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Scuola

Bomba al liceo, i docenti del “Giannone”: “Parte di piazza Risorgimento diventi spazio aperto per gli studenti”

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“Prima di poter esprimere ogni possibile, eventuale giudizio di merito su persone, si deve attendere la conclusione delle indagini della magistratura e delle forze dell’ordine, che il collegio ringrazia per l’impegno profuso nella individuazione del/dei responsabile/i, auspicando, nel contempo, che le indagini procedano, spedite e sicure, verso l’accertamento di quanto realmente accaduto, e delle connesse responsabilità penali e civili e aggiungendo che lo stesso collegio si preoccuperà di tenere desta l’attenzione sull’episodio, qualora si dovesse solo percepire la volontà, una volta spenti i riflettori dei media e dei social, di far scivolare nel dimenticatoio il gravissimo atto di teppismo sociale di cui il liceo Giannone è stato vittima“.

Inizia così il documento redatto dal collegio dei docenti del liceo classico Giannone di Benevento, che ha voluto avviare una riflessione sull’atto vandalico che ha interessato l’istituto di piazza Risorgimento nella notte di Natale. “Il non poter esprimere giudizio di merito su persone – aggiunge nel testo – non esime gli uomini e le donne di scuola che lo compongono dal dovere, etico e deontologico, di una lettura, non banale né superficiale né tantomeno d’occasione, del gesto delinquenziale e delle sue conseguenze.

Far esplodere una bomba, di sicuro da rubricare tra i materiali pirici illegali, nei pressi di una scuola, di una qualsiasi scuola, è un atto che non potrà, in nessun caso, essere giudicato solo una mera “bravata” di giovani in cerca di divertissement. Il gesto in quanto tale, portato avanti da uno o da un gruppo – da deplorare ancora di più se collegato al pesantissimo clima di generale preoccupazione che, nei tempi che si stanno vivendo, caratterizza le città europee – è un segnale sicuramente inquietante di quanto si stia allargando quella “zona grigia” in cui i “grandi” (famiglia, scuola, associazioni religiose, politiche, ricreative), per una serie di motivi, non entrano o non riescono ad entrare.

Perché – colpevolemente – si rifiutano di farlo per partito preso; perché molto spesso, non posseggono i codici di comunicazione di quel mondo, avendone smarrito o dimenticato tutte le parole d’ordine; perché – ed è questa la motivazione che forse sembra la più convincente – ci si trova, da “grandi”, a dover fare i conti con nuove e più potenti agenzie culturali che, viceversa, quei codici ben conoscono e che nuove parole d’ordine hanno imposto o vanno imponendo.

La scuola – si sottolinea nella nota – non è un microcosmo chiuso in se stesso. Essa è, sovente, specchio fedele della società in cui vive. Delle sue contraddizioni complesse e dei suoi difficili problemi non risolti. Eppure continua ad essere il luogo dove, nonostante le trasformazioni non sempre positive a cui essa è ciclicamente sottoposta ad ogni passaggio politico-governativo, è ancora possibile sperimentare, liberamente e con gli stumenti più idonei che i giovani si trovano, tra i tanti di cui oggi dispongono, ad avere a disposizione, ossia con gli strumenti della cultura con le sue più ampie e molteplici sfaccettature, un processo di cambiamento di prospettive, di concezioni del mondo, di buone pratiche civili.

La scuola pubblica è, probabilmente, la più significativa conquista democratica del nostro paese e, in tal senso, va difesa, tutelata, meglio conosciuta, certo, pure criticata, ma mai deturpata o oltraggiata con azioni violente o con pregiudizi sommari. In tal senso, la risposta che il liceo “Giannone” dà, a meno di un mese dalla vergognosa esplosione – la seconda edizione della “notte nazionale del liceo classico”, il prossimo 15 gennaio – intende affermare proprio questo: che continueremo ad impegnarci e a lavorare per sostenere e rafforzare la presenza della scuola, di questa scuola, nella città di Benevento e nel territorio sannita.

Appare quindi necessario – prosegue il collegio – ricostituire un patto di solidarietà tra “grandi”, un patto che spinga i soggetti contraenti a decidere di remare nella medesima direzione, da una parte, impegnandosi la scuola, con la professionalità di tutte le sue componenti, a mettere in campo ogni possibile strategia affinché nessuno dei giovani resti indietro nella conquista progressiva della propria indipendenza di giudizio, del proprio pensiero critico e delle migliori e più adeguate metodologie di studio, dall’altro, la famiglia, rigettando la considerazione di una scuola come pura burocratica agenzia dispensatrice di servizi e voti e, infine, le istituzioni territoriali – la Provincia in primis (che i docenti ringraziano per l’intervento tempestivo ed efficace che ha consentito la ripresa regolare delle attività scolastiche) – a cui il collegio chiede di voler prevedere, quanto prima, un decisivo e significativo intervento, teso a delimitare un pezzo di piazza Risorgimento, sottraendolo al parcheggio indiscriminato e trasformandolo in uno spazio aperto, bello e ordinato, a disposizione degli studenti e delle studentesse dei quattro istituti scolastici che su quella piazza si affacciano.

A giudizio dei docenti del liceo classico “Giannone”, una scelta in tal senso – che tutelerebbe e valorizzerebbe una zona con opere interessanti di un significativo periodo della storia dell’architettura italiana, ora spesso vittime di un insopportabile degrado, frutto di continuative pratiche di civica diseducazione – sarebbe da giudicare, senza dubbio alcuno, culturalmente adeguata e politicamente rilevante”.

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