CRONACA
Limatola, maxi sequestro per il “prete businessman” smascherato dalle Iene

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Oltre un milione di euro in beni sequestrato a don Giuseppe Giuliano, ex parroco della Chiesa di San Biagio a Limatola, a seguito di articolate indagini della Procura di Benevento.
Il sacerdote era finito nel mirino della nota trasmissione televisiva “Le Iene”: l’inviato Giulio Golia aveva accusato il prelato di essere “un prete businessman”. Attraverso testimonianze anonime raccolte con una telecamera nascosta e dichiarazioni di un concittadino, nel video del programma Mediaset era emerso che don Giuseppe avrebbe affittato – anche a prezzi esorbitanti – appartamenti e negozi in nero minacciando lo sfratto per gli inquilini morosi o arrivando addirittura a staccare la corrente per gli inadempienti.
Il sequestro è stato disposto dai magistrati ed eseguito dalle Fiamme Gialle di Benevento in quanto don Giuseppe – come si legge nell’atto della Procura – è “ritenuto soggetto abitualmente dedito a delinquere ed a vivere, almeno in parte, dei proventi delle proprie attività illecite”.
LE INDAGINI – Il sacerdote era stato oggetto di attenzione investigativa da parte di questa Procura fin dal mese di aprile 2014 allorquando nei suoi confronti furono eseguite perquisizioni che avevano permesso, al termine delle indagini, di contestargli diverse attività delittuose, anche di carattere estorsivo, realizzate con l’ausilio di soggetti pregiudicati, nonché un’intensa attività di prestiti di denaro con elevati tassi di interesse.
Le attività investigative avevano consentito di raccogliere la testimonianza di alcuni cittadini extracomunitari che abitavano presso i locali della parrocchia di San Biagio di Limatola senza regolare contratto di affitto, i quali, avevano dovuto sottostare alle pretese del parroco ed alle sue ritorsioni, a seguito del ritardo nel pagamento dei canoni di fitto, consistenti nel distacco dell’energia elettrica, addirittura in un caso la notte di Capodanno del 2013, lasciando la famiglia “morosa” senza fornitura elettrica per qualche giorno.
A margine dell’attività d’indagine, le Fiamme Gialle hanno proceduto anche all’analisi del patrimonio del prete, accertando una notevole sproporzione fra i modesti redditi dichiarati ed i beni posseduti: 13 autovetture di cui 7 auto d’epoca, collocate in parte nei locali della canonica parrocchiale, un immobile di pregio a Cimitile e numerosi rapporti bancari.
RISULTATI – “Il provvedimento cautelare e le relative indagini – spiega la Procura – costituiscono attuazione delle direttive investigative della Procura della Repubblica, finalizzate a colpire coloro che vivono abitualmente dei proventi delle loro attività illecite ancorchè tali condotte illecite non siano riconducibili a delitti di criminalità organizzata, ma riguardino reati di tipo comune anche se di notevole allarme sociale (quali appunto usura ed estorsione), attraverso lo strumento della misura di prevenzione.
Il sequestro dimostra ancora una volta l’elevatissimo livello di attenzione che la Procura della Repubblica di Benevento, avvalendosi delle specifiche professionalità e competenze della Guardia di Finanza, dedica agli arricchimenti anomali ed ai patrimoni illecitamente accumulati da soggetti abitualmente dediti a delinquere”.