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POLITICA

‘No all’abolizione delle Province’

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Il dibattito sui costi della politica è stato uno dei cardini su cui ha ruotato, nel passato lontano e recente, un insieme di impegni (promesse, meglio) elettorali. Un dibattito che ora è divenuto ancor più stringente soprattutto in concomitanza con una manovra finanziaria che, quanto ad economia, fa ricadere parte del suo (notevole) peso sull’ultimo gradino nella scala dei valori politici, il cittadino. Per contrappasso i costi in alto…. Questo il riepilogo della giornata di ieri apparso sul Fatto Quotidiano.

***

Quattro ore di discussione, un’assemblea di gruppo con decine di interventi. E alla fine il Pd ha deciso per l’astensione sulla proposta dell’Idv di abolizione delle Province ed è stato determinante per affossare la norma in Aula alla Camera. Del resto, anche il Pdl che pure si era espresso contro si e’ diviso, con 43 deputati che si sono astenuti. L’Aula ha così respinto il mantenimento del primo articolo del testo, quello che cancellava le parole “le province” dal Titolo V della Costituzione. I voti contrari sono stati 225, quelli a favore 83. Gli astenuti sono stati 240.

A favore alla fine oltre all’Idv, solo il Terzo polo, che ha duramente contestato la scelta del Partito democratico. Pier Ferdinando Casini si è detto dispiaciuto “che il Pd abbia perso l’occasione di fare una cosa saggia e di mandare il governo in minoranza”. Conversando con i cronisti in Transatlantico il leader dell’Udc ha spiegato: “Avremmo dato un segnale, e non sarebbe stato un peccato di lesa maestà suddividere le competenze delle Province tra Comuni e Regioni”.

“Oggi ha perso di credibilità la politica – ha fatto eco Renzo Lusetti –  ma soprattutto ha perso il Paese. Chi ha votato contro si assuma le proprie responsabilità”.  “Non comprendo – aveva affermato Lusetti puntando il dito contro il Pdl – il comportamento di quei parlamentari del Popolo della Libertà che prima hanno presentato proposte di legge per l’abolizione delle province e poi hanno votato contro”.

Prima, durante il voto in aula, era arrivato l’appello di Antonio Di Pietro: “Un’ultima richiesta di assunzione di responsabilità a chi a chiacchiere, fino a oggi ha detto che bisognava partire dalla revisione della Costituzione eliminando le province”. Se “voi continuate a dire rinviamo, vuol dire che non avete il coraggio politico di affrontare la questione”, aveva aggiunto rivolgendosi al Pd. “Vogliamo un voto per vedere chi ha il coraggio di passare dalle parole ai fatti”. A voto concluso, il leader dell’Idv ha rincarato: “Oggi si e’ verificato il tradimento generalizzato degli impegni e dei programmi elettorali da sinistra a destra. Tutti hanno fatto a gara nel far sognare in campagna elettorale gli italiani sul fatto che si sarebbe tagliata la casta eliminando le province e poi oggi non hanno mantenuto gli impegni. In aula si è verificata una maggioranza trasversale: la maggioranza della Casta”.

Ma il Pd non ci sta a passare per sostenitore dello status quo, e con il segretario Pier Luigi Bersani ha replicato duramente: “C’è una nostra proposta, non ci facciano tirate. Bisogna anche dire come si fanno le cose – ha aggiunto – perché le province stanno gestendo un certo numero di cose, penso all’urbanistica, che se tornassero in Regione avremmo una pioggia di proteste per le lungaggini”, ha spiegato il segretario del Pd. “Ci sono cose utili, cose inutili, le province sono troppe e bisogna accorparle. Noi abbiamo la nostra riforma per ridurre le province – ha aggiunto Bersani -, ma bisogna ragionare sulle istituzioni e non andare avanti a colpi di semplificazione”.
 

Fonte | www.ilfattoquotidiano.it

 

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