle risorse pubbliche ed incapace di far fruttare quanto ad esso viene trasferito dallo Stato. Secondo la Svimez “dal 2004 al 2006 i cittadini meridionali hanno ricevuto l’11 per cento di risorse in meno rispetto a quanto sarebbe stato trasferito con coerenti politiche redistributive e di sviluppo. Sul fronte della spesa per lo sviluppo, in particolare, ogni cittadino meridionale ha ricevuto 211 euro (in Campania -193 il dato specifico) in meno del programmato in base all’obiettivo del 45 per cento del totale della spesa in conto capitale”.
A sostenerlo è uno a studio di Adriano Giannola, Carmelo Petraglia e Domenico Scalera sui residui fiscali regionali pubblicato sulla Rivista Economica del Mezzogiorno, trimestrale della SVIMEZ edito da Il Mulino, diretto da Riccardo Padovani.
Ed a questi dati fa riferimento il sindaco di Benevento Fausto Pepe che, in una dichiarazione rilasciata al sito dell’Anci (l’associazione dei comuni italiani, www.anci.it) sostiene che “gli effetti negativi di una politica non equamente redistributiva sono sotto gli occhi di tutti. Aver voluto frenare il dinamismo di alcuni contesti territoriali del Mezzogiorno offre oggi a tutta l’Italia un numero estremamente minore di soluzioni per uscire dalla crisi. Se allo storico dualismo tra Nord e Sud, attualmente in piena divaricazione, si aggiunge lo sguardo miope del governo si comprende bene come per invertire il ciclo siano necessarie ricette nuove e capaci di andare in controtendenza all’indirizzo applicato in questi ultimi anni”.
Il primo cittadino volge poi lo sguardo alla realtà amministrata: “Il comune di Benevento avrà nel prossimo biennio una riduzione dei trasferimenti pari al 30% della spesa corrente: un dramma sia per l’assenza di risposte alle tante esigenze delle fasce sociali più deboli, sia per l’impossibilità di fornire una adeguata risposta alle necessità di far ripartire l’economia attraverso l’utilizzo dei fondi strutturali”.
In conclusione, per Pepe questo studio Svimez fa emergere “un quadro drammatico, che non fornisce neanche un solo secondo di stupore: purtroppo, in questi anni, ci siamo abituati a numeri caratterizzati da tale sproporzione. A questo punto non è più possibile cambiare la terapia ed aspettare gli effetti delle nuove cure, resto convinto che vada cambiato innanzitutto il dottore per dare una reale efficacia a qualunque tipo di rimedio”.