Scuola
Al Guacci prove di nuovo umanesimo con Carfi e Shomali

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In un fine settimana di metà dicembre, quando l’attività scolastica è già condizionata dall’imminenza delle vacanze natalizie, al Liceo Guacci si aprono, quasi per caso, sprazzi di un futuro possibile, anticipazioni di quello che, come da più parti invocato, viene definito un nuovo possibile umanesimo, una dimensione culturale in cui l’uomo ritrova la sua interezza oltre i confini che dividono gli ambiti scientifici da quelli artistici, letterari o filosofici.
Al centro c’è un pianoforte: quello dell’aula magna del Liceo Guacci. A suonarlo due personaggi che proprio non ti aspetti. Venerdì 15 è David Carfì, docente universitario di matematica, che il giorno dopo passa il testimone a Khalid Shomali, un giovane palestinese studente in economia. Il primo incontro è stato organizzato da Cadmus, Consorzio Amici della Musica Università del Sannio, insieme al DEMM, Dipartimento di Diritto, Economia, Management e Metodi Quatitavivi. La sua è stata una conferenza concerto, sul tema “Dalla crisi del classicismo alle inquietudini del preromanticismo”. Al centro della sua analisi Wolfang Amedeus Mozart, del quale Carfì ha illustrato aspetti tecnici e culturali con grande padronanza e cultura. Sembrava strano pensare che quell’ispirato musicista fosse in realtà uno dei migliori matematici al mondo, docente all’università di Messina e alla University of California at Riverside, con un curriculum di pubblicazioni scientifiche altamente specializzato in territori matematici che sembrano dominati dall’astrazione più assoluta e del tutto estranei alla melodia così vera e palpabile della musica di Mozart.
Mentre il giorno seguente, oggi sabato 16 dicembre, l’Università e il Cadmus, con il prorettore Massimo Squillante e con il prof. David Carfì, si spostavano al Rummo, per una conferenza del fisico brasiliano Luiz Roberto Evangelista, su “La strana natura della realtà quantistica”, il pianoforte dell’aula magna del Guacci è stato di nuovo protagonista di un altro concerto conferenza, questa volta del venticinquenne palestinese Khalid Shomali. La sua è stata soprattutto una testimonianza di vita, di chi è nato e cresciuto in una delle realtà più drammatiche del pianeta, dove tensioni e conflitti ancora non riescono a creare un ambiente di pace per i giovani di oggi. Una realtà che lui ha superato grazie alla musica, ma anche grazie alla lingua italiana, come Khalid ha raccontato, che gli ha permesso di diventare un musicista e un compositore, anche se non a tempo pieno, e di poter studiare nella nostra Perugia, dove tuttora frequenta un master in economia.
La percezione che ne abbiamo ricavato è di vivere in un mondo sempre più nuovo e complesso, dove le lingue sono il passaporto per il futuro, dove l’uomo è sempre più al centro con la sua interezza e dove la musica, l’arte, la bellezza sono le dimensioni che ci uniscono a prescindere da altro e da tutto.