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CRONACA

Operaio sannita stroncato da una sospetta polmonite in due giorni

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È morto all’età di 40 anni, stroncato da una sospetta polmonite dopo appena due giorni di ricovero.
Così l’altro ieri sera alle 21 è deceduto all’ospedale di Lavagna, Renato Fusco, operaio edile ed imbianchino originario della provincia di Benevento, ma residente con la moglie Stefania e le due figlie a Chiavari. Informati della tragedia, i familiari del quarantenne hanno richiesto all’Asl 4 Chiavarese di appurare le cause del decesso. Questa mattina, gli specialisti della struttura semplice di medicina legale eseguiranno l’autopsia sul corpo di Fusco. L’ipotesi, iniziale, dei medici è che il paziente sia deceduto per una forma fulminante di polmonite. Gli accertamenti sanitari consentiranno di appurare se si sia trattato di una malattia virale o batterica e se siano comparse complicazioni o altre patologie che abbiano complicato irrimediabilmente il quadro clinico. La ricognizione diagnostica in programma oggi non ha valore legale e, per il momento, alla procura della Repubblica di Chiavari è stata trasmessa solo la comunicazione di decesso.
Al termine dell’esame, la salma di Renato Fusco sarà accompagnata a Vitulano, paese d’origine del quarantenne, in Campania, per i funerali e la sepoltura. Le esequie dovrebbero tenersi domani. Alla cerimonia saranno presenti i tanti familiari accorsi ieri nel Tigullio dalla provincia di Benevento per stringersi attorno alla moglie Stefania e alle figlie. «Siamo sconvolti – ha detto la donna – I medici hanno fatto l’impossibile, ma ogni tentativo di curare mio marito è risultato vano. Ora sono disperata. Renato era l’unico con un lavoro stabile, come farò a mantenere le mie due figlie? Ancora adesso sono incredula. Domenica mattina mi ha detto che andava in ospedale per un controllo e l’ho ritrovato in Rianimazione, oramai in fin di vita». L’evoluzione della malattia che ha colpito Renato Fusco è stata effettivamente rapidissima. La mattina di domenica l’imbianchino quarantenne accusa alcuni dolori e decide di recarsi, da solo, al pronto soccorso di Lavagna. Non appena giunto al nosocomio, l’uomo viene sottoposto ad accertamenti clinici che evidenziano problemi all’apparato respiratorio. «Non aveva altre patologie – ha sottolineato la moglie – Però quella mattina non si sentiva a posto, forse aveva anche la febbre, fatto sta che in ospedale è andato da solo, senza bisogno di telefonare al “118” o di chiedere l’intervento di un’ambulanza». Ad ogni modo, i medici del nosocomio decidono di ricoverare Fusco. Nemmeno il tempo di preparare un letto e le condizioni del quarantenne precipitano, al punto da rendere necessario il trasferimento del paziente nel reparto di rianimazione. È oramai lunedì quando la polmonite compromette le facoltà respiratorie dell’imbianchino abitante a Chiavari. «Mi hanno detto che il virus o il batterio si è esteso ad altri organi – ha aggiunto Stefania – e che tutto è successo troppo rapidamente. È stato tentato di tutto, gli specialisti hanno provato l’impossibile per riuscire a salvare mio marito, ma alla fine la polmonite lo ha ucciso». La constatazione di decesso avviene alle 21 dell’altro ieri, di fatto sotto gli occhi della moglie Stefania e di altri parenti sopraggiunti dal Beneventano non appena informati del ricovero.
«Vogliamo sapere, noi e i medici, che cosa è successo, se davvero il decesso è stato causato dalla polmonite: Chissà? Renato ha sempre fatto l’imbianchino per anni ha respirato polveri e vernici. Magari è stato stroncato proprio da quelle».

Fonte | Il Secolo XIX | www.ilsecoloxix.it | Simone Traverso
Foto | www.comune.chiavari.ge.it/

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