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Elezioni, le tappe del voto e le alleanze: tre possibili scenari nel nostro Sannio

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Con la fine della XVIII legislatura decretata dalle dimissioni di Draghi ecco che l’Italia è nuovamente chiamata ad eleggere i propri onorevoli rappresentanti alla Camera e al Senato.
Il giorno fissato da Mattarella è il 25 settembre prossimo, data che lascia poco tempo a partiti e candidati per una campagna elettorale che, caso unico nella storia della repubblica, sarà pienamente estiva. All’appuntamento con le urne sarà ancora in vigore il cosiddetto ”Rosatellum” che prevede un sistema misto tra proporzionale e maggioritario. A questo, si aggiunge una significativa riduzione del numero dei parlamentari dovuta all’approvazione del referendum costituzionale che porterà il numero degli onorevoli scranni a 400 per la Camera e a 200 per il Senato.
Come è facile immaginare, un taglio così drastico della rappresentanza parlamentare riguarda soprattutto i collegi elettorali minori, come il nostro Sannio, che vede diminuita notevolmente la delegazione beneventana nei palazzi delle istituzioni e di conseguenza il proprio peso nelle scelte decisive per la vita della provincia tutta. Il Sannio, di fatto, è padrone di un unico collegio: l’uninominale 3 compreso nella circoscrizione Campania 2 per la Camera dei Deputati. E anche qui, a dirla tutta, non si parlerà solo beneventano. Il collegio, infatti, oltre ai 78 Comuni sanniti dà spazio anche a 28 Comuni del Casertano, quelli che tradizionalmente fanno riferimento al sistema locale di Piedimonte e da questo collegio, evidentemente, emergerà un solo deputato.
Gli altri aspiranti a uno scranno di Montecitorio dovranno passare per il plurinominale che comprende – oltre ai 106 Comuni dell’uninominale – anche le altre aree del Casertano. Parliamo, complessivamente, di un collegio da 183 Comuni e una popolazione di quasi 1 milione e 200mila abitanti: da qui usciranno altri 5 deputati.
Come logico, la corsa per palazzo Madama passerà per sentieri ancora più ampi. L’uninominale, infatti, racchiude le intere province di Benevento ed Avellino. Per il plurinominale, invece, lo schema prevede un mega collegio (5 i seggi in palio) comprendente le intere province di Caserta, Benevento e Avellino e larga parte della provincia di Salerno, compreso il comune capoluogo.
Alle insidie della legge elettorale e dei suoi sbarramenti, i futuri candidati sono anche alle prese con l’incognita alleanze, oggi forse più che mai necessarie data la frammentazione del corpo elettorale non più circoscritto nel vecchio sistema dei due poli contrapposti.
YouTrend, ha pubblicato tre scenari possibili dallo scrutinio delle prossime urne il 25 settembre, basandosi sui dati elaborati dallo studio Cattaneo Zanetto & Co. I dati si riferiscono sia alle proiezioni nazionali sia, nello specifico, al nostro collegio di interesse.
Scenario A – Nel Sannio se il Pd si presentasse insieme al M5S, alla lista unitaria di Sinistra Italiana e Verdi, ma senza l’alleanza dei partiti di centro, si avrebbe un centrodestra vincente alla Camera e un centrosinistra leggermente in vantaggio al Senato. In questo caso, a livello nazionale, il CDX vincerebbe 221 seggi su 400 alla Camera e 108 su 200 al Senato, ottenendo quindi la maggioranza assoluta.
Scenario B – Qualora i 5 Stelle dovessero correre da soli, senza quindi l’alleanza con i partiti di centrosinistra, si avrebbe un vantaggio netto, per entrambi i rami del Parlamento del centrodestra nella nostra provincia. Con l’ipotesi B, sempre a livello nazionale, il CDX arriverebbe ad avere una maggioranza ancor più ampia, sfiorando il 60% dei seggi: 240 alla Camera e 122 al Senato.
Scenario C – Qualora si avesse, invece, un’alleanza larga comprendente non solo i partiti di area sinistra, ma anche quelli di centro, allora il centrodestra vedrebbe drasticamente ridimensionati i propri seggi. In questa ipotesi, a livello nazionale, al centro destra spetterebbero ‘solo’ 202 deputati e 99 senatori, mentre a livello locale otterrebbe con un margine risicato l’ingresso a Palazzo Montecitorio non spuntandola invece a Palazzo Madama che andrebbe al centrosinistra. Questa l’ipotesi che da mesi il sindaco di Benevento, Clemente Mastella, sta suggerendo agli alleati in vista di un campo largo da opporre alla destra.
Nulla è ancora deciso e due mesi sono un tempo infinito in politica, ma la macchina organizzativa del Quirinale è già a pieno regime per questa nuova chiamata alle urne degli italiani che dovranno eleggere i propri rappresentanti nelle istituzioni.
Il cronoprogramma corre spedito con tappe e appuntamenti sanciti dalla legge e dalla prassi parlamentare: l’11 agosto la convocazione dei comizi elettorali di Camera e Senato, data che sancisce il divieto per tutte le pubbliche amministrazioni di svolgere attività di comunicazione che non sia in forma impersonale.
Il 22 agosto, invece, presentazioni delle liste dei candidati, con i partiti che avranno depositato per il 14 agosto simboli e contrassegni elettorali.
Il 26 agosto si entrerà nel vivo della campagna elettorale con la possibilità di presentare materiale elettorale scritto da affiggere in appositi spazi dedicati proprio a questo tipo di comunicazione.
Il 31 agosto nomina degli scrutatori per ogni sezione elettorale i cui nominativi sono estratti da un apposito elenco tenuto da ogni comune italiano.
Il 25 settembre il giorno del voto. Ed, infine, il 13 ottobre sarà invece la prima seduta delle nuove Camere che, come da regolamento, deve avvenire non oltre 20 giorni dalla data delle elezioni.